La sanatoria per partite Iva e autonomi: come funziona il concordato senza sanzioni sui redditi 2018-22 #finsubito prestito immediato

Chi aderirà al concordato preventivo biennale per il 2024-25, che interessa una platea potenziale di 2,7 milioni di autonomi e partite Iva, potrà regolarizzare a buon mercato — un vero e proprio «condono» secondo le opposizioni — le somme evase nel periodo 2018-2022. Lo ha appena previsto un emendamento di maggioranza (firmato da Fausto Orsomarso di Fratelli d’Italia, Massimo Garavaglia della Lega e Dario Damiani di Forza Italia) al decreto Omnibus approvato dalle commissioni Bilancio e Finanze del Senato.

Si chiama ravvedimento operoso

Con questo «ravvedimento operoso», come lo chiama la maggioranza, i contribuenti che entro il 31 ottobre aderiranno al «concordato preventivo biennale» (sistema per pagare aliquote ridottissime, dal 3 al 15%, sui maggiori redditi dichiarati nel 2024 e nel 2025) potranno sanare le somme evase nel 2018-2022 a condizioni particolarmente vantaggiose. 

No interessi e sanzioni

Non sono previsti interessi e sanzioni. Bisognerà dichiarare solo una minima parte dell’imponibile evaso: dal 5% per i contribuenti più affidabili, quelli cioè con un indice Isa pari a 10, al 50% per quelli con l’indice «inferiore a 3». E su questo imponibile si pagherà un’imposta sostitutiva del 10% se l’Isa è di almeno 8, del 12% con Isa tra 6 e 8 e del 15% per chi ha un «livello di affidabilità fiscale inferiore a 6». Ma non finisce qui. Per gli anni del Covid, cioè il 2020-21, l’imposta sostitutiva viene «diminuita del 30%». Infine, si potrà pagare in un’unica soluzione entro il 31 marzo 2025 (entro il 30 novembre 2024 per l’anno d’imposta 2018), ma anche in 24 rate mensili.

A quanto ammontano le coperture

Nell’ultima riformulazione (la quarta) dell’emendamento, compaiono anche le coperture (risultate decisive per il parere positivo di Mef e Ragioneria). L’impatto complessivo è stimato in 986 milioni nel periodo 2025-2029: 144 milioni nel periodo 2025-2027 sono generati dalla stessa sanatoria, mentre la parte residua di circa 842 milioni arrivano dal fondo per l’attuazione della delega fiscale e quindi ne vanno a ridurre la disponibilità per altri fronti di intervento, come ad esempio una riduzione della pressione fiscale generalizzata. 

Possibilità di sanare l’Irap

C’è anche la possibilità di sanare anche l’Irap con un’aliquota unica del 3,9 per cento. E lo sconto diventa addirittura più sostenuto con un abbattimento del 30% per i due periodi più colpiti dalle restrizioni Covid: il 2020 e il 2021. A questo però farà fronte un aumento dei termini di accertamento: più lungo (fino al 31 dicembre 2027) per chi sceglie il ravvedimento e più contenuto (un anno per i termini in scadenza a fino al 2024) per chi accetta solo il risultato del Fisco con il concordato.

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