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Conto energia, bonus fiscali e “signori del fotovoltaico”: chi ha pagato la mega bolletta e chi ha guadagnato #finsubito prestito immediato


Il fotovoltaico negli anni è stato soggetto a diversi interventi di incentivazione, anche in relazione alle direttive europee ed al pacchetto clima-energia 20-20-20, che puntava entro il 2020 a 3 obiettivi: ridurre del 20% le emissioni di gas a effetto serra; portare al 20% il risparmio energetico, aumentare al 20% l’utilizzo di energia rinnovabile.

Obiettivi che, tranne il terzo, sono stati raggiunti nel nostro Paese in primis grazie alla massiccia campagna di incentivazione avutasi tra il 2005 e il 2012, con i cosiddetti “Conti Energia”.

Solo nel 2014 erogati 6,6 miliardi

“Conto energia” è stato un programma di incentivi in conto esercizio della produzione di energia elettrica da fonte solare mediante impianti fotovoltaici permanentemente connessi alla rete elettrica (grid connected). Per anni è stato tra i più generosi al mondo, con modifiche che man mano, fino alla quinta versione, hanno ridotto l’entità degli incentivi. Questi continueranno a essere erogati per un periodo fino 20 anni dall’inizio dell’installazione degli impianti. Il 6 luglio 2013 è terminato in Italia il 5° Conto energia. Nel 2014 sono stati pari a 6,6 MLD/€.

Gli incentivi hanno stimolato le installazioni e ridotto il tempo di recupero degli impianti

In termini prettamente economici l’incentivo ha avuto il fine di stimolare l’installazione di impianti fotovoltaici con l’effetto e il vantaggio di garantire, assieme alla parallela copertura (parziale o totale) dei propri consumi elettrici e alla vendita di eventuali surplus energetici prodotti da parte dell’impianto stesso, un minor tempo di recupero dei costi d’impianto o capitale iniziale di investimento (payback period) e successivo maggiore guadagno.

Chi ha pagato tutto ciò e quali sono stati gli effettivi beneficiari?

In tale prospettiva, “Signori del fotovoltaico” è l’espressione che solitamente si riferisce a grandi operatori, imprenditori e gruppi finanziari che dominano il settore dell’energia solare fotovoltaica, sia a livello nazionale che internazionale. Questi attori sono spesso responsabili di investimenti significativi nella produzione e distribuzione di energia solare, che rappresenta una delle fonti principali di energia rinnovabile. La locuzione ha una connotazione ambivalente: da un lato, descrive coloro che hanno portato avanti progetti innovativi e sostenibili nel settore delle rinnovabili, dall’altro è usata in modo critico per indicare l’accumulo di potere economico e politico da parte di determinati gruppi favoriti da incentivi statali o da concessioni regolatorie.

Le accuse di elargizione di denaro pubblico

Nel corso del tempo varie critiche sono state mosse al meccanismo in questione evidenziando la circostanza (comprovata da autorevole fonte) che gli incentivi del Conto Energia siano di fatto divenuti una elargizione di denaro pubblico che il nostro Governo ha finito per attribuire a grosse realtà, soprattutto estere, operanti nel circuito economico inerente ai pannelli fotovoltaici.

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Il grande business dei Fondi

Tra queste, al primo posto Rtr, del fondo Usa “Terra Firma” (cui sono stati trasferiti impianti di società come Terna, Sorgenia e Acea). Al secondo posto c’è il “Global Solar Fund”, protagonista (nella precedente realtà denominata “Suntech”) di vicende giudiziarie per gli impianti fotovoltaici in Puglia. La società ha in seguito cambiato i vertici e ha 180 parchi solari, per lo più in Puglia. Figurano poi una società svizzera, una svedese, una lussemburghese legata a un’assicurazione tedesca. Tra gli italiani Enel, F2i, Generali Autostrade per l’Italia. Tra i principali beneficiari ci sono, altresì, fondi con sede a Lussemburgo: Quercus Assets Selection e Ikav.

La giungla delle partecipazioni è ancora inesplorata

La lista è provvisoria perché sono ancora in corso i controlli sulla giungla di partecipazioni, interessi incrociati e passaggi di mano degli impianti! Alla faccia dell’impiego massiccio di soldi pubblici e dell’attività in capo al Gestore dei servizi elettrici-GSE (Gestore dei Servizi Energetici), che ha erogato gli incentivi ed è tuttora il punto di riferimento in materia. Sì, perché i nuovi incentivi fiscali proposti dal Governo, che passano sempre dal GSE, se da un lato favoriscono le rinnovabili dall’altro devono assicurare la copertura della relativa spesa.

Il Pnrr ha aperto a nuovi investimenti

Ma è tutto qui? No. Perché nel 2024, l’Italia offre ancora nuove opportunità in tal senso sostenendo la transizione ecologica attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Investire nel fotovoltaico oggi significa ancora accedere a un ventaglio di incentivi che rendono questi interventi economicamente convenienti.

Oneri di sistema: la voce in bolletta che ha sostenuto il sistema

Il decreto del 19 giugno 2024, denominato Decreto FER2, è un provvedimento emanato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Ha l’obiettivo di incentivare la realizzazione di impianti a fonti rinnovabili innovativi o con costi di generazione elevati, specialmente quelli che presentano caratteristiche di innovazione e un ridotto impatto sull’ambiente e sul territorio. Tra queste rientrano ancora una volta i pannelli solari. Il decreto si attua fino al 31 dicembre 2028 ed ha introdotto per le persone fisiche percentuali di detrazione fiscale e limiti di spesa:

  • Fino al 31 dicembre 2024, la detrazione rimane al 50% su una spesa massima di 96.000 euro (detrazione massima: 48.000 euro);

  • Dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2027, la detrazione scenderà al 36%, con un limite massimo di spesa ridotto a 48.000 euro (detrazione massima: 17.280 euro);

  • Dal 1° gennaio 2028, la detrazione scenderà ulteriormente al 30% (detrazione massima: 14.400 euro).

 

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Stavolta il debito del Pnrr: grava sui privati

Quindi la situazione si ripete. Il nostro Paese si indebita con il PNRR, utilizza i fondi (che dovrà restituire gravati da interessi a partire dal 2026) per permettere la produzione di energia fotovoltaica, ma questa volta direttamente in capo ai privati. Chi ci guadagna e chi ci rimette in questo caso? Non bisogna dimenticare che gli incentivi sono recuperati dal nostro Stato tramite applicazione di una maggiorazione del costo della bolletta (a valere sulla generalità degli utenti italiani) inclusa nella famigerata voce: “Oneri di sistema”.

Guai a chi non legge la bolletta energetica

Leggere le bollette è fondamentale per comprendere come vengono addebitati i costi e identificare possibili opportunità per ottimizzare le spese. Gli oneri di sistema sono componenti delle bollette relative a forniture di energia elettrica (o gas). Incidono in una percentuale che oscilla tra il 22 e il 25%. Come indicato da ARERA, questi oneri rappresentano i costi sostenuti per “attività di interesse generale per il sistema elettrico (o per il sistema gas) pagati dai clienti finali”. Nel dettaglio, gli oneri di sistema per la luce comprendono, tra l’altro, gli incentivi per le fonti rinnovabili e la copertura del bonus elettrico. In sintesi, le spese per oneri di sistema in bolletta servono a coprire i costi sostenuti per promuovere l’efficienza energetica, incentivare fonti rinnovabili e sostenere attività di interesse generale.

Alberto Frau è professore di Economia e gestione aziendale – Revisore legale e analista indipendente – Scrittore e saggista. Ricercatore universitario nell’Università di Roma “Foro Italico” è altresì professore a contratto in differenti master post laurea presso la Luiss Business School.

 





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