BARI – È la dottoressa Antonella Bellomo, già prefetto di Bari, il nuovo presidente della Fondazione Antiusura San Nicola e Santi Medici di Bari. Il rinnovato direttivo composto da don Alessandro Tanzi, dalla dott.ssa Marina D’Abbicco, Paolo Vitti e Carlo Lorusso, è stato presentato nell’ambito del convegno “Credito alle famiglie e alle imprese. Attività antiriciclaggio della Banca d’Italia”, tenutosi a Bari.
“Ringrazio la dott.ssa Bellomo per aver accolto l’invito a guidare la Fondazione Antiusura di Bari nelle sfide complesse del nostro tempo che riguardano la Diocesi di Bari Bitonto, quale riferimento di solidarietà e speranza per le persone vittime dell’usura e del sovraindebitamento. La Fondazione Antiusura con i suoi volontari, che ringrazio per la perseverante dedizione agli ultimi e ai poveri, si dovranno confrontare con le fatiche di una società ammalata di benessere e di infiltrazioni di pervasiva criminalità. Auguro alla presidente e al direttivo di continuare ad essere presidio di legalità e solidarietà per il nostro territorio, ha dichiarato Mons. Giuseppe Satriano” arcivescovo di Bari-Bitonto.
“Ringrazio della fiducia che hanno riposto in me l’Arcivescovo di Bari- Bitonto, Mons. Giuseppe Satriano, designandomi e il comitato direttivo nominandomi -ha dichiarato la presidente Antonella Bellomo. Sono consapevole della grande responsabilità di seguire il percorso di rinnovamento tracciato da don Giuseppe Bozzi e soprattutto dell’illuminata intuizione del fondatore, don Alberto d’Urso, che ha cercato con profezia di dare una risposta cristiana ad un bisogno diffuso. Farò tesoro della preziosa esperienza dei volontari, con l’impegno di mettere a disposizione la mia esperienza e l’entusiasmo di affrontare un nuovo cammino.
“L’andamento del credito alle imprese e soprattutto a quelle di dimensioni più contenute, in Italia ha mostrato una flessione più accentuata che in Puglia. Un pochino meglio va per le famiglie, il cui portafoglio prestiti ha comunque rallentato vistosamente la propria crescita, sin dal finire del 2023 (Puglia + 1%, vs -0,1% Italia), ha dichiarato Sergio Magarelli, direttore della sede di Bari della Banca d’Italia
Un ruolo primario ed utilissimo nella selezione e messa a punto (quantomeno finanziaria) dei progetti delle aziende meno strutturate lo rivestono gli organismi creditizi più vicini al territorio ed alle fasce più fragili degli operatori, quali le banche etiche, gli organismi di microcredito, le Banche di credito cooperativo e i gruppi cooperativi, ma anche le sezioni dedicate delle banche commerciali… Questi organismi creditizi, grazie allo stretto rapporto, quasi simbiotico, con i clienti e la conoscenza diretta e approfondita dell’ambiente produttivo locale, rappresentano un vero argine sociale. Senza questa preziosa connessione sinergica, troppo spesso avrebbe prevalso l’esclusione finanziaria; una palude dove albergano la pestilenza dell’usura e dell’abuso finanziario, sovente governati da vincibilissimi coacervi del malaffare.
La presenza diffusa dei sodalizi illegali che hanno livelli di sostanziale controllo del territorio, deprime le possibilità di crescita e sviluppo.
La Banca d’Italia ha rafforzato la propria articolazione organizzativa di contrasto, con la costituzione, nel giugno 2022 dell’Unità di Supervisione e Normativa Antiriciclaggio, in cui sono confluite anche sia le funzioni normative sia quelle di controllo in materia AML, già svolte dalle Strutture di Vigilanza, con la collaborazione delle Filiali con compiti di supervisione sugli organismi finanziari. Un focus particolare merita, inoltre, l’articolazione dell’Unità di Informazione Finanziaria – UIF dell’Istituto, che opera in posizione di indipendenza ed autonomia funzionale e fa parte del sistema delle Financial Intelligence Units (FIU) nazionali.
Va in questo senso la costituzione di una Autorità europea, mirando a una vigilanza dai forti tratti sovranazionali, con un sistema di controlli integrato a livello dell’Unione, in stretto raccordo con le autorità nazionali, basata su un single rulebook e affidata a una nuova autorità antiriciclaggio Europea (cd. Anti-Money Laundering Authority, AMLA) con compiti di supervisione sia sul settore finanziario, sia su quello non finanziario, e compiti di coordinamento dell’attività delle unità di informazione finanziaria nazionali. È indispensabile che, alla presenza di efficaci presidi specifici, si accompagni una diffusa e capillare attività di diffusione della conoscenza e di arricchimento della consapevolezza, con i progetti di educazione finanziaria pianificati dalla banca d’Italia in collaborazione con il Ministero dell’istruzione e le istituzioni ed associazioni interessate”.
“Le Fondazioni Antiusura prestano soccorso con competenza e umanità preservando la dignità umana, ha aggiunto Luciano Gualzetti – presidente della Consulta Nazionale Antiusura San Giovanni Paolo II. L’obiettivo delle Fondazioni è intervenire prima che le persone in difficoltà si rivolgano al credito illegale. Significa lavorare sulla prevenzione. Gli strumenti ci sono, ma sono poco utilizzati e conosciuti. Mi riferisco all’art. 15 della l. 108/96. La collaborazione del sistema bancario è fondamentale, considerato che la l. 108/96, per come è strutturata, prevede che le Fondazioni antiusura si avvalgano delle banche per l’utilizzo delle risorse statali. Il legislatore è come se avesse pianificato una strategia di collaborazione tra le istituzioni, il sistema bancario e la società civile e volti a garantire l’effettività delle misure di contrasto e prevenzione del fenomeno e, dunque, la piena funzionalità dei Fondi. Cerco di esemplificare praticamente come funziona la legge 108/96. I nostri assistiti sono persone che non hanno cittadinanza nel sistema legale perché non sono bancabili: a loro cerchiamo di offrire, là dove ci sono le condizioni, un supporto finanziario, attraverso le convenzioni bancarie in essere. Il prestito è rivolto a ripianare la complessiva debitoria.
Le Fondazioni cercano di avere la ragionevole certezza che la persona possa restituire la somma prestata con la nostra assistenza e attraverso le nostre garanzie. Capita, però, che talvolta le banche respingano le richieste di credito che presentiamo, anche se sono coperte da garanzia del 60-80%, prevista solitamente dalle convenzioni: le nostre pratiche sono state respinte anche quando abbiamo garantito il 100% del capitale da erogare. A causa di norme nazionali e internazionali molto rigide e di accorpamenti su larga scala di piccoli e medi istituti di credito, filiali, che sono passate da un gruppo a un altro, negli ultimi tempi, molte pratiche sono state bloccate, in balia delle interpretazioni dei singoli direttori differenti da un territorio all’altro. Questo, di fatto, ha rallentato enormemente l’operatività, riducendo la nostra capacità di intervenire nelle erogazioni di mutui e finanziamenti. Per tali ragioni abbiamo intensificato il dialogo con i vertici dell’Abi, l’Associazione bancaria italiana, per rivedere le nostre convenzioni, cercando di andare oltre la semplice interpretazione tecnica delle norme” .
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