Il principio è semplice. Creare un conflitto di interessi tra chi paga e chi riceve per evitare che le transazioni si concludano in “nero” beffando il Fisco. Dal prossimo anno tutte le spese di “rappresentanza”, che le aziende, ma anche le Partite Iva o i professionisti, portano in deduzione del reddito, dovranno essere obbligatoriamente pagate usando un mezzo di pagamento elettronico, una carta di credito o un bancomat. Chi non lo farà, non potrà poi scontare la spesa nella sua dichiarazione dei redditi. Qual è il fenomeno che il Fisco vuole contrastare con queste norme, è spiegato nella relazione tecnica che accompagna la manovra. Il pagamento delle spese di vitto, alloggio e trasporto in contanti, spiega il testo, consentono due comportamenti distinti volti a minimizzare l’onere fiscale.
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Chi eroga il servizio, il tassista, il ristoratore o l’albergatore, in presenza di un pagamento non tracciabile, può “sottodichiarare”. Sostenere con il Fisco, cioè, di aver incassato meno di quanto invece ha realmente ricevuto. Le aziende e i professionisti, invece, possono dichiarare anche spese non effettivamente sostenute. Rendere tracciabile il pagamento, come detto, mette in contrasto gli interessi delle due parti. Costringe il professionista a chiedere la ricevuta per poter dedurre la spesa facendo emergere, dall’altro lato, base imponibile fino ad oggi non dichiarata. Di che cifre si parla? Importanti, a leggere la relazione tecnica. I taxi e i noleggi con conducente sono forse l’esempio più lampante. Il valore della produzione totale è stimato in 2,87 miliardi di euro. Di questi, 2,1 miliardi, ossia il 76,5 per cento del totale, è fatturato alla clientela d’affari. I ricavi non dichiarati che arrivano da questo tipo di clientela, spiega ancora la relazione tecnica, superano il miliardo di euro (1,095 miliardi per l’esattezza).
IL PASSAGGIO
I pagamenti in contati, sempre per taxi e Ncc, sono stimati in 752 milioni di euro. Per l’alloggio e la ristorazione il valore della produzione è stimato in circa 130 miliardi di euro, 29,6 dei quali arriva dalla clientela business. I ricavi non dichiarati, secondo le stime, ammonterebbero a 6,2 miliardi circa, 4,7 dei quali riguardano transazioni concluse in contanti.
Secondo le previsioni della Ragioneria generale dello Stato, da questa misura anti evasione, nelle casse pubbliche arriveranno nel 2026 ben 432 milioni di euro in più. Non si tratta dell’unica misura inserita nella manovra per recuperare gettito tramite il contrasto all’evasione e all’elusione fiscale. Con un’altra norma è stato deciso di mettere sotto i “raggi X” tutti i pagamenti e gli scontrini dei commercianti. In che modo? Introducendo un nuovo obbligo. I pos e gli altri strumenti di pagamento elettronici dovranno essere collegati ai registratori di cassa, in modo che tutti i pagamenti ricevuti siano trasmessi ogni giorno all’Agenzia delle Entrate insieme agli scontrini emessi. Un nuovo incrocio di banche dati in grado di far emergere in tempo reale tutte le discrasie tra i soldi incassati e gli scontrini emessi. Anche a questa seconda misura viene attribuito un effetto positivo sul gettito dello Stato. In questo caso, però, più contenuto. L’incrocio tra Pos e scontrini, secondo la relazione tecnica della manovra, dovrebbe comportare già il prossimo anno un maggiore incasso per il Fisco di una cinquantina di milioni di euro.
IL MECCANISMO
A tutto ciò si aggiunge il pignoramento automatico di una parte dello stipendio per i dipendenti pubblici che hanno cartelle fiscali inevase per somme superiori a 5 mila euro. Si tratta di una platea rilevante. In questa condizione si trovano ben 250 mila statali. Èinteressante notare come la stretta sull’evasione di Partite Iva e professionisti, arrivi a ridosso della scadenza per l’adesione al concordato biennale preventivo, il “patto” con il Fisco proposto dal governo per stabilire in anticipo le tasse da versare nel prossimo biennio. La scadenza per l’adesione alla proposta è fissata al 31 ottobre, la prossima settimana. Nelle lettere depositate nella cassetta “virtuale”, il cassetto fiscale, è scritto chiaramente che chi non aderirà all’accordo avrà alte probabilità di essere accertato. Con l’incrocio di tutte le banche dati a disposizione dell’Agenzia delle Entrate sfuggire ai controlli sarà difficile.
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