TREVISO – «È stato più di un padre. Lui ci ha scelto, e ha vissuto per noi». C’è ancora incredulità nella voce di Ernesto Rossi Scarpa Gregorij. Perché la loro vita familiare si è inceppata all’improvviso. Nessun particolare problema di salute, nessuna avvisaglia. Saranno le indagini mediche a dirlo con certezza, ma quello che è accaduto a Giorgio Rossi, stimatissimo imprenditore trevigiano e volto storico in città, è stato probabilmente un infarto. A Jesolo, uno dei suoi luoghi del cuore, insieme alla sua famiglia. «Aveva cucinato per me la sera prima. Pochi sapevano che la cucina fosse una sua passione segreta. Era bravissimo e appassionato». Poi il blackout e la sensazione di una porta che si chiude per sempre. Sabato mattina il malore che ha chiuso gli occhi a Giorgio Rossi, 70 anni, prima amministratore delegato di Erremme Spa, industria di confezioni, poi creatore del marchio Norton&Wilson e infine per anni presidente di Coin, già presidente per il biennio 96/97 del gruppo Sistema Moda di Unindustria Treviso e consigliere dell’Unione Industriali di Treviso, oltre che socio e consigliere del Rotary Treviso Terraglio dal 1996.
LA STORIA
Anna ed Ernesto sono diventati figli di Giorgio Rossi e di Luisa Scarpa Gregorj a un certo punto della vita. Quando hanno perso improvvisamente e drammaticamente i propri genitori. La scelta è stata immediata: Luisa e Giorgio, da zii sono diventati padre e madre. «Loro hanno mollato tutto per noi, hanno cambiato le loro vite, sono vissuti per noi». Ernesto e Anna oggi fanno gli avvocati e vivono a Milano. Ma non c’è fine settimana che non sentano il richiamo di Treviso. «Siamo una famiglia speciale, abbiamo un legame quasi più stretto di quello biologico. Avevo quattro anni quando sono morti i miei veri genitori, per me lui ha letteralmente donato la vita e anche mia madre, hanno mollato tutto e ci hanno cresciuto. Ancora oggi, qualunque azione o passo mi capiti nella vita, penso a come la farebbe lui».
IL RICORDO
Ernesto racconta un rapporto che per diversi aspetti va anche oltre quello tra padre e figlio. «Eravamo molto legati, io tornavo ogni weekend da Milano per stare qui, non vedevo l’ora di tornare di chiedergli consiglio, mi affascinava la sua esperienza di vita». E sfoglia metaforicamente l’album di ricordi. «Quando mamma e papà erano giovani, nei primi anni Duemila, andavamo d’estate in Croazia, ho il ricordo di vacanze stupende. E poi due anni fa io, papà e il suo amato cane Dumbo abbiamo fatto un viaggio insieme nella Foresta Nera. È stato meraviglioso, mi ripeteva sempre: dobbiamo ripeterlo» Giorgio Rossi era un uomo razionale e avveduto, ma certamente non pensava alla morte. «Ogni mattina si svegliava con un’idea nuova, mi aveva accennato che gli sarebbe piaciuto rilanciare il suo primo marchio e sicuramente stava ancora scrivendo. Aveva la passione per la scrittura, e due libri all’attivo. Uno, non in vendita, racconta la vita di Treviso e della sua famiglia. Uno, in vendita, che si intitola “Pensieri in corso” e raccoglie le sue corrispondenze mattutine con un grande amico, Ennio Doris, persona intelligente e sensibile». Ernesto racconta l’amore di Giorgio Rossi per lo stile british e per l’eleganza New England: uno stile incarnato dal particolare dress code ma anche dalla passione per le auto e i cani. Fino al 2023 Giorgio Rossi era stato presidente di Coin, ma era rimasto come uomo d’esperienza e memoria storica nel Cda fino a pochi mesi fa. «Era molto amato dai dipendenti, e capivo che non era una riverenza di rito. Mio padre una persona molto generosa, il guadagno personale era l’ultimo suo pensiero e questo la gente lo capiva al di là delle parole». I funerali si terranno martedì o mercoledì (la data si saprà oggi) alla chiesa di San Niccolò alle 1. Poi Giorgio Rossi sarà tumulato nella tomba di famiglia. «Mio padre, insieme a mia madre ci ha dato un esempio luminoso. La sua è stata una dedizione totale a noi due, non c’era nessun segreto tra noi. Ha vissuto per la sua famiglia».
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