LECCE – L’amore per i familiari e la propria terra in genera non ha prezzo, questo si sa, ma tornare “giù” per le vacanze di Natale è sempre più costoso. Una simulazione fatta mezzora prima che questo articolo fosse pubblicato ha restituito il seguente risultato: comprare un biglietto per il Frecciarossa 8811 delle 13.35 da Milano Centrale a Lecce costa almeno 129 euro per domenica 22 dicembre mentre per una data molto più ravvicinata, quella di domenica 24 novembre, il prezzo parte da 77,90.
Come mai? La risposta è fin troppo scontata: la legge del mercato incrocia la domanda con l’offerta e quando la prima è superiore alla seconda, allora i prezzi iniziano la scalata verso l’alto (salvo interventi per calmierarli). Nel periodo di Natale, infatti, in tanti vogliono spostarsi in treno, ma i posti disponibili sono sostanzialmente gli stessi (anche se vengono adibiti nuovi convogli, la sproporzione fra richiesta di trasporto resta ampia). Il problema certamente esiste. Alcuni dovranno alla fine rinunciare, altri barcamenarsi per trovare una soluzione alternativa (e senza dubbio più economica).
“Anche quest’anno, tornare in Puglia e nelle regioni del Mezzogiorno per le vacanze di Natale sarà un lusso per chi studia e lavora nelle città del Nord Italia – ha scritto il deputato Andrea Caroppo, di Forza Italia -: molti treni sono già esauriti e quelli che rimangono hanno prezzi salatissimi, il doppio del costo ordinario e, a volte, quasi il triplo. Un vero e proprio salasso che danneggia un intero territorio e i suoi cittadini, compromettendone la disponibilità e l’accessibilità economica ai trasporti pubblici di tantissime famiglie”.
Il parlamentare salentino, che è vice presidente della commissione Trasporti, ha chiesto ieri all’amministratore delegato e direttore generale di Trenitalia, nel corso di una audizione, di rivedere la politica dei prezzi: “Aumentare in modo sconsiderato il costo dei biglietti, come sta accadendo per il periodo prenatalizio, significa erodere la capacità di acquisto di tantissime famiglie e, di conseguenza, limitarne il diritto alla mobilità”. La risposta arriverà nei prossimi giorni.
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