Fino a pochi giorni prima, racconterà agli inquirenti, le tre coetanee le considerava compagne di scuola come tante altre, ma dalla decisione di togliersi il velo in avanti, le stesse sarebbero diventate nemiche della peggior specie: insulti, minacce, si è arrivati addirittura alle botte appena fuori l’istituto con conseguenti dieci giorni di prognosi. Per la procura dei minori di Bologna un caso di stalking al quale si aggiungono anche l’ipotesi di lesioni in concorso e un paio di aggravanti.
Tutte e tre 15enni, originarie del Marocco e nate in Italia, sono iscritte nel registro degli indagati di un’inchiesta affidata alla polizia locale che a quanto risulta sarebbe ancora aperta. Porta alla bassa modenese la vicenda di una minorenne, sempre di origini marocchine, bullizzata fra i banchi per aver deciso di non coprirsi più il capo. Una scelta, la sua, fatta assieme alla famiglia che, previo tacito assenso, non si è mai opposta. Se in un primo momento la presunta vittima si era rivolta alle tre “amiche” chiedendo un parere a proposito della sua decisione di scoprirsi, che evidentemente stava concretamente maturando, una volta cominciato ad andare a scuola senza quel velo le cose sono precipitate. E il velo è il motivo cristallizzato sia nel racconto della minorenne che nelle indagini fin qui svolte dagli inquirenti.
Risalgono all’incirca alla scorsa primavera gli episodi raccontati dalla giovane, la cui responsabilità lei stessa imputa al terzetto: insulti e minacce sia faccia a faccia che nei social, allusioni alla sfera sessuale come se l’assenza del velo assumesse un significato anche da quel punto di vista. Atti persecutori che col tempo avrebbero portato la minore a sviluppare disturbi d’ansia tali da doversi rivolgere, accompagnata dalla famiglia, ad uno psichiatra. Non solo, la giovane avrebbe preso ad andare a scuola accompagnata dalla sorella, per avere protezione.
Dopo la pausa estiva, con la ripresa delle lezioni, gli atti persecutori non solo non si sono fermati, si è andati oltre. La giovane nella sua denuncia ha riferito infatti di essere stata aggredita e picchiata fuori dall’istituto che le quattro minorenni frequentano. Ricostruzione accompagnata da una prognosi di dieci giorni. Le tre minorenni indagate dalla procura dei minori bolognese sono state ascoltate dagli inquirenti. Una di loro avrebbe avuto un ruolo più di rilievo delle altre due, soprattutto nell’aggressione fisica.
«Ha risposto a tutte le domande che le sono state rivolte – fa sapere il suo avvocato, il bolognese Vincenzo Patera – Avrà modo anche di comprendere eventuali sbagli commessi. Le indagini sono ancora in corso».
Calderoli: “Solidarietà alle donne in Iran e a Modena”
Roberto Calderoli, ministro per gli Affari regionali e le autonomie, commenta: «Lo dicevo nel 2007, lo ribadisco con forza anche oggi perché purtroppo certe cose non sono cambiate: «le donne musulmane sono l’unica speranza per cercare di sconfiggere l’integralismo islamico e la diffusione di dottrine che sono contro i diritti della persona e contro le più elementari regole di civiltà. E molte donne italiane hanno fatto sentire la loro voce, in difesa in primo luogo delle donne musulmane. Ma dalle femministe storiche, dalla sinistra e dai media che alla sinistra fanno riferimento, non si alza una voce. Anzi, c’è un silenzio tombale. In presenza di un loro silenzio, sono autorizzato a pensare che ritengano giusto che le donne debbano ‘esser picchiatè, rieducare e guidate come delle pecore da un pastore». Ripeto oggi, a distanza di 17 anni, queste mie dichiarazioni in difesa della ragazza arrestata in Iran per essersi spogliata, e ancor più forte per la giovane di origine marocchina che in provincia di Modena è stata picchiata da delle coetanee perché si è ribellata al velo. Oggi come ieri i benpensanti di sinistra e certi media egemoni minimizzano o sorvolano. Ciò non è più tollerabile. La Lega combatterà contro tutto questo, perché le donne sono la spina dorsale della nostra società».
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