“Dobbiamo scommettere sul domani perché Caviro è il terreno fertile della circolarità e della sostenibilità”. Esordisce così Giampaolo Bassetti, direttore generale del Gruppo Caviro, in occasione della presentazione dell’impianto agrivoltaico avanzato più grande d’Italia realizzato sul vigneto adiacente a Cantine Caviro a Forlì.
Un impianto pensato, voluto e diventato realtà in otto mesi di lavori, grazie a un investimento di 1,5 milioni di euro, su una superficie pari a 1,5 ettari e composto in totale da 63 tracker monoassiali e 1.386 pannelli solari bifacciali. La produzione annua di 1.300.000 kWh di energia elettrica rappresenta l’ultimo passo per completare l’autosufficienza energetica della sede vino di Caviro, in quanto in questo modo “diventiamo autosufficienti per circa il 95% del nostro fabbisogno energetico”, continua Bassetti.
Impianto agrivoltaico avanzato: energia pulita rinnovabile e protezione delle viti
Vino, investire in innovazione
Tra guerre, incertezze geopolitiche, aumento dei prezzi e alluvioni, senza dimenticare la pandemia da covid-19, il periodo storico da cui arriviamo e in cui viviamo non è semplice, ma come ricordato nella conferenza stampa dello scorso 17 ottobre da Alessio Mammi, assessore all’Agricoltura e Agroalimentare, Caccia e Pesca dell’Emilia Romagna, le filiere della regione stanno investendo sul futuro. “Hanno portato avanti l’ordinario – afferma – ma hanno investito anche su progetti strategici, come per esempio Caviro”.
Il Gruppo oggi si distingue a livello nazionale e internazionale, è composto da 11.100 viticoltori, ventisei cantine in sette regioni d’Italia e ha un’estensione complessiva di 37.500 ettari vitati che corrispondono a oltre 600mila tonnellate di uva prodotta (l’8,5% dell’uva italiana).
E proprio il settore del vino è uno di quelli che oggi si trova davanti numerose sfide derivanti dal cambiamento climatico, dall’aumento dei prezzi e dai cambiamenti nelle abitudini dei consumi. “Abbiamo davanti grandi sfide – prosegue l’assessore regionale – ma anche opportunità che si possono cogliere se continuiamo a investire in qualità e nell’internazionalizzazione delle nostre produzioni”.
Dunque, produttività e sostenibilità devono andare di pari passo e produrre energia senza compromettere la capacità produttiva è la strada da percorrere. Il nuovo impianto agrivoltaico targato Gruppo Caviro segue proprio questa strada e in più ha la peculiarità di essere “avanzato”.
Inaugurazione dell’impianto agrivoltaico avanzato più grande d’Italia realizzato su vigneto
(Fonte foto: Andrea Bonavita)
Quella sinergia tra attività agricola ed energetica
Ma facciamo un passo indietro. Come indicato nelle Linee guida in materia di impianti agrivoltaici, pubblicate dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ed elaborate con Crea, Enea, Gse e Rse, per impianto agrivoltaico avanzato si intende un impianto agrivoltaico che “adotta soluzioni integrative innovative con montaggio dei moduli elevati da terra, anche prevedendo la rotazione dei moduli stessi, comunque in modo da non compromettere la continuità delle attività di coltivazione agricola e pastorale, anche eventualmente consentendo l’applicazione di strumenti di agricoltura digitale e di precisione; e prevede la contestuale realizzazione di sistemi di monitoraggio che consentano di verificare l’impatto dell’installazione fotovoltaica sulle colture, il risparmio idrico, la produttività agricola per le diverse tipologie di colture, la continuità delle attività delle aziende agricole interessate, il recupero della fertilità del suolo, il microclima, la resilienza ai cambiamenti climatici”.
Attività agricola ed energetica devono quindi essere in equilibrio e, anzi, la coltura deve trarre giovamento dall’ombreggiamento offerto dai pannelli.
L’impianto realizzato a Forlì è avanzato in quanto assolve a due specifiche funzioni: la produzione di energia pulita rinnovabile e la protezione della vite. Il modello è stato infatti progettato per restituire la migliore inclinazione possibile per i pannelli fotovoltaici e calibrazioni ad hoc proteggendo così le viti dai danni di grandine e vento e dalle gelate primaverili, traendo vantaggio dal corretto soleggiamento e apporto luminoso per una sufficiente fotosintesi.
Tutto questo grazie a un software che raccoglie e analizza i dati in ingresso e permette ai pannelli di orientarsi per ottimizzare l’assorbimento di energia solare e garantire il giusto bilanciamento tra luce e ombra. La riduzione dell’esposizione diretta dei filari alla luce solare permetterà anche di risparmiare sul fabbisogno di acqua delle piante.
Grazie al contributo di Hort@ nel vigneto sono stati infatti installati sensori e stazioni meteorologiche che monitorano in tempo reale le variabili ambientali, come temperatura, umidità relativa, precipitazioni e radiazione solare, oltre alle condizioni del suolo. Questi dati vengono elaborati da modelli matematici sviluppati da Hort@, che simulano diversi scenari e prevedono le esigenze delle colture.
Sulla base di queste informazioni, il sistema regola automaticamente l’inclinazione dei pannelli fotovoltaici, adattandola alle necessità delle viti: se le piante necessitano di maggiore luce i pannelli si posizionano in modo da ridurre l’ombreggiamento, in condizioni di eccessiva radiazione solare, invece, si inclinano per ottimizzare la produzione energetica.
Inoltre, come anticipato, il sistema gestisce in modo ottimale l’irrigazione, calcolando il fabbisogno idrico delle colture e integrandolo con l’impianto di irrigazione automatizzato.
“Simuliamo e prevediamo il comportamento delle colture, identificando le possibili avversità che potrebbero influire sulla produzione e disponiamo di strumenti in grado di ottimizzare la gestione agronomica per assicurare un risultato produttivo eccellente. La vera novità – spiega Sara Elisabetta Legler, responsabile Ricerca e Sviluppo di Hort@ – è rappresentata dal modello che gestisce l’intero processo: dai sensori nel vigneto ai modelli che governano il movimento dei pannelli per ottimizzare il microclima. Il nostro obiettivo è garantire una produzione agricola di alta qualità e, al contempo, ottenere un’efficiente produzione energetica”.
Ma in questo modo cambiano le modalità di svolgere le operazioni colturali in vigneto? Giampaolo Bassetti ci spiega che una delle chiavi di progettazione era proprio quella di rispettare le operazioni agronomiche che poi i viticoltori devono fare. L’impianto è infatti “studiato per non andare a ridurre, limitare o rendere difficili le operazioni agronomiche”.
Nel vigneto sono stati installati sensori e stazioni meteorologiche
(Fonte foto: Hort@)
Impianto agrivoltaico avanzato su vigneto, modello replicabile?
Ora il prossimo passo è quello di osservare il comportamento delle piante, ovvero fare una “comparazione tra il comportamento delle viti sotto l’impianto e quelle in campo aperto, in quanto in entrambi i punti ci sono gli stessi sensori per monitorare tutto costantemente”, come spiega Davide Versace, head of Facility Engineering & Project Management di Caviro Extra, la società con sede a Faenza (Ra) che concretizza l’economia circolare del Gruppo.
Grazie a questo confronto i ricercatori potranno verificare la produttività delle piante e la qualità delle uve al fine di sviluppare soluzioni sempre più efficienti e all’avanguardia e capire se questo modello è replicabile in altre realtà viticole o dove sono presenti altre coltivazioni.
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