Le partite Iva tra soggetti Isa e forfettari che hanno aderito alla misura entro il 31 ottobre sarebbero oltre 500mila. Ma la partita non è chiusa
Il concordato preventivo vale per le casse dello Stato oltre 1,3 miliardi di euro. «Stiamo ancora elaborando le adesioni che si sono chiuse il 31 ottobre scorso», dice al Sole 24 Ore il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, aggiungendo che «stando ai primi carotaggi l’incasso attuale si attesta a più di 1,3 miliardi di euro». Le partite Iva tra soggetti Isa e forfettari che hanno aderito alla misura sarebbero quindi oltre 500mila. E secondo i primi dati, riporta ancora il quotidiano economico, «già ora su 2,7 milioni di contribuenti soggetti all’indice di affidabilità fiscale oltre il 15% e quindi 403mila imprese hanno accettato il patto proposto dall’Agenzia delle Entrate».
Dopo il termine del 31 ottobre
Il viceministro chiarisce che quella del concordato non è una partita chiusa, si parla infatti di concordato bis. In preparazione ci sarebbe infatti un decreto legge che potrebbe spostare al 10 dicembre i termini per l’adesione. «Per me – dice Leo – la riapertura è auspicabile ma a condizione che ci sia il via libera collegiale del governo e della maggioranza e che porti ad un effettivo giovamento alla finanza pubblica». La riapertura dei termini è in definizione ma è certo che la nuova finestra per il concordato preventivo si riaprirà soltanto per quei contribuenti che hanno presentato entro il 31 ottobre la dichiarazione dei redditi ma non hanno aderito al concordato. Un vincolo necessario per non complicare il nuovo calendario fiscale del 2025.
Le partite iva
Per quanto riguarda l’operazione che si è chiusa il 31 ottobre spiega Leo «sono 160mila le partite Iva che sono passate da un voto di inaffidabilità totale o quasi al fisco, con voti Isa tra l’1 e l’8, e che adesso invece hanno accettato la proposta per posizionarsi al 10 e che ora possiamo ritenere soggetti fiscalmente più che affidabili. Un risultato che ritengo di particolare rilievo proprio perché, per la prima volta e in un colpo solo, fermo restando i controlli delle Entrate e quelli della Guardia di Finanza, abbiamo portato fuori dal perimetro dell’evasione fiscale 160mila soggetti per farli rientrare in quello della legalità». Ma non solo.
Le imposte
«L’altro aspetto da sottolineare – aggiunge Leo – è che con il concordato emergono oltre 8,5 miliardi di base imponibile ai fini delle imposte dirette (Irpef e Ires, ndr) e altri 6,3 miliardi come valore della produzione ai fini dell’Irap. Da questi dati scaturisce questo primo risultato, di circa 1,3 miliardi nel biennio con l’applicazione delle imposte sostitutive previste dal concordato e che garantiscono intanto oltre 425 milioni per il 2024 e 865 milioni per il 2025».
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