Nell’incidente è stato urtato anche un ciclista, ferito lievemente. Portato al San Gerardo l’altro giovane a bordo dello scooter
Un ragazzo alza lo sguardo al cielo e poi s’accascia in lacrime sul cofano di un’auto in sosta. Vicino a lui c’è una donna che urla disperata: «Me l’hanno ucciso, me l’avete ucciso». Sotto choc, sarà accompagnata in ospedale. A pochi passi dalla piccola folla di parenti e amici, c’è quel che resta di un T-Max. A bordo c’erano due giovanissimi. Uno è a terra. Non si muove.
I soccorritori sono sopra di lui. Provano a rianimarlo, invano. L’impatto è stato troppo forte. Enzo Stefano Caparra, 20 anni, su quello scooterone era il passeggero. L’urto lo ha però fatto sbalzare dalla sella. Enzo viene proiettato contro un palo della segnaletica stradale, uno di quelli dei divieti di sosta, che ora è piegato. Il ragazzo è stramazzato al suolo. Muore sul colpo in via Pellegrino Rossi, ad Affori. Sono le 13.22 di sabato. Il coetaneo che guidava il mezzo viene invece trasportato in codice rosso all’ospedale San Gerardo di Monza, dove più tardi, dopo le lacrime per il compagno morto, gli amici lo raggiungeranno sempre in scooter per informarsi sulle sue condizioni.
La dinamica dell’incidente è chiara. I due 20enni in moto percorrono il lungo rettilineo provenendo da via Imbonati. In senso opposto arriva una Ford familiare grigia, che svolta verso sinistra, per infilarsi in via privata Cesare Vignati. A bordo c’è una coppia. Entrambi rimarranno illesi: un italiano di 52 anni alla guida, residente a Brescello, nella provincia di Reggio Emilia, e la sua compagna seduta a fianco. Probabilmente l’automobilista non nota il T-Max in arrivo. Di certo, gli taglia la strada. E lo centra con la parte sinistra del muso. Sull’asfalto i segni dello schianto, un pezzo di paraurti, un casco. Il 20enne non ha nemmeno il tempo di frenare, né di schivare l’auto.
Il primo incidente dà il via a una carambola. La moto, in caduta, finisce infatti per travolgere anche un ciclista che passava in quel momento sempre in direzione periferia e un pedone che camminava sul marciapiedi. Tutti e due però se la caveranno con qualche contusione e poco più. Il ciclista, un 30enne italiano, rifiuta le cure, mentre il pedone, un 69enne macedone, viene trasportato in codice giallo al pronto soccorso del Niguarda per ricucire un vistoso taglio alla testa.
Mentre gli equipaggi dei sanitari del 118 provano invano a salvare il ragazzo, che avrebbe compiuto gli anni il giorno di Natale, e residente poco distante, sul posto arrivano anche i vigili del fuoco e le pattuglie della polizia locale, che chiudono al traffico quel tratto di strada per consentire i soccorsi e i successivi rilievi. I «ghisa» coordinano i lavori e le deviazioni stradali fino a quando, dopo le 17.30, la strada sarà infine riaperta. All’incrocio, attorno alla carena in frantumi, in pochi minuti si affollano intanto i parenti della vittima e numerosi amici.
Sono tutti giovanissimi e sconvolti per quanto accaduto al loro amico. «L’avevo visto appena dieci minuti prima, pazzesco», racconta un ragazzo accorso da piazza Bausan. I vigili sono costretti a tenerli a distanza dalla coppia che era a bordo dell’auto, che viene allontanata per sicurezza, mentre per lo choc i genitori del 20enne accuseranno un malore e saranno soccorsi dai sanitari. In procura è stato aperto un fascicolo per omicidio stradale.
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