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ZTL Fascia Verde a Roma, il Comune boccia il referendum e il comitato che lo ha promosso ricorre in giudizio #finsubito prestito immediato


La questione della ZTL Fascia Verde di Roma approderà in tribunale. Dopo la decisione presa dalla apposita Commissione del Comune di respingere la richiesta di tenere un referendum consultivo al proposito, il Comitato promotore del referendum contro il suo allargamento ha optato per il ricorso al Tribunale capitolino.

A sostenere le spese legali collegate al ricorso presentato dal comitato “No Ztl allargata a tutta Roma” sarà un partito praticamente sconosciuto, quello dei Liberisti Italiani. Considerato lo scarso interesse dei cittadini verso lo strumento referendario, quasi sicuramente si tratterà di un flop. Resta però la contrarietà di molti cittadini verso un provvedimento che sembra l’ennesima vessazione, anche in considerazione che, stando alle stime che circolano, taglierà fuori non meno di 600mila persone. Ovvero quelle che non hanno i mezzi economici per potersi permettere veicoli nuovi e meno inquinanti.

ZTL Fascia Verde: di cosa si tratta?

Il primo giorno di novembre, con validità fino al 31 ottobre del prossimo anno, nella Zona a Transito Limitato di Roma sarà vietato l’accesso e la circolazione, valido 24 ore su 24, dal lunedì al sabato con la sola esclusione dei giorni festivi infrasettimanali, per le seguenti categorie di veicoli: 

  • gli autoveicoli che sono alimentati a benzina, gpl e metano pre Euro 1, Euro 1 ed Euro 2; 
  • quelli alimentati a gasolio, dual fuel e mixed fuel pre Euro 1, Euro 1, Euro 2 ed Euro3; 
  • i ciclomotori e motoveicoli alimentati a benzina e a gasolio pre Euro 1 e Euro 1. 

Sono però previste alcune deroghe, in particolare per le seguenti categorie:

  • i veicoli muniti del contrassegno per persone invalide; 
  • le vetture adibite a servizio di polizia e sicurezza, emergenza anche sociale, compreso il soccorso, anche stradale; 
  • i veicoli del trasporto pubblico locale; 
  • quelli destinati alla gestione dei rifiuti urbani, alla tutela igienico ambitale, alla gestione emergenziale del verde, alla protezione civile e agli interventi urgenti di ripristino del decoro urbano, oltre che al pronto intervento manutentivo svolto direttamente dall’amministrazione capitolina o per suo conto; 
  • i veicoli ad accensione comandata alimentati con gpl o metano (sia mono che bi-fuel, benzina-gpl, benzina-metano, anche trasformati) la cui immatricolazione o l’aggiornamento della carta di circolazione, nel caso di trasformazione, sia antecedente all’entrata in vigore dell’ordinanza;
  •  veicoli e ciclomotori storici:
  • quelli dotati di targa CD, SCV e CV.

Qual è l’obiettivo del Comune di Roma?

L’obiettivo del Comune di Roma, come indicato negli allegati alla delibera regionale, è la riduzione del parco macchine inquinanti che circolano lungo il territorio capitolino. Nel farlo si pensa di favorire anche l’uso del trasporto pubblico, varando incentivi per la mobilità integrata tra mezzi di linea e non, attingendo ai sostegni di ministeri o regioni rivolti al cambio di veicolo.

A oggi il parco auto maggiormente inquinante, incluso nei divieti della Ztl verde, è composto da non meno di 430mila veicoli, di cui 133mila diesel. Nel mese di novembre del 2025 saranno aggiornati il piano e il perimetro delle limitazioni.

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Obiettivi che possono essere sicuramente condivisi, sulla carta, ma che all’atto pratico tagliano fuori un gran numero di cittadini dalla possibilità di utilizzare il proprio mezzo privato all’interno della Zona a Transito Limitato. Tanto da sembrare come al solito punitivo verso chi ha visto il proprio salario ridursi dall’inizio del millennio, sino a dover comprimere i propri consumi per non veder franare il bilancio domestico.

Il ricorso contro il no al referendum sarà portato avanti da un partito sconosciuto

In questo quadro si va a inserire il referendum consultivo chiesto dal comitato contrario all’ordinanza del sindaco Gualtieri. Cassato da quel partito che pure richiama la democrazia nel suo nome, avendone però un concetto chiaramente proprietario.

Il diniego frapposto dal comune non ha però frenato il comitato, che ha deciso di far ricorso al Tribunale di Roma. A fiancheggiarlo un partito di cui in pochi conoscono l’esistenza, Liberisti Italiani, il cui presidente Andrea Bernaudo ha spiegato il motivo per il quale conduce questa battaglia.

ZTL di Roma

Queste le parole rilasciate al proposito: “Ho firmato il mandato con Fabio Tidei al responsabile Giustizia di Liberisti Italiani, all’avvocato Alessandro Onofri, per depositare il ricorso al Tribunale di Roma. Lo abbiamo fatto come firmatari e presentatori del quesito referendario, a nome del Comitato promotore del referendum ‘No Ztl Fascia verde allargata a tutta Roma’, ma soprattutto a nome delle centinaia di migliaia di famiglie, pendolari e turisti meno abbienti ai quali si vuole impedire di circolare a Roma e poter lavorare e continuare la propria vita. Questa è la prima vera battaglia in Italia contro gli estremismi dei pianificatori ‘green’ e Liberisti Italiani è la prima organizzazione politica a farlo senza tentennamenti e con azioni concrete”.

Il bersaglio è l’estremismo green

Bernaudo ha quindi proseguito: “La nostra richiesta di referendum è stata respinta con motivazioni giuridicamente discutibili, come se il Comune di Roma Capitale non avesse competenze specifiche nella gestione del traffico a Roma (dopo aver adottato e prorogato esso stesso la Ztl fascia verde!) e come se non fosse diritto dei romani potersi esprimere su un provvedimento che impatta con violenza e prepotenza sulle proprie vite e sul proprio portafoglio.”

Alla fine, però, lo stesso Bernaudo cade in una contraddizione di non poco conto. Lo fa quando afferma: “Perché un conto è gestire con intelligenza la viabilità cercando di ridurre l’inquinamento, un altro è quello di avere una visione politica distopica ed estremista, e imporla con la forza di leggi e ordinanze ideologiche e liberticide. Siamo convinti che il giudice che dovrà decidere su questo ricorso non potrà negare né la competenza specifica di Roma Capitale sulla materia né il diritto dei romani a esser consultati su una misura così impattante, invasiva e liberticida”. Insomma, i romani rischiano di cadere dalla padella alla brace, con il buon senso messo al bando.

E intanto, nella battaglia tra estremismi concorrenti, a rimetterci saranno proprio coloro che i Liberisti Italiani affermano di voler tutelare, ovvero le famiglie a basso reddito. Un segmento di popolazione che magari vorrebbe contribuire ad una mobilità realmente sostenibile, in grado di non andare a detrimento della salute. Ma che non ha i mezzi economici per poterlo fare, in un momento in cui la politica mette in campo strumenti legislativi che rendono quasi impossibile alle case proporre modelli economici di auto elettriche o in grado di limitare le emissioni inquinanti.

&nbsp Argomento:&nbspCarburanti



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