Alle 18 a Verona un’altra gara decisiva per il tecnico croato che chiede spazio al suo passato per guadagnarsi il futuro:”Se non si vince, inutili i tre punti col Toro”
La consapevolezza di Juric è di chi sa di navigare a vista. Di dover pensare all’oggi perché il domani potrebbe anche non esserci, scrive Stefano Carina su Il Messaggero. Ed è forse per questo che si potrà dire tutto del tecnico di Spalato ma non che non sia un uomo coraggioso. E per di più un allenatore. Che fa delle scelte, opinabili o meno, ma per nulla scontate. Senza paura. E con lei, il timore di aver buttato via non solo 40 giorni di lavoro ma soprattutto la grande chance della carriera. E invece eccolo ancora qui, contro ogni pronostico, previsione e in alcuni casi auspicio. Ivan somiglia a quello scalatore che perso ogni appiglio e fune, decide di arrampicarsi a mani nude, conscio che basterebbe mettere un piede in fallo per crollare definitivamente. Sembra il remake di Trigoria ma non lo è. Juric quell’ambiente lo conosce bene e non si fida: “Hanno raccolto meno di quello che meritavano. Hanno giocatori veloci e tecni-ci, hanno alternato eccellenti prestazioni con altre meno buone. Ora vengono da risultati negativi anche se a Lecce hanno fatto bene. Saranno incattiviti, con voglia di riscatto. Sarà difficilissima per noi”. Per carità, tutto vero. Ma la Roma non può permettersi di fare sconti. Anche perché se non dovesse vincere questa sera, si tornerebbe sull’ottovolante delle indiscrezioni, delle atte se di eventuali comunicati, dei confronti, dei bisbigli.
Che però, partono da una certezza in più: anche in caso di ulteriore avvicendamento, De Rossi non tornerà. Una decisione dei Friedkin comunicata da Ghisolfi a Pellegrini nei giorni scorsi: non ci sono margini per un Daniele bis. Quindi chi nello spogliatoio sperava nel ritorno di Daniele, si metta l’anima in pace. E questa volontà dei Friedkin, gioca a favore dell’allenatore croato. Perché dopo quasi due mesi, anche con qualche ruvidità, a qualcuno la schiettezza del croato non dispiace. Che a Verona vuole cambiare il meno possibile rispetto a giovedì. Spazio quindi alla coppia Le Féè-Kone in mezzo, Celik a destra e Zalewski a sinistra, pronto alla staffetta con El Shaarawy, e davanti con Dovbyk che si riprenderà il posto e Dybala di diritto titolare, c’è l’unico ballottaggio tra Pisilli e Pellegrini.
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