Il cambiamento climatico in atto e il suo aumento delle temperature comporta in tutto il mondo anche lo sbiancamento dei coralli. Lo rilevano i dati satellitari che, al tempo stesso, mostrano come questo fenomeno sia sempre più in espansione.
Gli effetti del cambiamento climatico sugli ecosistemi sono ormai sempre più visibili, non solo in superficie, ma anche al di sotto del livello del mare. Lo dimostra lo stress termico a cui sono sottoposti gli oceani, lo stesso che sta danneggiando le barriere coralline a livello globale.
Dai dati satellitari risulta infatti che il 77% di queste aree, dall’Oceano Atlantico a quello Pacifico a quello Indiano, sono soggette al fenomeno definito “bleaching”, ovvero sbancamento, che danneggia, in modo quasi irreparabile i coralli che li vivono. La causa principale è appunto da ricercare nel calore estremo delle acque oceaniche, che spinge i coralli a rilasciare le alghe che ne influenzano il colore.
A registrare il dato è stata la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), che aveva avvisato del caso già lo scorso aprile.
Sbiancameto coralli: colpa del caldo
Il colore dei corali è dato dalle alghe simbiotiche che vivono i loro tessuti e che offrono a questi protezione dimostrandosi indispensabili anche per la loro salute. Lo stress termico del cambiamento climatico che influenza il pianeta e gli oceani sta portando i coralli a rilasciare queste alghe, diventando in questo modo sempre più esposti e perdendo il loro pigmento.
A lanciare l’allarme è la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), che registrano quest’ultimo caso come il più preoccupante dal 1998. Non è infatti la prima volta che il pianeta e i suoi ecosistemi soffrono a causa delle azioni umane, ma questa volta il danno appare molto più esteso delle ultime registrazioni. Abbiamo infatti superato le aree interessate di oltre il 10% della superficie rispetto agli ultimi dati registrati tra il 2014 e il 2017.
Nonostante il fenomeno in espansione, la NOAA non ha ancora dichiarato il fenomeno come il peggiore mai registrato, aspettando di condurre altri studi. Un team di scienziati è stato infatti incaricato di portare avanti nuove ricerche subacquee nei prossimi mesi e anni per valutare e stimare l’effettiva entità dei danni e soprattutto quanti coralli sono morti o irrimediabilmente danneggiati.
Gli effetti sugli ecosistemi
Lo sbiancamento dei coralli non condiziona solo questi ultimi, ma l’intero ecosistema marino che dipende anche da questi, poiché in molti casi questi proteggono anche la biodiversità e la protezione costiera. I coralli sono infatti l’habitat di molte specie marine e la loro distruzione potrebbe comportare una catena di effetti a catena che si ripercuote su intere comunità marine.
In risposta a questo evento gli scienziati hanno convocato una sessione di emergenza dedicata appunto alle barrire coralline, che si terrà in concomitanza con il vertice della Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica (COP16) in Colombia. Proprio in questa occasione, ii leader mondiali avranno molto di discutere in merito all’estinzione dei coralli e alle ulteriori protezioni e finanziamenti in progetti destinati alla loro conservazione.
Intanto la NOAA continua a monitorare la situazione, controllando gli effetti di un possibile altro aumento delle temperature in attesa che le discussioni mondiali conducano a soluzioni fattive per salvaguardare gli ecosistemi.
Sbiancamento coralli: immagini e foto
Gli effetti del cambiamento climatico sono sempre più visibili anche in fondo agli oceani, Lo dimostra il caso dello sbiancamento dei coralli che rischia di portare alla morte di questi sistemi.
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