di UGO BIANCO – La tutela delle lavoratrici madri è un tema sempre più importante nelle politiche sul welfare. Sono diverse le misure attuate dal governo in carica a sostegno della famiglia e dell’occupazione.
Tra queste il c.d. “Bonus Mamme” rappresenta un importante incentivo a tutela della natalità. A stabilirlo è l’articolo 1 commi 180 a 182 della legge n. 213 del 30 dicembre 2023 (legge di Bilancio 2024) che introduce la possibilità per il datore di lavoro di erogare direttamente in busta paga la quota di contributi previdenziali (IVS) per l’invalidità, la vecchiaia ed i superstiti a carico della mamma lavoratrice. Questo articolo indica come funziona il bonus, chi può beneficiarne e quali effetti ha sulle trattenute in busta paga. Con la circolare Inps n. 27, pubblicata il 31 gennaio 2024, sono state introdotte le linee guida operative, utili per una corretta applicazione della misura.
Chi ne ha diritto?
1° Caso: Per il settore pubblico e privato, dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026, l’esonero della quota di contributi pensionistici vale per le lavoratrici madri con tre o più figli, assunte con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, fino al compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccoli;
Si applica anche al part-time, al contratto di somministrazione, a lavoro agricolo o delle cooperative ai sensi della legge n. 142/2001. Non è fruibile per il lavoro domestico.
2° Caso: Per il settore pubblico e privato, dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024, possono fruirne le lavoratrici dipendenti assunte a tempo indeterminato con due figli fino al compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo.
Come si richiede?
Le lavoratrici possono richiedere il bonus in due modi: 1) Comunicando al datore di lavoro, con apposito modulo cartaceo, la volontà di avvalsi dell’esonero, rendendo noto il numero di figli ed il loro codice fiscale; 2) Utilizzando l’applicativo Inps, descritto nel messaggio n. 1702 del 6 maggio 2024, con cui si esercita il diritto, valorizzando i campi con i codici fiscali dei figli.
Da quando decorre?
Il bonus decorre a partire:
- Dal 1° gennaio 2024 se tutti i requisiti sono presenti a tale data;
- Dal mese di nascita del 2 o 3 figlio;
- Dal mese di assunzione a tempo indeterminato, per chi è già madre di due o tre figli;
Con lo stesso numero di figli, indicati sopra, in caso di trasformazione del contratto di lavoro da tempo determinato ad indeterminato, la decorrenza è il mese di variazione contrattuale.
Qual è l’importo?
Normalmente, per il lavoro dipendente, l’aliquota contributiva Ivs è pari al 33% della retribuzione lorda, versata interamente all’Inps dal datore di lavoro. Di questa percentuale, il 23,81% è a carico del datore di lavoro e il 9,19% a carico della lavoratrice. Il bonus prevede che quest’ultima quota venga erogata direttamente alla lavoratrice madre nella busta paga, fino al limite massimo di 3000 euro annue.
Qual è l’impatto fiscale?
È necessario evidenziare che il risparmio contributivo, canalizzato nella busta paga, vale come incremento dell’imponibile fiscale. Di conseguenza sarà maggiore l’onere tributario a carico della beneficiaria. (ub)
[Ugo Bianco è presidente dell’Associazione Nazionale Sociologi – Dipartimento Calabria]
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