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Metro Italia, altra giornata di sciopero contro la chiusura: a Pozzuoli addetti fuori dai cancelli – #finsubito prestito personale immediato – Richiedi informazioni


di
Flavia Dolgetto

L’agitazione indetta assieme ai colleghi del pun to vendita di Rimini, l’altro punto vendita in dismissione. Politica e istituzioni vicine: l’azienda riveda la decisione

Pozzuoli e Rimini scioperano insieme contro i licenziamenti annunciati da Metro Italia. Lo stato di mobilitazione è proseguito anche oggi all’esterno degli store di Via Campana a Pozzuoli e di Via Tolemaide a Rimini. Guardando all’interno di quello puteolano, ciò che si notava oggi erano luci accese tra scaffali pieni ma con corridoi vuoti. I lavoratori in protesta sono rimasti fuori dai cancelli anche l’ultimo giorno di ottobre, ottenendo supporto anche dai passanti. 

Un sostegno che, alla seconda giornata di sciopero, è arrivato anche dagli esponenti del mondo politico. Presenti gli onorevoli Antonio Caso e Francesco Emilio Borrelli, l’assessora alle Attività produttive del Comune di Pozzuoli, Titti Zazzaro, esponenti di Sinistra Italiana come Stefano Ioffredo e Stefania Fanelli della direzione nazionale. «Ho personalmente preso l’impegno di cercare il coinvolgimento del sindaco Manfredi e dell’intero Consiglio comunale, affinchè si possa istituire un tavolo di confronto con il prefetto e le parti sociali, a tutela delle circa 100 famiglie dei lavoratori oltre che l’intera filiera dell’indotto», ha dichiarato il consigliere Rosario Andreozzi, anch’egli presente al fianco dei lavoratori in protesta, prima dell’inizio dei lavori del Consiglio comunale. 




















































Anche il segretario provinciale di Sinistra Italiana, Stefano Ioffredo, ha espresso la volontà di esporre la situazione in parlamento, anticipando che: «Nelle prossime settimane approfondiremo la vicenda inerente alla proprietà e ai costi di locazione eccessivi, che sono il motivo principale secondo quanto afferma Metro Italia della decisione di chiudere il punto vendita di Pozzuoli». 

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L’agitazione odierna condivisa con la sede di Rimini rientrava tra gli scioperi programmati dai dipendenti per opporsi alla chiusura, annunciata dall’azienda il 19 settembre scorso. «Ci hanno comunicato la chiusura dei due store, dopo aver però annunciato l’apertura di quelli di Olbia e Pontedera. Ci hanno detto che non abbiamo raggiunto gli obiettivi economici, ma i dati mostrati a supporto di questa tesi sono incompleti», ha spiegato Tiziana Tramontano Rsa Uil Tucs. Su Pozzuoli, tra dipendenti diretti ed indiretti, sono circa 100 le persone a rischio licenziamento, mentre a Rimini oltre 40. La volontà di chiudere i due store, secondo le rappresentanze sindacali, sembra essere stata una volontà inattesa. Una decisione che per un’azienda che ha dichiarato in Italia, nell’anno fiscale 2022/2023, un fatturato di 1,97 miliardi di euro, con un +9,4% sul 2021-2022. Numeri positivi anche quelli globali del gruppo METRO AG con 30,6 miliardi di fatturato. 

La Società, player principale nel settore della vendita all’ingrosso e di servizi per l’Horeca, raccoglie 49 punti vendita in 16 regioni e circa 4000 dipendenti solo in Italia. Numeri che non fanno ben comprendere la scelta imprenditoriale di chiudere l’unico store destinato a coprire tutta l’area metropolitana di Napoli. Secondo l’ultima relazione aziendale, che ha analizzato anche i risultati dello store di Rimini, il punto vendita di Pozzuoli verserebbe in una situazione di grave criticità. Tra le principali cause di questa crisi, l’azienda cita un «costo della locazione oltremodo spropositato e non più sostenibile; il canone annuale è pari a 2,161 milioni di euro, ovvero il doppio di quello pagato per altri punti vendita di analoghe dimensioni». Un costo che incide per il 7,8% del fatturato e che, sempre come riportato dall’azienda, comparato con tutti i punti vendita in Italia, per i quali l’incidenza media dell’affitto sul fatturato è di circa il 3,3%, risulta essere spropositato. Dalle ultime interlocuzioni con l’azienda, bisognerà attendere ulteriori quindici giorni per sapere quale misura verrà attivata nei confronti dei 65 dipendenti che rischieranno, tra pochi mesi, di finire senza lavoro.

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31 ottobre 2024 ( modifica il 31 ottobre 2024 | 20:47)



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