Dal 2020 ad oggi in Europa sono stati persi 56 mila posti di lavoro, in Italia si prevede una contrazione per un’impresa su tre nel 2024
La crisi del settore delle auto rischia di avere pesanti ricadute in Italia così come in Germania, dove Volkswagen ha deciso di chiudere tre fabbriche, licenziando migliaia di dipendenti, e prevede di chiuderne anche una di Audi in Belgio. Una pessima notizia per l’industria italiana, dato che il 30% dei componenti delle auto tedesche è Made in Italy e che l’indotto è già affaticato dalla crisi degli impianti di Stellantis: per un’impresa della componentistica su tre è prevista una contrazione dell’occupazione. A fare i conti sull’impatto della crisi è l’Osservatorio sulla componentistica automotive italiana e sui servizi per la mobilità 2024, secondo il quale sarà un anno di «arretramento per tutti i vari indicatori economici, a partire dal fatturato che vede appena il 23% degli operatori dichiarare una crescita e il 55% una diminuzione, con un saldo del -32%».
Un quadro instabile
«Seppure i dati del 2023 siano ancora positivi, l’indagine descrive una filiera pessimista, preoccupata per l’instabilità del quadro economico e per l’incertezza sui volumi produttivi e fortemente condizionata dalle strategie delle case produttrici – ha evidenziato il presidente della Camera di commercio di Torino, Dario Gallina. –Sebbene la maggioranza delle imprese realizzi prodotti destinati a qualunque tipo di veicolo, indipendentemente dall’alimentazione, la temuta scadenza europea impone un cambiamento del modello di business al 34% delle imprese, tra mantenimento della produzione per paesi extra-Ue, virata verso l’elettrico o addirittura uscita dal settore auto».
In Europa persi 56 mila posti di lavoro
Secondo un recente studio di Clepa, l’associazione europea della componentistica automotive, dal 2020 ad oggi le perdite nette di posti di lavoro nel settore in Europa hanno superato i livelli dell’era Covid-19, arrivando a 56.000 unità, malgrado le proiezioni del 2021 prevedessero 100.000 nuovi posti di lavoro nella filiera del veicolo elettrico entro il 2025. E nel primo semestre 2024 sono stati annunciati tagli per ulteriori 32.000 posti di lavoro, superando i 29.000 del secondo semestre 2020. «La componentistica è sotto pressione anche in Italia – ha sottolineato Marco Stella, presidente del gruppo componenti Anfia – dove l’impatto del perdurante calo dei volumi di veicoli prodotti rende urgente attuare misure di politica industriale per la competitività delle imprese e rende ancora più grave quanto prospettato in Finanziaria con la distrazione di circa l’80% delle risorse del Fondo automotive 2025-2030 che auspichiamo possa essere corretta nel corso dell’iter parlamentare».
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