Due secoli fa i nobili, oggi gli oligarchi (imprenditori, ereditiere, uomini dell’Apparato di Putin) che hanno colonizzato tutta l’area
Nemmeno eravamo uniti che questi qui, cioé i russi, gli un tempo famosi e presentissimi, e oggi fantomatici e fantasmi russi, investivano sul lago. Lariograd. Difatti nel 1850 il principe Alexander Troubetzkoy preferì scappare dallo zar, che aveva invano cercato d’accoppare con un’insurrezione rimediando una condanna ai lavori forzati, approdando a Blevio. Una star (assai) ante-litteram, questo principe: carico di soldi, fece erigere una villa dopo una specie di operazione bellica con gli operai armati di dinamite per ricavare spazio utile fra le rocce, e appena presa dimora organizzò ricevimenti fastosi, chiassosi, dame e cavalieri, brindisi e danze. Lariograd.
In paese non lo amarono da subito, ovvio, e in verità manco col tempo: mai l’amarono i locali abitanti per lo più pescatori miti e riservati, ma amen, ci si doveva abituare per forza, russo era anche Gregorio Petrovich Schuwaloff il quale sempre in quei tempi e sempre a Blevio tirò su una magione come dono massimo a una signora della quale era innamorato. Magione passata nei secoli di proprietario fino a quando, dieci anni fa, venne rilevata dall’imprenditore Oleg Bojko, un oligarca, un amico di Putin, aziende in trenta nazioni, che dopo l’invasione dell’Ucraina finì sulla lista nera degli indesiderati in Canada, Australia e alcune nazioni balcaniche dove aveva mosso affari.
Ma quanti soldi per l’esattezza sborsò Bojko aggiudicandosi la villa? Boh. Sul serio: allora come oggi, a seguire il flusso del denaro (russo) un po’ ci si perde. O forse, nell’esplorare Lariograd, mai s’arriva. Per esempio, il caso di Kamilla Dzhanashiya. Il mistero.
Di costei sappiamo che possiede villa Balbiano, a Ossuccio, teatro pure delle riprese della serie televisiva «The House of Gucci» sulla saga infinita dei Gucci (e del Maurizio Gucci assassinato su ordine dell’ex moglie Patrizia Reggiani); Kamilla, 35 anni, nata a Mosca, con residenza ufficiale in un grattacielo vicino alle rive del fiume Moscova, ha investito in ville nell’Italia tutta, mica soltanto a Como, grazie alla sua società registrata a Parigi con un capitale sociale versato di 1.500 euro. Sì, la cifra è proprio questa, 1.500 euro, come da documenti. Possibile mai a fronte dei beni movimentati e dei conseguenti ricavi? No, però così è. Ulteriori «carte», che però necessitano di conferma, ci dicono che la stessa Kamilla avrebbe regalato milionate di euro a musei nostrani qualificandosi come mecenate in modo tale da avere agganci e protezioni cultural-istituzionali.
Della donna, non risultano immagini veritiere. A Blevio, ma è ridicolo domandare, nessuno l’ha vista mai, o meglio, anche se l’avesse vista non avrebbe saputo riconoscerla. La sua villa, che acquistò dalla famiglia Canepa, quelli storici della tessitura serica, piace molto ai tedeschi: due famiglie alemanne ne furono proprietarie compresa una coppia che se ne disfò dopo la morte del figlio precipitato durante un’arrampicata sulle cime dei dintorni. Villa Balbiano, che ospita eventi privati in prevalenza di stranieri, a giudizio degli abitanti dei colossali cafoni autori di un fracasso fino all’alba, era gradita a Silvio Berlusconi, però bruciato, si dice, dalla velocità di Kamilla (Berlusconi ripiegò su villa Comalcione, a Torno, sponda opposta del lago, ampio giardino incluso un campo da calcio). Ma tornando alla signora russa, esisterà davvero? Almeno un cenno, pur blando, a differenza sua, Arkady Novikov l’ha dato. Sui sentieri chilometrici fra le statue, correva Madonna da ospite, una delle numerosi ospiti americane, di Gianni Versace, l’antico padrone di villa Fontanelle a Moltrasio. Sul citofono, cui nessuno risponde, ecco le iniziali A.N., giustappunto Arkady Novikov. Ogni classifica è beninteso relativa eppure la maestosità della villa di Lariograd pare fuori categoria. Invece no, in quanto nel settore immobiliare, anche per interessi personali essendoci un’offerta di vendita, consigliano di buttarsi su villa Punta. A Laglio. Non tanto perché confinante con la già villa di George Clooney, bensì per le sue oggettive qualità.
La magione è stata di Igor Kogan, banchiere, e viene gestita anche dal ramo immobiliare della gran casa d’aste Sotheby’s, che aprì una sede sul lago nel 2013: giardino di tremila metri quadrati, 7 camere da letto e 17 bagni, piscina esterna e interna, cantina con duemila bottiglie.
Più contenuta è villa Saibene, di nuovo a Ossuccio (come la villa Balbiano di Kamilla Dzhanashiya): fu comprata dall’imprenditore Mikhail Kusnirovich, settore dei grandi magazzini a Mosca, e a Milano presidente del Cda della «Bph srl», società immobiliare con sede in via Monte Napoleone. La residenza di Kusnirovich permane sul lago, a Lariograd.
O forse la ex Lariograd?
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