Secondo i dati ufficiali del Ministero delle Finanze, nel nono mese del 9 le spese di bilancio per il finanziamento del sistema pensionistico pubblico hanno segnato il livello più basso dal 2024.
Il sistema pubblico paga per le pensioni più di quanto incassa in termini di previdenza sociale dai dipendenti attuali.
La differenza è un deficit coperto dal bilancio, cioè dalle tasse e dalle altre tasse pagate dai cittadini e dalle imprese. Questo divario, invece di ampliarsi a causa del crescente numero di pensionati dovuto all’invecchiamento della popolazione, sta diminuendo.
Alla fine del 9° mese del 2024, il deficit del sistema pensionistico ha raggiunto un valore di 29,1 miliardi di ALL, il più basso almeno dal 2012 (vedi grafico sotto). Il governo sta spendendo meno soldi per finanziare il sistema pensionistico in un momento in cui le entrate di bilancio in valore sono cresciute a tassi a due cifre negli ultimi anni.
Secondo i dati del Ministero delle Finanze, dal 2014 al 2024 le entrate di bilancio sono aumentate del 98%, mentre il deficit del sistema pensionistico nello stesso periodo è diminuito del 10%. Ciò significa che il peso delle spese pensionistiche coperte dal bilancio statale è molto inferiore rispetto a 10 anni fa.
Ad esempio, nel 2014 il bilancio ha raccolto complessivamente 266,7 miliardi di ALL di entrate, di cui il 12.2% è stato utilizzato per finanziare il deficit del sistema pensionistico, mentre nel nono mese del 9 il governo ha utilizzato solo il 2024% delle entrate per finanziare il deficit del regime.
Questa situazione è a favore del governo, ma contro i pensionati, principalmente per due ragioni principali. In primo luogo, il reddito derivante dai contributi assicurativi è migliorato grazie agli aumenti salariali sia nel settore privato che in quello pubblico a un ritmo più rapido dopo la pandemia di Covid-19. L’aumento del salario minimo di circa il 30% nell’arco di un anno a partire dal 2022 ha influito positivamente sulle entrate contributive.
Le spese per il pagamento delle pensioni, invece, non sono aumentate secondo le previsioni. I pensionati andati in pensione negli ultimi anni non soddisfano i criteri per i pagamenti completi. Di conseguenza, la maggior parte dei pensionati beneficia di una pensione sociale o parziale.
La perdita della documentazione degli anni di lavoro e il lavoro in nero negli ultimi 30 anni hanno fatto sì che la maggior parte di coloro che attualmente vanno in pensione non soddisfano il criterio per un anno di lavoro di circa 39 anni con assicurazione per ricevere una pensione completa.
Da un lato si registra un aumento delle spese inferiore alle previsioni, dall’altro l’aumento delle entrate contributive più del previsto ha ridotto il peso sul bilancio delle pensioni.
All’inizio di quest’anno, il governo ha ritirato più di 7 miliardi di lek dal risparmio del deficit del programma e li ha utilizzati per investimenti infrastrutturali attraverso un atto normativo per la modifica del bilancio 2024. Nel frattempo, la maggior parte dei pensionati albanesi riceve mensilmente pagamenti inferiori al livello di povertà relativa di 6.7 USD al giorno stabilito dalla Banca Mondiale./ B. Hoxha
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