“Siamo costretti a vendere auto elettriche, ma nessuno le vuole”. È un messaggio chiaro e disilluso quello che arriva dai concessionari d’auto, che ormai faticano a piazzare i modelli a zero emissioni imposti dai piani di mercato delle principali case automobilistiche. Pochi clienti si avvicinano a questi veicoli senza forti incentivi economici e, anche quando lo fanno, è spesso perché trovano offerte irripetibili. Nei piazzali dei rivenditori si accumulano le vetture alla spina in attesa di acquirenti, con il rischio concreto che questi modelli diventino un peso finanziario.
Stellantis e il caso Tavares: tra obiettivi irrealistici e pressioni dall’alto
Stellantis, uno dei principali gruppi automobilistici, rappresenta bene le difficoltà di questo periodo. Il suo CEO, Carlos Tavares, ha espresso forti dubbi sugli obiettivi ambientali fissati per il 2025, dichiarando che la rapidità con cui il mercato dovrebbe adattarsi all’auto elettrica è irrealistica, soprattutto per quanto riguarda la riduzione delle emissioni. Eppure, la pressione a spingere sull’elettrico non accenna a diminuire: i concessionari Stellantis raccontano di showroom dove l’offerta è quasi interamente elettrica, spesso affiancata da sconti e promozioni per attirare i clienti. Tuttavia, anche con prezzi più competitivi, l’interesse rimane limitato.
Obiettivi ambientali e difficoltà del mercato: un equilibrio difficile
L’Unione Europea, nella sua corsa verso la decarbonizzazione, ha fissato scadenze stringenti per la riduzione delle emissioni delle automobili. Con il traguardo del 2025, i produttori devono rispettare parametri severi che, in assenza di sufficienti vendite di veicoli elettrici, diventano difficili da raggiungere senza penalità. Per questo, molti costruttori spingono sul segmento elettrico, ma le tempistiche sembrano più dettate da pressioni istituzionali che da una reale domanda di mercato.
Carlos Tavares ha persino chiesto di rivedere questi target in una lettera alla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, sottolineando come le condizioni del mercato, specialmente quello europeo, non siano pronte per un passaggio così rapido.
I motivi della resistenza dei consumatori
Nonostante l’attenzione crescente alla sostenibilità, i consumatori restano diffidenti verso l’elettrico per molte ragioni. Il prezzo d’acquisto rimane elevato rispetto alle controparti a motore termico, e anche con incentivi e promozioni, il costo non è ancora accessibile a molti. Inoltre, l’infrastruttura di ricarica è carente in diverse aree, rendendo meno pratico l’uso quotidiano di questi veicoli. La limitata autonomia e i lunghi tempi di ricarica restano, per molti, un ostacolo insormontabile, soprattutto per chi vive in zone poco servite dalle stazioni di rifornimento elettrico.
Concessionari in difficoltà e prospettive future
La situazione attuale crea un cortocircuito tra domanda e offerta, lasciando i concessionari con magazzini pieni di veicoli elettrici difficili da vendere. Le case automobilistiche, costrette a rispettare i target di emissioni, cercano di spingere sull’elettrico, ma la scarsa richiesta del mercato rischia di trasformare questa strategia in un problema finanziario.
Il futuro dell’auto elettrica sembra dipendere dalla capacità delle istituzioni di conciliare gli obiettivi ambientali con le condizioni del mercato. I prossimi anni saranno decisivi per capire se questa spinta sull’elettrico sarà supportata da un’adeguata evoluzione delle infrastrutture e da una politica di incentivi più mirata. Tuttavia, al momento, la realtà sembra essere una transizione a metà, vissuta con più obblighi e preoccupazioni che con entusiasmo.
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