La recente legge di Bilancio ha introdotto conferme per i lavoratori italiani, in particolare per quanto riguarda il bonus in busta paga.
Questo può raggiungere fino a 8.260 euro annui. Questa cifra è il risultato di diverse misure mirate alla riduzione del cuneo fiscale e all’incentivazione dei datori di lavoro a riconoscere premi e altre forme di sostegno, grazie a specifiche agevolazioni fiscali. Tuttavia, mentre ci sono buone notizie per molti lavoratori, alcune categorie potrebbero vedere un calo nei loro guadagni.
Il taglio del cuneo fiscale, una delle misure più attese, è stato confermato. Questo significa che, anche nel 2025, i lavoratori potranno beneficiare di un maggiore netto in busta paga. Il bonus è stato reso strutturale per i prossimi cinque anni, ma con alcune modifiche rispetto al passato. In particolare, lo sgravio contributivo sarà mantenuto solo per gli incapienti, cioè per coloro che hanno un reddito fino a 20.000 euro e che, a causa delle detrazioni, non pagano sufficienti imposte sul reddito delle persone fisiche (Irpef). Per questi lavoratori, il vantaggio in busta paga dovrebbe essere simile a quanto percepito in passato.
Bonus busta paga: tutte le novità
Per i lavoratori con redditi superiori, il passaggio sarà da uno sgravio contributivo a uno fiscale, introducendo nuove detrazioni che ridurranno la quota Irpef dovuta. Questo si tradurrà in un aumento netto in busta paga fino a 100 euro al mese per chi ha un reddito di circa 35.000 euro annui, esclusa la tredicesima. Inoltre, il beneficio si estenderà, seppur in misura ridotta, anche a chi guadagna fino a 40.000 euro, evitando così che piccoli aumenti di stipendio possano paradossalmente ridurre il netto percepito a causa della perdita totale del bonus.
Le lavoratrici madri, invece, potrebbero non beneficiare delle stesse agevolazioni. Lo sgravio contributivo fino a 3.000 euro annui, riservato a madri con almeno due figli, non è stato esteso. Questo significa che molte di queste lavoratrici potrebbero vedere una riduzione del loro stipendio netto nel 2025. Solo le madri con almeno tre figli continueranno a beneficiare di questo sgravio fino al 2026.
Un’altra area di intervento riguarda le aliquote Irpef, che rimarranno invariate rispetto al 2024. L’aliquota del 23% si applica ai redditi fino a 28.000 euro, quella del 35% per i redditi tra 28.001 e 50.000 euro, e il 43% per i redditi superiori. Tuttavia, potrebbero esserci futuri aggiustamenti, come un eventuale abbassamento dell’aliquota del secondo scaglione dal 35% al 33%, estendendo i benefici anche ai redditi fino a 60.000 euro.
Per quanto riguarda i fringe benefit, la normativa resta invariata, permettendo ai datori di lavoro di erogare fino a 2.000 euro in beni e servizi esenti da tasse. Questi includono beni come auto aziendali, polizze sanitarie e rimborsi per le utenze domestiche. La soglia di esenzione sale a 2.000 euro per i lavoratori con figli.
Infine, un’altra agevolazione confermata riguarda i premi di produttività, con una tassazione ridotta al 5% per importi fino a 3.000 euro, valida per il triennio 2025-2027. Tuttavia, a fronte di questi benefici, vi è una nota dolente: le detrazioni per figli a carico saranno limitate ai 30 anni di età, a meno che il figlio non abbia una disabilità. Questo cambiamento potrebbe comportare una perdita fino a 950 euro annui per alcuni lavoratori.
In sintesi, la legge di Bilancio 2025 offre una serie di vantaggi in termini di riduzione del carico fiscale e incentivi per i datori di lavoro, ma presenta anche sfide per alcune categorie di lavoratori, in particolare le madri e chi ha figli adulti. La situazione è in continua evoluzione e ulteriori modifiche potrebbero emergere con l’approvazione definitiva del testo in Parlamento.
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