La Coalizione a Berlino ha ancora due settimane di vita? Continuare ancora fino alle prossime elezioni nazionali, il 28 settembre del 2025, o gettare la spugna, per evitare che vada sempre peggio? A metà novembre scade l’ultimo termine per approvare il bilancio preventivo per il 2025, ma verdi liberali e socialdemocratici continuano a litigare, indecisi su tutto. Ovviamente, basta che i liberali o i verdi escano dalla coalizione per provocare una crisi.
Il presidente della Repubblica Frank- Walter Steinmeier potrebbe evitare elezioni anticipate perché sarebbe possibile formare una nuova maggioranza, una Große Koalition tra cristianodemocratici e socialdemocratici, ma il leader della Cdu/Csu, Friedrich Merz potrebbe non accettare di entrare al governo in condizioni di inferiorità rispetto alla Spd. Meglio temporeggiare? Secondo gli ultimi sondaggi, le previsioni lo vedono in testa con oltre il 30, il doppio rispetto al cancelliere Olaf Scholz. Anche in una sfida all’americana gli elettori lo preferiscono con il 52 contro il 25. I tedeschi non amano neanche il conservatore Merz, comunque giudicato più concreto e affidabile.
Il piano Habeck; sconto del 10% sulle tasse alle imprese che investono
Con l’acqua alla gola, il ministro all’economia, il verde Robert Habeck, presenta il suo piano per salvare l’economia: un dieci per cento di sconto sulle tasse alle imprese che investiranno sulla produzione. Di fatto un’ammissione del suo personale fallimento. Scholz sarebbe d’accordo, ma il liberale Christian Lindner, ministro alle Finanze, protesta: i due alleati non sanno neanche far di conto, e non hanno concordato con lui lo sconto promesso. In un’intervista alla tv, giovedì sera, per un’ora, Scholz sui problemi economici si è perduto in dichiarazioni vaghe, esortando i tedeschi a restare ottimisti. Una predica, più che una proposta concreta.
La campagna elettorale è cominciata a spese dei tedeschi, scrive Der Spiegel. La coalizione non riesce neanche a formulare un piano comune, e il pil chiude per il secondo anno consecutivo in negativo, la Germania è in recessione, l’industria ha perduto 300mila addetti. Gli imprenditori non si fanno prendere in giro: serve una proposta realistica per cambiare rotta, rispondono, non premi ipotetici ai singoli.
«È Habeck che ha condotto l’economia in recessione», denuncia Marie-Christine Ostermann, presidente dell’Associazione delle aziende di famiglia. Come in Italia, in realtà sono le piccole e medie imprese a sostenere il Made in Germany. «Come si fa a investire, risponde al ministro, se non si sa dove il governo voglia andare? Gli imprenditori sono pessimisti, più che durante gli anni della pandemia».
I verdi accusano Lindner: rifiuta invetimenti vitali
I verdi si difendono: è Lindner il colpevole perché rifiuta investimenti vitali. Ma anche se volesse, il ministro delle Finanze, non può firmare un bilancio con un passivo esagerato, perché la vieta la Costituzione. Lo Fdp, il suo partito è precipitato sotto il 5, il minimo per entrare in Parlamento, ma Lindner da liberale non rinuncia ai suoi principi. Al prossimo bilancio mancano oltre 12 miliardi, ma è contrario ad aumentare le tasse, provocando una riduzione dei consumi, e i verdi lo accusano di sabotare le loro proposte per salvare il clima. Propone tagli alle spese, ma per quelle che giudica irragionevoli: al Bürgergeld, il reddito di cittadinanza, ma a chi non lo meriterebbe, ai profughi ucraini (oltre un milione) a cui è stato concesso subito, invece che dopo un anno e mezzo secondo la legge, e perfino ai profughi già espulsi come possibili terroristi, e che non si riesce a mandare a casa.
Si litiga anche sui migranti e l’Ucraina
Si litiga anche sull’immigrazione, verdi e socialdemocratici ancora divisi su severità o tolleranza senza limiti, e sulla guerra in Ucraina. Intanto non si riesce a bloccare l’Afd, il partito dell’estrema destra, e si attacca Sahra Wagenknecht, che con il Bws, fondato a gennaio, è l’unica che riesce a prendere i voti di chi è deluso dal governo. Secondo i sondaggi, con elezioni anticipate, il prossimo Cancelliere sarebbe Friedrich Merz, insieme con lo Spd, giungerebbe oltre il 45, a una maggioranza modesta dei seggi, ma se si perde un anno, i socialdemocratici, al 15, potrebbero ancora scendere, e Frau Wagenknecht, al 10, a salire. Nel 2025, forse non si potrebbe fare a meno di Sahra, laureata in economia, di sinistra, ma pragmatica.
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