Un altro caso di dossieraggio a livello nazionale. E ci sono anche alcuni pugliesi coinvolti nell’inchiesta che vede in tutto 60 persone indagate e che ieri è sfociata nell’arresto di sei persone, tra attuali ed ex appartenenti alle forze dell’ordine, hacker e consulenti informatici, destinatarie di misure cautelari nell’ambito di un’indagine condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Varese e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura di Milano insieme alla Dna. Informazioni segretissime sarebbero state rubate direttamente dalle Banche dati strategiche nazionali e poi rivendute con fini privatistici. Gli indagati sono accusati di associazione per delinquere e accesso abusivo a sistema informatico, in quattro sono finiti agli arresti domiciliari, tra cui un ex poliziotto. Per altri due, invece, sono state emesse misure interdittive. Tra gli obiettivi dei furti di dati sensibili, ci sarebbero stati anche politici e personaggi noti. Le intrusioni negli archivi e la diffusione delle notizie riservate, secondo l’ipotesi della procura, sarebbero avvenute per fini economici. Tra gli arrestati anche il “super poliziotto” Carmine Gallo.
Gli spiati
Tra le persone «spiate», attraverso una raccolta di informazioni riservate da banche dati strategiche, figura Paolo Scaroni, ex ad di Eni e presidente del Milan. E’ quanto emerge dall’ordinanza di custodia cautelare a carico di sei persone. Nel lungo elenco di nomi, che vengono a galla dalle imputazioni sulla presunta attività di dossieraggio, e di obiettivi degli accessi abusivi illeciti dell’associazione per delinquere ci sono anche Ginevra Csillaghy Furstenberg, figlia di Virginia (anche lei ‘spiata’), la nipote di Gianni Agnelli, morta nel 2023. E ancora, tra gli altri, Giovanni Gorno Tempini, ex presidente di Fiera Milano e numero uno di Cassa Depositi e Prestiti. Anche Massimo Ponzellini, banchiere ex presidente di Bpm, tra gli obiettivi.
Il ruolo del finanziere pugliese della Dia
Per quanto riguarda Scaroni, i presunti accessi abusivi sui suoi dati sono relativi al 2022. E li avrebbe effettuati Giuliano Schiano, maresciallo della Guardia di Finanza, “in servizio presso la Sezione Operativa della Dia di Lecce“, destinatario di un’interdittiva di sospensione dall’attività, sulla base della misura cautelare del gip. Interdittiva applicata dal giudice anche a Marco Malerba, originario di Brindisi, poliziotto che era in servizio al commissiariato di Rho-Pero, nel Milanese. Schiano avrebbe prelevato i dati di Scaroni dalla “Banca Dati Sdi del Ministero dell’Interno” e dalla “Banca Dati Punto Fisco dell’Agenzia delle Entrate”. Avrebbe agito per soldi su richiesta di Giulio Cornelli, “tecnico” della presunta banda, che “gestiva l’apparato informatico-telematico del gruppo” e ora ai domiciliari. E avrebbe, poi, trasmesso con “strumenti di comunicazione anche criptati” le informazioni “illecitamente esfiltrate dalle Banche Dati”. In sostanza, secondo i pm, Enrico Pazzali, il proprietario della società di investigazioni Equalize, indagato, “chiedeva” a Carmine Gallo, l’ex poliziotto arrestato, “l’abusiva acquisizione dei dati”. Poi, Nunzio Calamucci, anche lui uno degli arrestati, “chiedeva a Cornelli di estrapolare” quelle informazioni e quest’ultimo lo faceva attraverso Schiano. Questo il meccanismo descritto nelle imputazioni.
Hacker, Nordio e l’allarme cybersicurezza
Le banche dati
Come ha spiegato il procuratore di Milano Marcello Viola in una nota diffusa a sua firma, le informazioni sarebbero state rubate da banche dati come Sdi delle forze dell’ordine, Serpico, utilizzata dall’Agenzia delle entrate, Inps, Anpr (Anagrafe nazionale della popolazione residente) e Siva (Sistema informatico valutario). Si tratterebbe di un’attività che veniva svolta prevalentemente su commissione da parte di veri e propri clienti, durante la quale gli arrestati avrebbero ricercato informazioni di qualunque tipo – da quelle bancarie a quelle giudiziarie, fiscali o sanitarie – estrapolandole e diffondendole a pagamento a chi le aveva richieste. Nella giornata di ieri, sono state eseguite decina di perquisizioni in Italia e all’estero e, oltre agli arresti, il giudice per le indagini preliminari di Milano ha disposto anche il sequestro di alcune società.
Gli accertamenti
Un’inchiesta, quella coordinata dal sostituto procuratore di Francesco De Tommasi della Dda di Milano – guidata dal procuratore Marcello Viola – e dal pm della Dna Antonio Ardituro, che nascerebbe da una precedente indagine milanese sulla criminalità organizzata, che avrebbe portato a scoprire il furto di informazioni – definite dalla Procura «sensibili e segrete» – dalle banche dati per «finalità di profitto economico e di altra natura».
Le accuse
Al momento, tuttavia, agli indagati non vengono contestate al momento condotte di agevolazione delle mafie. L’indagine ricorda tanto il noto caso di presunto dossieraggio su cui ha indagato la Procura di Perugia e per la quale sono stati iscritti nel registro degli indagati il tenente Pasquale Striano e l’ex pm della Dna Antonio Laudati e che arriva soltanto poche settimane dopo quella di Bari su accessi abusive a banche dati. In quest’ultimo caso erano stati spiati i conti correnti della premier Giorgia Meloni, del presidente del Senato Ignazio La Russa e dei ministri Crosetto e Santanchè.
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