Si tratta di Giuliano Schiano, maresciallo della guardia di finanza e originario di Napoli, e del maresciallo dei carabinieri Tommaso Cagnazzo
Porta anche in Puglia l’indagine della Dia di Milano sull’associazione a delinquere che avrebbe come centro la società di investigazioni Equalize, attraverso la quale sarebbero stati prelevati dati personali di politici, imprenditori, manager, appartenenti alla criminalità organizzata.
Gli indagati nella Dia di Lecce
Due degli indagati sono infatti in servizio nella Dia di Lecce: si tratta di Giuliano Schiano, maresciallo della guardia di finanza e originario di Napoli, e del maresciallo dei carabinieri Tommaso Cagnazzo.
Il primo, sospeso per sei mesi dal servizio, è considerato una figura chiave dell’inchiesta. Il secondo avrebbe invece avuto un ruolo più marginale, ma dagli uffici leccesi della Dia avrebbe comunque effettuato accessi alle banche dati delle forze dell’ordine per ottenere dati sul conto di alcune persone spiate. Due pugliesi, indagati, sono invece in servizio nel commissariato di polizia di Rho-Pero, nel milanese: sono i brindisini Marco Malerba (anche lui sospeso dal servizio come Schiano, è considerato un «braccio operativo» dell’associazione) e Armando Gianniello.
Schiano, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, avrebbe avuto la «funzione vitale» (scrive il gip) di fornire in modo continuativo, alla presunta associazione, le informazioni e i dati raccolti abusivamente dalle banche dati Sdi (del ministero dell’Interno), Punto Fisco, Inps ed Etna. E, dai vari sistemi, avrebbe effettuato accessi abusivi e prelevato i dati, tra il 2022 e il 2023, su richiesta di Giulio Cornelli (ai domiciliari), uno dei tecnici che avrebbe gestito l’apparato informatico e telematico del gruppo.
Schiano sarebbe stato pagato circa 1300 euro al mese per questi lavori e avrebbe trasmesso «con strumenti di comunicazione anche criptati» le informazioni «illecitamente esfiltrate dalle banche dati».
Gli «spiati» da Schiano
Tra gli spiati da Schiano anche Paolo Scaroni, ex amministratore delegato di Enel e dal 2018 presidente del Milan.
Gli accessi nei suoi confronti sarebbero stati effettuati, da Lecce, nel 2022. Schiano, per giustificare le sue «continue e massive» interrogazioni alle banche dati, avrebbe usato giustificazioni di comodo, come la necessità di verificare degli esposti anonimi. Il maresciallo della finanza avrebbe avuto un «rapporto di tipo corruttivo e con carattere di stabilità con il gruppo», in particolare con Cornelli: i due si sarebbero incontrati in due occasioni a Lecce e a Bari.
E dunque in Puglia si torna a parlare di spionaggio di dati a pochi giorni dal caso dell’ex dipendente di Intesa Sanpaolo di Bitonto Vincenzo Coviello, 52enne indagato per aver spiato i dati dei conti di politici, sportivi, imprenditori e vip. Nel suo caso, però, almeno al momento non c’è traccia di acquisizione e trasferimento dei dati, che sarebbero stati consultati da Coviello – nelle parole dello stesso indagato – solo per «mera curiosità».
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