Nel 2025 termineranno – o verranno molto ridotti – i bonus legati alle ristrutturazioni e all’efficientamento energetico delle abitazioni, mentre nel 2026 andranno a esaurimento i fondi legati al Pnrr. Temi importanti che certamente porteranno conseguenze anche alle imprese che operano nel campo dell’edilizia nel territorio cesenate. “In effetti – analizza Giovanni Calzolari, direttore Ance di Forlì-Cesena – le incognite non mancano. Veniamo da anni nei quali in seguito al Superbonus il settore è stato investito da una serie di radicali cambiamenti. Sono nate tante nuove aziende edili, il che non è necessariamente un bene, perché tra queste c’è stato anche chi ha semplicemente cercato di improvvisarsi per cavalcare l’onda senza magari vere le giuste competenze necessarie a operare in un settore delicato come quello delle costruzioni. Sono poi seguiti provvedimenti a raffica che tante volte hanno cambiato le regole da seguire. Ora questa fase è terminata e dietro l’angolo ci sono diversi tipi di possibili cambiamenti. Gli incentivi verranno rimodulati: tutto sta nel capire di quanto e in che modo. E con quanto preavviso verranno rese note le decisioni. Perché lo scenario ideale per un imprenditore è quello con regole chiare e definite, senza scossoni”.
Le questioni aperte restano in effetti tante: “Ci troviamo in un territorio – analizza Gabriele Di Bonaventura, responsabile di Cna Costruzioni Forlì-Cesena – che da una parte necessita di importanti interventi che possano contratare il dissesto idrogeologico e che dall’altra deve fare i contri col 56% di edifici classificati nelle classi F e G, dunque quelle che più urgentemente necessitano di interventi di riqualificazione. E’ vero, il Superbonus non ci sarà più, ma non tutte le detrazioni verranno eliminate, così come il settore pubblico dovrà continuare a investire sul territorio, a prescindere dai fondi del Pnrrr. Il mondo dell’edilizia col suo indotto rappresenta il 18% del pil nazionale: è importante che i prossimi passi che verranno compiuti dal nostro Paese vengano mossi nella direzione giusta, attraverso un confronto con le associazioni di categoria, per trovare le migliori soluzioni su temi nei quali gli errori rischiano di essere pagati a carissimo prezzo”.
Sul tema interviene anche Daniela Pedduzza, del gruppo di presidenza di Confartigianato Cesena: “Le condizioni dei nostri edifici sono critiche: il 68% del totale risale a prima del 1980 e il 51,8% degli immobili si colloca nelle classi energetiche meno efficienti (F e G). Confartigianato ha stilato anche la classifica di regioni e province con le peggiori prestazioni energetiche degli immobili. Si supera la media italiana del 51,8% di edifici nelle classi energetiche più basse in sette regioni tra cui anche l’Emilia-Romagna (56,7%). Siamo un Paese con case vecchie e poco efficienti. Non c’è tempo da perdere: vanno messi subito in campo interventi a sostegno della riqualificazione degli immobili con l’obiettivo, indicato dalla Direttiva Ue, di ridurre il consumo energetico del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035, fino alle emissioni zero nel 2050. Per garantire la transizione green bisogna rendere stabili e permanenti le detrazioni fiscali al 65% che consentono di raggiungere più obiettivi: riqualificazione del patrimonio immobiliare, risparmio ed efficientamento energetico e difesa dell’ambiente, rilancio delle imprese delle costruzioni, emersione di attività irregolari”.
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