“Le dichiarazioni di Filippo Turetta confermano il quadro accusatorio, indicando chiaramente che si tratta di un omicidio premeditato per la morte di Giulia Cecchettin. Pertanto, rischia con buona probabilità la pena massima, ovvero l’ergastolo”.
Così Daniele Bocciolini, avvocato penalista e Consigliere per le Pari Opportunità e la Commissione Famiglia e Minori dell’Ordine degli Avvocati di Roma, ha commentato a Fanpage.it la seconda udienza del processo per l’omicidio di Giulia Cecchettin presso la Corte d’Assise di Venezia. Durante l’udienza, Filippo Turetta ha fornito la sua versione dei fatti, rispondendo alle domande del pm e degli avvocati.
Turetta ha affermato in aula di aver scritto una lista dettagliata la sera del 7 novembre, pianificando l’azione che avrebbe portato all’omicidio. Tra gli elementi emersi vi sono preparativi precisi, come la lista con nastro isolante e sacchi della spazzatura, ricerche online su luoghi appartati, e l’acquisto di coltelli e contanti per evitare tracciamenti. Turetta stesso ha ammesso di aver mentito precedentemente sugli scopi di tali acquisti. Questi elementi dimostrano chiaramente la premeditazione, sottolinea Bocciolini.
Possibilità di ergastolo
Confermata l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, Turetta rischia, in caso di condanna, la pena massima dell’ergastolo. Per configurare l’aggravante della premeditazione occorrono due elementi: uno psicologico, cioè una risoluzione criminale ferma e persistente, e uno cronologico, con un intervallo di tempo apprezzabile tra la decisione e il delitto. In questo caso, la premeditazione è evidente poiché Turetta ha avuto tempo per riflettere e ha mantenuto costante il suo intento, elemento che giustifica un inasprimento della pena.
Strategia difensiva
La difesa di Turetta ha rinunciato all’udienza preliminare per accelerare il processo e ha acconsentito all’acquisizione dell’intero fascicolo del Pm, evitando così la testimonianza dei 30 testimoni dell’accusa. Questo suggerisce che la difesa non contesti le indagini, ritenendo i fatti chiari e spingendo per una sentenza rapida, come un procedimento abbreviato ma senza sconto di pena. Inoltre, la difesa non ha richiesto una perizia psichiatrica, implicando che Turetta sia pienamente capace di intendere e volere.
La strategia difensiva mira a mettere in risalto la condotta processuale di Turetta, la sua giovane età, la mancanza di precedenti penali, e un potenziale pentimento. Obiettivo della difesa è ottenere circostanze attenuanti generiche: qualora fossero ritenute equivalenti alle aggravanti, queste attenuanti potrebbero portare a una riduzione della pena, abbassando la condanna dall’ergastolo a 30 anni di reclusione.
Lo riporta FanPage.
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