Un passo avanti o uno indietro? L’approvazione alla Camera del DDL Concorrenza spinge ancora di più l’acceleratore sull’ecosistema italiano dell’innovazione. A partire da alcune novità introdotte nel testo di legge…
Il DDL Concorrenza in 5 punti
- La nuova definizione di Startup
- L’aumento del capitale minimo sociale
- Le agevolazioni fiscali
- Il credito d’imposta
- Le privative industriali
La definizione di Startup
Per essere considerate tali, le Startup devono rientrare nelle categorie di micro, piccole o medie imprese (MPMI) come definite dalla Raccomandazione 2003/361/CE. Un cambiamento che mira a restringere il campo delle Startup innovative. Per questo, infatti, sono escluse quelle che hanno raggiunto dimensioni significative. O, ancora, che hanno superato la fase iniziale del proprio ciclo di vita.
L’aumento del capitale minimo sociale
Le Startup innovative devono disporre di un capitale sociale minimo di 20.000 euro entro due anni dall’iscrizione al Registro delle Imprese. Questo per garantire che possiedano una solida base finanziaria in grado di sostenere le loro attività iniziali e attrarre investitori.
Le agevolazioni fiscali
Il DDL Concorrenza introduce la deducibilità degli investimenti. La proposta è quella di aumentarela percentuale deducibile fino all’85%, un incentivo per chi investe nel capitale sociale delle Startup.
Il credito d’imposta
A decorrere dal periodo d’imposta 2025, agli incubatori certificati è concesso un contributo, sotto forma di credito d’imposta, pari all’8% della somma investita nel capitale sociale di una o più Startup innovative. L’investimento massimo non può superare l’importo di 500mila euro e deve essere mantenuto per almeno 3 anni.
Le privative industriali
Brevetti e marche sono introdotti come strumento strategico per proteggere l’innovazione. Una tutela non solo nei confronti delle aziende ma anche un incentivo per l’attrattività e il valore commerciale dell’azienda stessa agli occhi degli investitori.
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