È nata a marzo del 2024 la Strategic Technologies for Europe Platform (Step), piattaforma per sostenere l’industria europea e incentivare gli investimenti nelle tecnologie critiche nel continente. Oggi, a diversi mesi dal suo esordio, diventa ufficiale il riorientamento di parte delle risorse: un terzo dei fondi saranno messi a frutto al Sud Italia, dove pare che si stia seriamente scommettendo sull’innovazione.
Come riportato da Il Sole 24 Ore, infatti, dati alla mano più di due dei 6 miliardi di Step verranno impiegati in cinque Regioni del Mezzogiorno. In pole position si trova la Sicilia, con 615 milioni di euro, cui seguono la Campania (581), la Puglia (471), la Calabria (264) e la Sardegna (166). Si tratta di un segnale importante, perché ad oggi la spesa dei fondi al Sud è bloccata, ancorata a percentuali irrilevanti.
Step mira proprio ad accelerare gli investimenti e le sinergie tra i programmi, per altro coinvolgendo anche imprese di grandi dimensioni, cosa che per il Sud è importantissima: si potranno infatti attrarre soggetti privati in grado di realizzare progetti estremamente rilevanti. Nello specifico, le Regioni coinvolte dovranno sviluppare o fabbricare quelle che sono considerate tecnologie critiche.
Di cosa si tratta? Di tutte le innovazioni nell’ambito del digitale e dei settori deep tech (come intelligenza artificiale, internet of things, blockchain), ma anche di tecnologie pulite ed efficienti, oltre che di biotecnologie.
D’altro canto, la piattaforma Step mette a disposizione degli strumenti preziosi, fra cui la riprogrammazione dei finanziamenti Ue con bandi dedicati per i settori indicati, e l’one-stop shop, team nella Direzione della Commissione europea per il bilancio che sarà il punto di contatto per l’industria e le autorità di gestione. Non solo: come si legge nel regolamento, il 100% delle agevolazioni per le grandi imprese sarà a carico dei fondi europei, senza cofinanziamento nazionale.
Sono anche previsti il prefinanziamento fino al 30% per i programmi che aderiscono entro marzo 2025 e una modifica alla carta degli aiuti regionali (che ha alzato del 10% la quota dei sussidi sul costo complessivo del progetto). Infine, c’è anche da considerare che Step è compatibile con diversi programmi e fondi europei, da Horizon a InvestEu e che chi aderisce viene premiato con maggiore flessibilità nella gestione dei fondi di coesione.
Adesso, per vedere come la situazione si evolverà e si concretizzerà, non resta che aspettare: tutte le Regioni aderenti, infatti, dovranno presentare specifici bandi per l’utilizzo delle risorse stanziate nei primi mesi del 2025.
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