Le simulazioni: chi ci guadagna e chi ci perde nelle retribuzioni. La nuova versione del taglio e il calcolo sul reddito complessivo. Che rischia di stravolgere tutto. Come per le detrazioni
La Legge di Bilancio 2025 porterà aumenti in busta paga dal primo gennaio. E a guadagnarci di più sarà chi ha una retribuzione lorda tra i 35 e i 40 mila euro. Che porterà a casa mille euro in più all’anno, ovvero 83 al mese. Ma la nuova versione del taglio del cuneo fiscale prevede il calcolo sul reddito complessivo e non solo su quello da lavoro. E secondo le simulazioni questo si traduce «in una perdita, seppure modesta, anche sui redditi più bassi», secondo il tributarista Gianluca Timpone. Ma soprattutto: proprio per i redditi tra i 32 e i 40 mila euro l’anno «il beneficio promesso si riduce a una manciata di euro». E se si hanno altri redditi si annulla tutto. E a guadagnarci rischiano di essere in pochissimi. Mentre a perderci di più tra chi guadagna 85 mila euro l’anno sono i single. Che perdono 6 mila euro di detrazioni.
I bonus in busta paga e i tetti alle detrazioni
Il Corriere della Sera oggi spiega che nella manovra 2025 la fascia con retribuzione lorda tra i 35 e i 40 mila euro (ovvero una platea di 1,3 milioni di lavoratori dipendenti) troverà il bonus in busta paga di cui hanno goduto finora le retribuzioni inferiori. Secondo le simulazioni del ministero dell’Economia entreranno 1000 euro in più l’anno a chi ne prende 35 mila, 687 a chi ne guadagna 38 mila e 460 per chi lo ha di 40 mila (parliamo sempre di retribuzioni annue). Mensilmente, e considerando 13 mensilità, si tratta rispettivamente di 83, 57 e 38 euro al mese. Per le retribuzioni al di sotto dei 35 mila euro non ci saranno invece novità. Anche se il guadagno di 119 euro l’anno per chi ne prende 25 mila è dovuta al cambio di natura del bonus. E diventerà strutturale mentre prima era il risultato del taglio di contributi Inps.
Il nuovo taglio del cuneo fiscale strutturale
A partire dal 2025 il bonus assumerà per i lavoratori dipendenti fino a 20 mila euro la forma di una somma rapportata al reddito. Ovvero il 7,1% fino a 8.500 euro; 5,3% tra 8.500 e 15 mila; 4,8% tra 15 mila e 20 mila. Sopra i 20 mila euro e fino a 32 mila scatterà una detrazione d’imposta di mille euro. Che comincerà a scendere oltre i 32 mila e si azzererà oltre i 40 mila. Chi ha un imponibile sopra i 75 mila euro (ovvero 3.500 euro netti al mese) finirà invece penalizzato. Si tratta di 1,3 milioni di lavoratori. In media vedranno 769 euro di minori detrazioni. E un tetto per le spese detraibili da 14 mila euro, che scendono a 8 mila per chi dichiara più di 100 mila euro l’anno. Si tratta dei tetti massimi per chi ha tre figli a carico. Per tutti gli altri i tetti scendono fino a dimezzarsi per i single.
Chi ci perde con il cuneo fiscale tagliato
Ma c’è di più. La Stampa spiega che l’effetto della nuova versione del cuneo fiscale per i lavoratori italiani fra i 15 mila e i 40 mila euro di reddito in caso di concorso di altre entrate (fino ai 50 mila euro) è quello di una perdita secca fra gli 82 e i 1.080 euro lordi. Le simulazioni le ha elaborate lo studio tributario Timpone. L’inghippo sta proprio nel nuovo metodo di calcolo del taglio del cuneo fiscale. Per il calcolo adesso si terrà conto del reddito complessivo. E quindi entreranno a concorrere altre entrate. Come per esempio locazioni o attività similari, prestazioni occasionali, redditi derivanti da opere di ingegno, eventuali trattamenti di parziale anticipo pensionistico o anche assegni di invalidità parziale. Con il risultato che ci saranno perdite per tutti. Anche per i redditi più bassi.
I redditi tra 32 e 40 mila euro l’anno
I più colpiti, spiega Timpone, risultano «i redditi fra i 32 e i 40 mila euro. Qui il beneficio promesso si riduce, in realtà, ad appena una manciata di euro e, se si hanno altri redditi, si annulla del tutto. È vero che la platea di potenziali beneficiari si è allargata a 1,3 milioni di contribuenti ma a guadagnarci rischiano di essere in pochissimi». Poi ci sono le detrazioni. La manovra fissa due limiti sui redditi superiori a 75 o a 100 mila euro l’anno. E fornisce quattro coefficienti per il quoziente familiare: da 0,50 per un single a 1 per coppia con più di due figli o uno con disabilità. Al di sotto di 75 mila euro l’impatto è neutro. Invece a perdere di più fra quanti guadagnano 85 mila euro annui è il single (che vede sfumare 6 mila euro di detrazioni). «Le misure appaiono studiate per limitare e assottigliare i potenziali beneficiari e consentire un risparmio allo Stato», conclude Timpone.
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