Le imprese familiari rivestono un ruolo cruciale nel panorama economico italiano, rappresentando circa l’81% del tessuto imprenditoriale nazionale. Recenti studi, tra cui quello condotto da Cerved Rating Agency, hanno messo in evidenza come le cosiddette “family business” mostrino una solidità patrimoniale e una sostenibilità finanziaria superiori rispetto alle loro controparti non familiari. Numerosi elementi contribuiscono a questa solidità.
Secondo l’analisi di Cerved, il rapporto tra patrimonio netto da un lato, e totale delle attività dall’altro, per le aziende familiari è del 32,8%, mentre per le non familiari scende al 29,6%. Questo significa che oltre un terzo delle attività delle imprese familiari è coperto da capitale proprio, riducendo così la necessità di ricorrere a prestiti.
Inoltre, le imprese familiari dimostrano una migliore capacità di gestire i propri debiti. Il loro rapporto di copertura degli interessi (EBIT interest coverage) è di 6,9 volte, indicando che guadagnano sufficientemente per coprire gli interessi sul debito quasi sette volte. Al contrario, le aziende non familiari riescono a coprire gli interessi solo 5,3 volte. Questi dati evidenziano come le imprese familiari siano più solide finanziariamente e abbiano meno probabilità di andare in default. Infatti, la probabilità media di default per le imprese familiari è del 5,78%, rispetto al 6,3% delle non familiari. Questa differenza, sebbene possa sembrare marginale, indica che le aziende a conduzione familiare sono meno vulnerabili a crisi economiche e fluttuazioni di mercato.
Un fattore chiave che contribuisce a questa solidità è l’orientamento a lungo termine delle imprese familiari. Queste aziende tendono a pianificare con una visione che trascende il profitto immediato, considerando la continuità attraverso le generazioni. Questo approccio favorisce decisioni più sostenibili e crea un clima di lavoro positivo, in cui la trasmissione dei valori familiari promuove relazioni solide con fornitori e clienti. Di conseguenza, si genera maggiore lealtà tra i dipendenti e un ambiente lavorativo collaborativo.
La flessibilità rappresenta un ulteriore vantaggio: grazie alla gestione diretta da parte dei membri della famiglia, le imprese possono prendere decisioni più rapidamente e adattarsi meglio ai cambiamenti del mercato. In particolare, le aziende familiari con una forte propensione all’export si dimostrano particolarmente resilienti; l’internazionalizzazione non solo aumenta la competitività ma contribuisce anche a stabilizzare il rischio creditizio.
Tuttavia, è importante notare che le aziende familiari mostrano un gap negativo nella crescita: mentre il resto del mercato ha registrato un aumento medio annuo dei ricavi del 18,2% negli ultimi tre anni, le imprese familiari hanno visto una crescita del 12,6%. Nonostante questo aspetto, gli investitori dovrebbero considerare le aziende familiari come una scelta preferenziale grazie al loro minore rischio complessivo.
In termini di sostenibilità, le imprese familiari tendono ad avere profili comparabili alle non familiari; tuttavia, necessitano di miglioramenti nella governance per massimizzare il loro potenziale. Un’analisi della sostenibilità rivela che queste aziende sono più solide laddove la sostenibilità è alta. Migliorare gli aspetti di governance non solo aiuta a mitigare i rischi interni ma migliora anche la percezione esterna dell’azienda da parte dei creditori e degli investitori.
In sintesi, le imprese familiari italiane si caratterizzano per una solidità patrimoniale superiore e un rischio di default inferiore rispetto alle non familiari. Per mantenere questa posizione favorevole nel lungo termine, è essenziale che queste aziende investano nella pianificazione della successione e migliorino gli aspetti di governance. Solo così potranno affrontare le sfide future con maggiore sicurezza e resilienza. Questa analisi sottolinea l’importanza delle imprese familiari nel contesto economico italiano e offre spunti su come possano continuare a prosperare in un ambiente sempre più competitivo.
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