Il Consiglio di Stato scende in campo in vista delle votazioni federali del 24 novembre e chiede ai ticinesi di respingere la riforma sul Finanziamento uniforme delle prestazioni sanitarie. Il direttore del Dss: “Se passerà dovremo intervenire con ulteriori misure di risparmio o trovare nuove entrate”.
Il Governo ticinese dice No al progetto di finanziamento uniforme delle prestazioni nel settore sanitario (EFAS). Tema che, ricordiamo, sarà oggetto delle votazioni federali del prossimo 24 novembre. Il Consiglio di Stato, come spiegato oggi in una nota, “condivide gli obiettivi generali della riforma”, che tuttavia “risulta inadeguata e persino controproducente per il Canton Ticino, con un importante aggravio a carico delle finanze pubbliche”. Il Ticino, spiega a Ticinonews Raffaele De Rosa, direttore del Dipartimento della sanità e della socialità (Dss), “non è il solo cantone contrario alla riforma, ci sono anche molti cantoni romandi che condividono la nostra posizione. Sono i cantoni che in questi anni hanno conosciuto una crescita molto importante del settore ambulatoriale. Per De Rosa, infatti, il problema è proprio questo: “mettendo tutto l’ambulatoriale nel calderone, nei Cantoni come il nostro si osserverà una crescita del contributo attraverso il gettito fiscale, quindi con i soldi pagati dai contribuenti attraverso le imposte, e non ci sarà nessuna garanzia di vedere una riduzione dei costi dei premi di cassa malati”.
Per il Cantone, si legge nel comunicato stampa odierno, “da un punto di vista puramente finanziario, questa riforma comporterebbe un importante aggravio per le finanze cantonali, stimato dalla Confederazione sulla base dei dati del 2019 in circa 60 milioni di franchi l’anno, destinati a lievitare. Ben difficilmente questa maggior partecipazione cantonale alla spesa sanitaria si ripercuoterà in termini positivi sui premi di cassa malati”. E nulla cambierebbe se la situazione finanziaria fosse diversa. “Raccomanderemmo comunque un no, perché la stessa proposta può essere ottenuta in maniera più semplice e trasparente attraverso un adeguamento dell’ordinanza sulle prestazioni, che già oggi è in vigore e porta ottimi risultati a favore dei pazienti”, aggiunge De Rosa.
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