L’interrogatorio di garanzia per Ciro Caliendo, imprenditore vitivinicolo di 46 anni originario di San Severo, è stato sospeso a causa di una nuova procedura. Caliendo, arrestato dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Napoli, è accusato di aver fabbricato l’ordigno esplosivo usato nell’attentato di Bacoli, che mirava a colpire un Maggiore della Guardia di Finanza, rimasto miracolosamente illeso.
Secondo le indagini, l’ordigno sarebbe stato piazzato sotto l’auto dell’ufficiale dal cognato di Caliendo, Franco Di Pierno, su mandato di Viviana Pagliarone, ex moglie della vittima designata e avvocato foggiano. Caliendo è sospettato di aver confezionato l’esplosivo, come emerge dal capo d’accusa. Il giudice ha però rigettato l’eccezione sollevata dalla difesa riguardante la nullità della procedura, ritenendola “non configurabile”. La difesa ha annunciato l’intenzione di presentare un’istanza di Riesame al Tribunale di Napoli, chiedendo la revoca degli arresti domiciliari.
Le Accuse e l’Inchiesta
Ciro Caliendo è indagato per la fabbricazione dell’ordigno che, secondo gli inquirenti, sarebbe stato assemblato “in concorso e previo accordo” con Franco Di Pierno. Il dispositivo esplosivo, classificato come un ordigno non convenzionale, sarebbe stato realizzato con una miscela di sostanze chimiche tra cui perclorati, potassio, alluminio, nitrati, ammonio e zolfo. Questi componenti avrebbero prodotto una miscela esplosiva ad effetto detonante, nota come Flash Powder. Secondo l’accusa, Caliendo avrebbe fornito anche il telecomando per attivare l’esplosione.
La difesa, rappresentata dagli avvocati Angelo Masucci e Simone Moffa, ha contestato la validità dell’interrogatorio, sostenendo la “violazione del diritto di assistenza e difesa dell’indagato”. Gli avvocati non avrebbero infatti avuto accesso a tutti gli atti del fascicolo a causa di un problema tecnico di trasmissione. Questa eccezione ha fatto saltare l’interrogatorio previsto dinanzi al Gip Nicola Marrone del Tribunale di Napoli.
Altre Accuse a Caliendo
Ciro Caliendo è anche indagato a piede libero per omicidio volontario in un’altra vicenda che risale alla morte della moglie, Lucia Salcone, deceduta in un incendio scoppiato in auto dopo un incidente stradale. La Procura di Foggia sospetta che l’incidente possa essere stato orchestrato e non un tragico evento casuale. Le indagini sono tuttora in corso per accertare se ci sia stata una premeditazione dietro il tragico episodio.
L’evoluzione delle indagini sia a Napoli che a Foggia sarà cruciale per chiarire la posizione di Caliendo, mentre il suo legale continua a battersi per la revoca degli arresti domiciliari.
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