Parrebbe proprio di sì.
Nel disegno di legge di Bilancio 2025, presentato dal Governo alle Camere per la sua approvazione è infatti prevista l’introduzione a regime [e quindi esente da rinnovi annuali che sono andati avanti sin dal 2001] la facoltà per il contribuente di rivalutare quote sociali e terreni posseduti al 1° gennaio dell’anno interessato dalla rivalutazione.
Sarà necessaria, come sempre, la redazione da parte di un professionista abilitato di una perizia di valutazione delle quote o dei terreni, da asseverare entro il 30 novembre dell’anno in cui s’intende far decorrere gli effetti della rivalutazione [quindi, ad esempio, entro il 30.11.2025, se le quote – da me possedute al 1° gennaio dello stesso anno, dato questo ovviamente fondamentale e imprescindibile – ho progettato di cederle nel corso sempre del 2025 o di uno degli anni successivi].
Entro la stessa data del 30 novembre dell’anno interessato bisognerà anche versare l’imposta sostitutiva, confermata nella misura del 16%, o la prima di tre rate annuali.
È stata anche confermata, e non è un dato irrilevante, che quanto sia stato eventualmente già versato in relazione a precedenti rivalutazioni potrà essere scomputato dall’imposta sostitutiva dovuta nel caso si proceda a una nuova rivalutazione.
Il Governo sta dando così attuazione a un principio contenuto nella legge delega di riforma fiscale del 2023, che prevede infatti – come abbiamo riferito a tempo opportuno – l’introduzione appunto a regime delle rivalutazioni in argomento.
(stefano lucidi)
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