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Auto elettriche: ecco come l’auto europea è finita nel caos – #finsubito prestito personale immediato – Richiedi informazioni


Obblighi imposti sulla base di previsioni errate, scelte radicali e demonizzazione del gasolio: passo dopo passo, ecco come Bruxelles ha messo in ginocchio una delle industrie più importanti del continente

Gianluigi Giannetti

Un pessimo calcolo dei tempi. Previsioni clamorosamente sbagliate da parte delle istituzioni comunitarie sul decollo delle vendite di auto elettriche che non è finora arrivato e scientifica demonizzazione di quelle a gasolio, che per paradosso avrebbero potuto fornire un contributo su larga scala, con il loro minore grado CO2 prodotta rispetto a quelle a benzina. L’Europa è nel caos, l’industria ha bisogno di certezze per pianificare investimenti e i clienti non amano imposizioni e compromessi. Riepiloghiamo tutte le mosse che da Bruxelles hanno ridotto l’auto in panne.

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Milano, 02 ott (GEA) - Nell'infografica di GEA, la diffusione delle auto elettriche in Europa e nelle principali economie Ue. Secondo lo 'Smart Mobility Report 2024' realizzato da Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano, il trend si è invertito nel 2024: "Se il 2023 si chiudeva con quasi un’auto elettrica su quattro immatricolate in Europa (23,4%), in ulteriore lieve aumento rispetto al 2022 (+0,5%) e in crescita anche in termini assoluti - 3 milioni di nuove auto elettriche (+16%) tra full electric (67%) e ibride plug-in - nonostante un campione come la Germania abbia segnato -6,2%, i primi otto mesi del 2024 mostrano un’inversione di tendenza: l’incidenza di nuove auto elettriche infatti è scesa a 21,2%, calo che si riscontra in tutti i principali mercati auto europei tranne il Regno Unito" spiega il dossier. "Anche in Italia, dove purtroppo la decrescita non si ferma e ci relega, insieme alla Spagna, agli ultimi posti per vetture elettriche circolanti: -0,2% di immatricolazioni nel 2023 sul 2022, anno già di stagnazione, e un ulteriore -12,3% tra gennaio e agosto 2024 rispetto allo stesso periodo precedente, nonostante il potenziamento delle infrastrutture di ricarica e le innovazioni tecnologiche". Un vero boom, però, si è registrato in Italia a giugno grazie all’Ecobonus: +38,7% di nuove auto elettriche rispetto allo stesso mese 2023. "Purtroppo non basta per centrare gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 - spiegano gli analisti del PoliMi - bisognerebbe immatricolarne più di 800.000 all’anno, una cifra decisamente poco realistica visto che nel triennio 2021-2023 si sono attestate a circa 130.000 annue".

AFT/EFS

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Euro 7

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Con la pubblicazione lo scorso maggio sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea del regolamento 2024/1257 è iniziata ufficialmente la corsa della nuova normativa sulle emissioni dei veicoli Euro 7, destinata a sostituire ed ampliare l’Euro 6 in vigore dal 1° settembre 2014. Euro 7 scatterà invece dal 1° settembre 2025 per auto e furgoni, con le case automobilistiche avranno 30 mesi di tempo per adeguarsi. A cambiare è il limite massimo agli ossidi di azoto NOx, portato a 60 mg/km anche per vetture a gasolio, oggi a 80 mg/km, ma identico a quanto già accade per quelle a benzina. Più rigorosi invece i test previsti, che coprono ora un numero ben maggiore di condizioni di guida, a partire da quelle in altitudine fino a 1.800 metri, a temperature fino a 45 gradi centigradi e soprattutto con accelerazioni a motore freddo. Euro 7 introduce anche limiti alle emissioni prodotte dal consumo degli pneumatici e dalle pastiglie dei freni, con una riduzione prevista fino al 27% rispetto alle attuali rilevazioni. La sostanza è che, secondo il giudizio pressoché unanime degli analisti del settore, a vantaggi limitati per l’ambiente corrisponderebbe un aumento considerevole dei costi industriali per adeguare le vetture, calcolato in 1.900 euro per i modelli a benzina e in 2.600 euro per quelli diesel. In entrambi i casi, una cifra ben superiore alle previsioni della Commissione europea, che stimava l’incremento in massimo 450 euro.

INFOGRAFICA Auto, a settembre immatricolazioni elettriche in crescita del 27,3% <p>Milano, 01 ott (GEA) - Il mercato italiano delle auto elettriche accelera a settembre. Il mese scorso sono state infatti immatricolate in Italia 6.308 vetture full electric, in crescita del 27,3% rispetto a settembre 2023, con una quota di mercato pari al 5,2% (dal 3,6% di settembre 2023). Nei primi 9 mesi del 2024 le auto elettriche registrate nella Penisola sono 47.559, in aumento del 3,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, con una market share di poco inferiore al 4%, in lieve aumento rispetto al periodo gennaio-settembre 2023. Al 30 settembre il parco circolante elettrico italiano risulta composto da 261.731 auto. Lo riferisce l'associazione Motus-E. Nell'infografica GEA i numeri comunicati oggi.</p> <p>ARM/VLN</p>

Auto elettriche: Fit for 55

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Alla fine di un percorso iniziato il 14 luglio 2021, giorno della presentazione del piano “Fit for 55”, il 28 marzo 2023 il Consiglio europeo ha approvato il regolamento che segna il futuro della mobilità in direzione dei veicoli a batterie. In sostanza, si prevede il blocco alla vendita di vetture con motore a combustione nei 27 Paesi della UE a partire dal 1° gennaio 2035. Tutto questo non senza una modifica giudicata determinante, ovvero la previsione di una “review stage”, una clausola di revisione che obbliga entro dicembre 2026 la Commissione “a monitorare il divario tra i valori limite di emissione e i dati reali sul consumo di carburante e di energia”. L’approvazione del piano “Fit for 55” ha portato con sé anche una concessione, la generica apertura all’utilizzo di motori a combustione alimentati da carburanti sintetici, ovvero ricavati da anidride carbonica prelevata dall’atmosfera e da idrogeno ricavato dall’acqua. Allo stato attuale, hanno costi esorbitanti e non paiono una alternativa percorribile. Nel frattempo, la media di auto elettriche vendute sul totale, nei primi 8 mesi dell’anno a livello continentale, corrisponde al 14%.

INFOGRAFICA Auto, l'evoluzione dei punti di ricarica elettrica in Italia <p>Milano, 02 ott (GEA) - Nell'infografica di GEA, l'evoluzione dei punti di ricarica privati per auto elettriche in Italia. Secondo lo 'Smart Mobility Report 2024', realizzato da Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano, il 2023 ha chiuso con quasi un’auto elettrica su quattro immatricolate in Europa (23,4%), in ulteriore lieve aumento rispetto al 2022 (+0,5%) e in crescita anche in termini assoluti - 3 milioni di nuove auto elettriche (+16%) tra full electric (67%) e ibride plug-in - nonostante un campione come la Germania abbia segnato -6,2%. Tuttavia, nei primi otto mesi del 2024 si è avuta un’inversione di tendenza: l’incidenza  di nuove auto elettriche infatti è scesa a 21,2%, calo che si riscontra in tutti i principali mercati auto europei tranne il Regno Unito.

AFT/VLN

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Cafe

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Il nemico pubblico numero uno era ben noto da tempo, ma è stato il mancato decollo delle vendite di auto elettriche in Europa a far scattare l’emergenza. Il suo nome tecnico è Corporate Average Fuel Economy, abbreviato in un più amichevole Cafe, ma traducibile nell’obbligo imposto a tutti i costruttori automobilistici di commercializzare modelli che consumino meno carburante, misurando il risultato in minori emissioni di CO2. Il nuovo limite previsto dalla normativa Cafe, destinata ad entrare in vigore dal 1° gennaio 2025, corrisponde a circa a 95 grammi di CO2 per chilometro, cifra media calcolata sulla totalità dei modelli messi in commercio nell’Unione Europea da ogni singolo costruttore. La attuale normativa Cafe consente invece un limite massimo superiore a 110 grammi. Inutile sottolineare che, per restare entro i 95 grammi, le aziende dovrebbero aumentare in modo massiccio la percentuale di vetture elettriche vendute sul totale, ipotesi che il mercato non sembra consentire. In caso contrario, è prevista una multa di 95 euro per ogni grammo di sforamento, da moltiplicarsi per la somma complessiva delle vetture vendute nell’anno. Secondo gli analisti finanziari della banca Barclays, le case auto rischiano di pagare complessivamente oltre 10 miliardi di euro in multe per il solo 2025.

Cosa guideremo?

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Tre “nemici” dell’auto in Europa, due diverse soluzioni possibili per uscire dalla crisi in cui sembra essere stata parcheggiata: questo il vero punto su cui politica e aziende dovranno confrontarsi nelle prossime settimane. Se è già argomento di discussione l’utilizzo della clausola di revisione Review Stage per ridiscutere entro il 2026 il blocco alla vendita di auto con motore termico, eventualmente anticipando la procedura al 2025 come richiesto ad esempio dal governo italiano, assai più complesso appare lo scenario per disinnescare Euro 7 e soprattutto la normativa Cafe sulla CO2. Entrambe hanno la forma di un Regolamento, ovvero un atto che nei singoli Paesi è direttamente applicabile come una legge nazionale. Impossibile cancellarlo, eccetto che con una procedura che porti alla approvazione di un ulteriore Regolamento di abrogazione o modifica, certo non nei tempi brevi che appaiono necessari. Più percorribile chiamare in causa l’articolo 122 comma 1 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, che nella sostanza può consentire di sospendere o ritardare l’efficacia di un Regolamento nel caso si verifichi una emergenza a carattere nazionale, o di natura generale ed economica. Quanto l’auto europea e i suoi 13 milioni di posti di lavoro siano in pericolo, non pare difficile dirlo.





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