La carica dei 140 per Stefania Proietti. Sette le liste a sostegno della candidata di un’alleanza larghissima di centrosinistra, che porta a livello regionale un progetto già portato avanti a Perugia per la candidatura di Vittoria Ferdinandi a sindaco. Ma Proietti non è Ferdinandi, l’Umbria non è – solo – Perugia. E qual è l’Umbria che Stefania Proietti e chi la sostiene vorrebbe? Un’Umbria che guarda e valorizza i giovani, concetto ribadito più volte, giovani che “devono avere il diritto di rimanere in questa regione e avere qui un futuro”, una regione che guardi al sostenibile, nell’ambiente come nello sviluppo e nella crescita, dal punto di vista delle imprese e dei territori. Un’Umbria, sottolinea ancora, interconnessa grazie a infrastrutture, da internet alle strade, adeguate alle esigenze del cuore verde d’Italia “che verde lo sia davvero e non grigio con l’inceneritore che non giova a nessuno se non a qualche interesse particolare”. A Terni, dove, secondo molti si decideranno le elezioni, il teatro Secci è pieno, domenica 20 ottobre. Ci sono tutti i candidati, amministratori, quadri dei partiti che fanno parte dell’alleanza “In cammino per l’Umbria”. Una per una le liste vengono presentate. Sul palco salgono Elisabetta Piccolotti per Allenza Verdi Sinistra, Maurita Passaquieti per i Civici Umbri, Maria Grazia Rapastella per la lista Umbria per la Sanità Pubblica, Veronica Cavallucci per Umbria Domani, Michele Pennoni per Umbria Futura, Thomas De Luca per la lista del Movimento 5 Stelle e Damiano Bernardini per il Partito Democratico.
A moderare l’evento il giovane attivista Diego Diomedi. Chiusura per la candidata che si commuove, come già successo alla sala della Vaccara, a Perugia, quando è arrivata l’ufficialità. L’estate doveva ancora finire e il nodo aveva finito di sciogliersi dopo una attenta riflessione di Proietti, sindaco di Assisi con importanti traguardi all’orizzonte prossimo. Rotti gli indugi, è iniziato il cammino che a tappe forzate la sta portando in tutta la regione. Dal palco ribadisce i capisaldi di quel programma che il momento di ascolto sul territorio sta definendo nel dettaglio, con i punti fermi della sanità, distrutta, dice, in questi ultimi cinque anni, e del no al termovalorizzatore, a cui preferisce un potenziamento, possibile, del recupero e riuso dei rifiuti, con la riqualificazione di aree dismesse. Poi le famiglie, a cui, dice, non servono bonus a spot, ma politiche di sostegno. Come per le imprese e per i lavoratori. Collettività, futuro, giovani, sostenibilità. Termini che ritornano costantemente. Come una costante nel guidare l’azione, sottolinea, è una, il dettame della Costituzione che vuole la Repubblica italiana antifascista. La platea si scalda, si alza in piedi nell’ultimo lungo applauso prima di una foto collettiva.
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