Nella prestigiosa cornice del Salone d’onore della Pinacoteca Nazionale di Palazzo dei Diamanti, s’è aperta venerdì scorso la due giorni “Food&Science Festival – Lab Ferrara”, il laboratorio itinerante per le città d’Italia organizzato da Confagricoltura e collegato all’omonimo festival nazionale mantovano.
“Vogliamo letteralmente ‘entrare’ in città: raccontarne e divulgarne realtà, verità, bontà e salubrità del nostro modello agroalimentare e farlo con modalità nuove, rivolgendoci ai non addetti ai lavori e al consumatore-cittadino, affrontando tutto quello che ruota attorno e dentro al nostro settore partendo dal laboratorio e dalla ricerca fino ad arrivare al campo e poi alla tavola – ha premesso Francesco Manca, presidente di Confagricoltura Ferrara in sede introduttiva, descrivendo le ragioni che stanno alla base del progetto –. Desideriamo ribadire un dato e una verità ricorrente ed acclarata ovvero che il cibo che noi produciamo e troviamo sulle tavole in Italia, è il più sano, sicuro e controllato al mondo. E attraverso quello fare un’opera di racconto e divulgazione, da un lato basato sulla scienza, dall’altro, su forme di comunicazione accessibile a tutti”.
Dopo la breve descrizione del quadro sociale ed economico locale attraverso i saluti d’apertura di Marco Gulinelli, assessore comunale alla cultura delegato dal sindaco Alan Fabbri, e di Marco Giannattasio, segretario generale della Camera di Commercio Ferrara-Ravenna, ecco le relazioni di Enrica Gentile, amministratore delegato di Areté, società indipendente ricerca, analisi e studi economici, e di Elisa Macchi, direttore Cso Italy-Ferrara, il dibattito s’è acceso sul tema “Quale Europa per l’Agricoltura di domani?”.
Massimiliano Giansanti – presidente di Confagricoltura e neo numero uno del Copa-Coreca, coordinamento organizzativo tra le principali entità professionali agricole in rappresentanza di oltre 22 milioni di agricoltori europei – ha confermato l’urgenza di adattare le politiche agricole comunitarie e il piano di sviluppo rurale al mutato contesto sociale ambientale ed economico, relazionandosi con gli europarlamentari di tre differenti estrazioni politiche e anticipando così i punti chiave della sua bozza di programma: Stefano Bonaccini (presente in sala), Carlo Fidanza e Herbert Dorfmann (collegati da remoto), tutti concordi nel sottolineare che i prossimi due anni saranno decisivi per il futuro dell’agricoltura europea e che vada rafforzata la parte riguardante le opere idrauliche e non, di messa in sicurezza del territorio.
Tra i punti fermi: la necessità di un budget sempre più ampio per il comparto, nella prospettiva anche dell’estensione dell’Ue a nuovi Stati membri; una riforma della Pac, non improntata alle modalità assistenzialistiche ma proiettata all’offerta di virtuose opportunità; la difesa del reddito degli agricoltori, garantendo reciprocità negli scambi commerciali con i Paesi terzi, allineando i concorrenti agli standard comunitari sia sulle condizioni di lavoro che sulla sicurezza alimentare.
“Dovremo accompagnare l’agricoltura dei prossimi anni verso, dando la possibilità ai nostri agricoltori di avere un futuro certo – ha sintetizzato Giansanti a margine dell’incontro, mettendo in relazione garanzie reddituali alla sicurezza alimentare –. Con la guerra ma soprattutto con gli effetti del cambiamento climatico ci siamo tutti resi conto di quanto sia fondamentale avere un’agricoltura forte, ma soprattutto in grado di dare quello che necessariamente necessitano i nostri consumatori giorno dopo giorno. Il tema dell’approvvigionamento oggi è fondamentale: veniamo da un anno difficile vedi l’aumento del costo del carrello della spesa. In questa dimensione l’agricoltura deve tornare protagonista nel dibattito europeo e quindi l’impegno più grande sarà far sì che vengano date tutte le adeguate garanzie ai nostri agricoltori, per avere un giusto reddito rispetto ad una dignità necessaria a poter offrire così, il prodotto migliore al consumatore”.
C’è, insomma, un futuro aperto per tutto ciò che riguarda il campo dell’innovazione e della ricerca scientifica, naturalmente non privo d’incognite quando la nuova tecnologia è rappresentata dall’Intelligenza Artificiale: un settore che dovrà essere necessariamente regolamentato anche nell’ottica della sua applicazione all’agricoltura di precisione, in particolare dal lato del trattamento dati. Un’arma in più fra le altre, comunque, finalizzata a ridurre gli effetti nefasti del
cambiamento climatico: argomento, quest’ultimo, oggetto dello studio illustrato da Claudio Cassardo, climatologo e docente presso il dipartimento di fisica all’Università di Torino al termine della prima sessione dei lavori.
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