Un imprevisto ha peggiorato ulteriormente la situazione di stallo al Porto di Venezia, dove da mercoledì il lavoratori art. 17 della Nclp – quelli impiegati ogni giorno in somministrazione, senza essere dipendenti del Porto – sono in sciopero a oltranza contro il nuovo bando, giudicato in alcuni aspetti fumoso, ambiguo o critico. Venerdì pomeriggio infatti, data l’impossibilità di tenere un tavolo con i sindacati nazionali come preventivato dal presidente dell’Autorità portuale Fulvio Di Blasio, era stato convocato alle 14.30 un tavolo con le rappresentanze locali.
Tavolo però saltato, all’ultimo momento, per motivi non direttamente legati allo sciopero in corso: un diverbio acceso scattato tra una dipendente diretta dell’Autorità portuale e il presidente Di Blasio, udito da più testimoni, che avrebbe portato la prima ad avere un mancamento ed essere portata via con un’ambulanza. Subito dopo, anche Di Blasio, sempre a causa dell’elevato livello di pressione, è stato portato in ospedale. Entrambi sono stati dimessi poche ore dopo. Un evento però che dà la cifra dell’elevato livello di tensione che si respira in tutto il contesto portuale, dove dopo giorno di sciopero della cooperativa in appalto, i lavori risultano molto rallentati, con gli allarmi preoccupati che si susseguono.
Le attese dei sindacati
Da allora, di fatto ancora nessuna novità di rilievo. I tre sindacati coinvolti (Filt Cgil, Fit Cisl e Ultrasporti) stanno attendendo una nuova convocazione dell’Autorità portuale, che metta per iscritto gli impegni e i chiarimenti comunicati alla stampa già mercoledì pomeriggio: la disponibilità a modificare e ripubblicare il bando con gli accorgimenti richiesti. Che riguardano in particolare l’eliminazione della «richiesta nominativa» di specifici lavoratori prevista, la possibilità di prevedere gli aumenti previsti dal Ccnl, e chiarimenti su ciò che si intende per tariffazione oraria. Tutti aspetti su cui Di Blasio ha già detto pubblicamente – ma non in un incontro formale con i sindacati – di essere disposto ad intervenire. In questo quadro, un eventuale tavolo nazionale, per ora non convocato, sembra essere poco dirimente.
I portuali articolo 17 di Venezia peraltro in questi giorni stanno ricevendo la solidarietà e il sostegno dai lavoratori nelle stesse condizioni dei porti di mezza Italia: Civitavecchia, Genova, Napoli, Salerno. Le criticità riguardanti il bando veneziano (che era originariamente previsto per i due porti di Venezia e Chioggia, ma dopo le proteste del 2023 riguarda ora il solo porto veneziano, con quello clodiense da pubblicarsi a giorni) si ripresentano in maniera non dissimile in altri sistemi portuali del Paese.
«I lavoratori sono prontissimi a fermare lo sciopero, sappiamo che è un danno al terminal ma è un danno in primis per i lavoratori stessi, che stanno perdendo salario e reddito» chiarisce Federica Vedova, segretaria della Filt Cgil di Venezia «Siamo in spasmodica attesa di ricevere una convocazione, o un ritiro del bando. Questa transizione deve essere perfetta, non abbiamo altre chance, è troppo importante per il futuro della città e del porto. Per ora non abbiamo nulla di formale». Per domattina intanto è programmata un’assemblea sindacale di tutti i lavoratori dell’autorità di sistema, non solo quelli in sciopero, in cui si discuterà anche di quanto accaduto alla collega venerdì pomeriggio.
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