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L’energia pulita negli Usa: cosa aspettarsi dal governo dopo le presidenziali #finsubito prestito immediato




Ultim’ora news 18 ottobre ore 20


L’energia pulita resterà uno dei settori più promettenti del prossimo decennio, nonostante l’incertezza politica legata alle imminenti elezioni presidenziali americane. Non è un caso che, persino di fronte a una possibile vittoria repubblicana, gli analisti concordino sul fatto che l’Inflation Reduction Act (Ira) lanciato dall’amministrazione Biden e che ha accelerato la transizione green in Usa, non sarà eliminato, pur potendo essere soggetto a tagli parziali.

Supporto bipartisan per l’energia pulita

Molti crediti fiscali, come quelli per la produzione di energia nucleare, eolica onshore e solare, godono di un forte sostegno bipartisan. Insomma, i numeri lo confermano: anche sotto un’amministrazione repubblicana, l’energia pulita resterà una priorità.
Una vittoria di Trump potrebbe portare a un ridimensionamento degli incentivi per i veicoli elettrici e l’idrogeno verde, ma i pilastri del settore – come nucleare e produzione d’energia solare – rimarranno stabili perché godono di supporto che supera le divisioni politiche, come evidenzia Morgan Stanley.

Investimenti in infrastrutture e reti

Inoltre, la domanda energetica globale dei data center dovrebbe crescere del 165% entro il 2030, registrando un aumento di 680 Twh, incremento dovuto in gran parte alla crescita dell’AI, che già nel 2028 rappresenterà circa il 21% della domanda energetica dei data center. Negli Usa la quota della domanda energetica complessiva dei data center è destinata ad aumentare dal 3% nel 2023 all’8% nel 2030, secondo le proiezioni di Goldman Sachs.

Consulenza fiscale

Consulenza del lavoro

Da dove si recupererà questa elettricità aggiuntiva? I principali operatori di cloud e hyperscaler sono impegnati a ridurre le emissioni ricorrendo a energie rinnovabili e nucleare avanzato. La stabilità della rete sarà un aspetto critico, considerando l’intermittenza di alcuni tipi di energie rinnovabili. Pertanto è molto probabile un forte aumento degli investimenti in infrastrutture per le utility, per affrontare la crescita del carico energetico, migliorare la resilienza della rete e aumentare la capacità delle energie rinnovabili.

Tre scenari post-elettorali

1. Vincono i Dem e l’Ira resta intatto

Nel primo scenario, in cui vengono confermati i Dem al governo, l’Ira resta invariato, mantenendo l’impatto positivo sulle industrie legate all’energia pulita. In questo contesto, nei prossimi anni – secondo McKinsey – l’Ira catalizzerebbe circa 400 miliardi di dollari in fondi federali per il settore dell’energia pulita. Si stima, inoltre, che la legge possa anche sbloccare 1.200 miliardi di dollari di incentivi dal governo statunitense entro il 2032.

L’Ira include crediti d’imposta per l’energia pulita, componenti di veicoli elettrici (Ev) e incentivi per la produzione, sostenendo un’ondata di progetti di transizione costante per i prossimi anni. Questo scenario è ovviamente il più favorevole per i settori delle energie rinnovabili, delle tecnologie pulite e dei veicoli elettrici.

2. Vincono i Repubblicani, controllano il Congresso e abrogano l’Ira

In questo caso – secondo diversi analisti e anche il premio Nobel Joseph Stiglitz – ci sarebbe un impatto significativo sui 265 miliardi di dollari in crediti d’imposta compresi nei 400 miliardi totali previsti dall’Ira. Circa metà di questi benefici è legato a crediti d’imposta per veicoli elettrici, 20% alla produzione e 10% all’energia pulita.

Questo scenario potrebbe creare incertezza sul mercato, riducendo gli investimenti privati, che hanno superato i crediti d’imposta di oltre il 500%. Gli investimenti in molti progetti del settore potrebbero calare drasticamente. Le tecnologie attualmente meno competitive dal punto di vista economico, come per esempio l’idrogeno verde, subirebbero un brusco rallentamento. Nonostante ciò, gli incentivi alla produzione locale rimarrebbero un pilastro nella creazione di nuovi posti di lavoro.

3. Vincono i Repubblicani ma l’Ira viene solo modificato

Anche in questo caso, i crediti d’imposta per i veicoli elettrici e i sussidi per l’energia eolica offshore potrebbero essere a rischio. Donald Trump ha espresso pubblicamente dubbi su queste aree, ma non ha fatto dichiarazioni esplicite sulla loro eliminazione totale. Ad esempio, i crediti per i veicoli elettrici, che oggi possono arrivare fino a 7.500 dollari ad auto, potrebbero essere ridotti o vincolati da nuovi requisiti. I crediti legati alla produzione locale potrebbero essere meno a rischio poiché hanno generato investimenti significativi e creato posti di lavoro, specialmente in stati a maggioranza repubblicana, come la Georgia.

Gli incentivi fiscali legati alla produzione di componenti pulite potrebbero rimanere intatti grazie all’impatto positivo su occupazione e industria.

Il futuro della clean energy negli Stati Uniti

Alla luce del fatto che l’esito delle elezioni avrà comunque impatti, se ci si chiede se la clean energy è ancora un asset su cui investire, indipendentemente dall’esito elettorale, la risposta è sì, senza esitazioni. Aziende innovative, data center, intelligenza artificiale e persino l’industria del petrolio e del gas stanno accelerando la transizione verso fonti energetiche più sostenibili. Questi settori sono assai energivori e devono puntare sulle rinnovabili non solo per ridurre i costi, ma anche per rispettare le crescenti aspettative di consumatori e istituzioni.

Gestione Bed & Breakfasts

Finanziamenti Bed & Breakfasts

Questi trend secolari continueranno a spingere la domanda di elettricità, che potrebbe aumentare del 200% nei prossimi 10 anni, richiedendo una crescita anche al ricorso di fonti rinnovabili. Su quest’ultimo fronte, quindi, la domanda è destinata a crescere anche con eventuali riduzioni dei sussidi, poiché ci sono poche alternative praticabili per aumentare la capacità produttiva su larga scala.

Al di là delle probabili turbolenze di breve periodo, il momento resta propizio per investire nei titoli green, anche sulla scorta della performance negativa degli ultimi anni, grazie alla quale le azioni oggi sono a sconto. Basta osservare l’andamento degli indici settoriali principali, come il WilderHill Clean Energy Index che si concentra su aziende Usa e che, dal picco di inizio 2021 fino a fine settembre 2024, ha perso l’85%, mentre l’S&P Global Clean Energy – che copre un ampio spettro di società globali – ha lasciato sul terreno il 56%.

Questi numeri riflettono le difficoltà a breve termine per le aziende del settore clean energy, ma a lungo termine la crescita della domanda di energia sostenibile continua a rappresentare un’opportunità strategica per gli investitori. Le elezioni Usa non cambieranno in modo sostanziale le prospettive a lungo termine: la transizione energetica è una necessità e i fondamentali di mercato rimangono forti. E Trump non può fermare l’onda verde. (riproduzione riservata)

*chief investment officer fondo SpesX di Fiee sgr



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