La terza Legge di Bilancio del governo di Giorgia Meloni, manovra del valore di 30 miliardi di euro, sbarca nelle Camere per il varo, fra una maggioranza di centrodestra che difende le misure (è «seria» e «di buon senso», l’ha definita la presidente del Consiglio) e un’opposizione che ne reputa insufficienti i contenuti. E, sul fronte della sanità, sono già scattate le pesanti contestazioni dei medici che considerano lo stanziamento insufficiente per risollevare le sorti del comparto. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, illustrando il provvedimento, ha usato parole fin troppo nette per far capire lo spirito che ha animato le decisioni dell’Esecutivo: ad essere contenti, ha detto, saranno «pescatori e operai, un po’ meno le banche» che, assieme alle assicurazioni, dovranno compiere quelli che ha bollato come «sacrifici». «C’è chi lo chiama tassa su extraprofitti, o contributo. Io lo chiamo sacrificio», ha detto il vertice del dicastero di via XX settembre, parlando di un «giro di vite» che concerne pure i ministeri, che subiranno una riduzione del 5% medio della spesa corrente (ciò genererà somme pari a circa 0,1 punti di Prodotto interno lordo, corrispondente a 2,1 miliardi, è stato quantificato). E, poi, ci saranno i 700 milioni di «tagli» agli enti territoriali a valere sul 2025, nonché agli stipendi dei manager degli Enti statali.
La manovra economica, ha incalzato Giorgetti, come annunciato nelle settimane passate, conferma e rende strutturali la discesa del cuneo fiscale e contributivo, i cui benefici restano invariati per i redditi fino a 35.000 euro, però «qualche beneficio» verrà erogato anche a quanti rientrano nella fascia 35-40.000 euro, e «anche altre classi di reddito ne beneficeranno», sono state le parole del ministero, ma sicuramente saranno i redditi medio bassi a godere di «una situazione migliore alla precedente, e nessun altro avrà nuove tasse», ha tenuto a specificare. E a divenire strutturale sarà, poi, la riforma dell’Irpef, con le tre aliquote al 23%, 35% e 43%.
Ad essere acceso, a seguire, è il fronte sanitario, in un Paese, il nostro che sta soffrendo molto per la cronica lunghezza delle liste d’attesa per accedere alle prestazioni della rete ospedaliera e assistenziale pubblica, nonché per la sempre più allarme carenza di professionisti del settore (medici, infermieri, operatori vari). Meloni ha dichiarato che «non ci sono mai state così tante risorse» indirizzate al comparto, riferendo che il fondo sanitario arriverà a 136,5 miliardi nel 2025 e a 140 miliardi nel 2026, e il ministero dell’Economia ha indicato che ci saranno 2.366 milioni in più, incassando il plauso del ministro della Salute Orazio Schillaci, però non della rappresentanza dei «camici bianchi», che sta manifestando apertamente un intenso malcontento.
La minoranza ha fatto subito sapere di essere insoddisfatta. «Annunciano 3,7 miliardi in più – ha commentato la segretaria Pd Elly Schlein – ma la verità è che per il 2025 mettono soltanto 900 milioni che si aggiungono al miliardo già stanziato. Ma non ci faremo prendere in giro, e continueremo la battaglia per la sanità pubblica, perché il diritto alla salute è scritto nella Costituzione», ha chiuso la leader del centrosinistra.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Informativa sui diritti di autore
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?
Clicca qui
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Informativa sui diritti di autore
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?
Clicca qui