Il lavoratore si trovava nella tromba dell’ascensore insieme con i colleghi per eseguire un collaudo. Hanno ceduto le cinghie di sicurezza e la cabina è caduta per oltre dieci metri. Accertamenti sulle misure di sicurezza
Uno strappo all’improvviso. I ganci di sicurezza che cedono di schianto. E la cabina dell’ascensore che precipita per oltre dieci metri, per concludere la sua tragica corsa nel pozzetto seminterrato. Niente avrebbe frenato la caduta ieri pomeriggio, alle 15.30, nel palazzo in via delle Vergini 21, a due passi da Fontana di Trevi e vicino al Teatro Quirino. E proprio sulle presunte carenze nei sistemi di sicurezza dell’impianto, in fase di manutenzione, indagano gli agenti del commissariato Trevi-Campo Marzio, accorsi con i vigili del fuoco, la polizia municipale, carabinieri e le ambulanze del 118 dopo l’allarme lanciato da alcuni operai. Nella cabina ha trovato la morte Peter Isiwele, nigeriano di 48 anni, impiegato per la ditta Fusco, specializzata nell’assistenza sugli elevatori. Ferite altre due persone: un collega e connazionale della vittima, di 39 anni, e un minorenne romano, di 16 anni. Sono ricoverati in prognosi riservata all’ospedale San Giovanni e al Bambino Gesù.
L’ipotesi: baby operaio in regime di scuola-lavoro
I pompieri li hanno estratti dalla cabina finita nel pozzetto. Uno è stato rianimato sul posto dai medici del 118. Da capire il motivo della presenza del minorenne: non si esclude che fosse un giovanissimo operaio impegnato in progetto scuola-lavoro, ma su questo punto sono in corso ulteriori accertamenti. Per oggi la Procura attende una relazione da parte della polizia e quindi potrebbe essere aperto un fascicolo. Fra i reati che potrebbero essere presi in considerazione l’omicidio e le lesioni colpose, come anche disastro colposo. Il pm di turno ha effettuato un sopralluogo, insieme con la Scientifica e gli ispettori del lavoro della Asl Roma 1.
I lavori in sub appalto
Fra gli accertamenti in corso, oltre a quelli sui sistemi di sicurezza dell’ascensore, che era in fase di collaudo e che evidentemente non hanno funzionato, anche il rispetto delle misure di sicurezza nel cantiere aperto da settimane nel palazzo per conto del fondo Kryalos Sgr Italian Real Estate che «esprime il proprio dolore e cordoglio alla famiglia del tecnico deceduto nell’incidente ed è vicina ai tecnici ricoverati. Sull’immobile – aggiungono dalla società immobiliare – sono stati avviati lavori di bonifica per i quali è stato affidato mandato integrale all’impresa Intereco Servizi srl, fornitore altamente qualificato. Inoltre, conformemente alla legislazione vigente e nel pieno rispetto delle regole, è stato nominato un responsabile dei lavori di comprovata esperienza – l’ingegner Giorgio Lupoi – al fine di garantire la piena applicazione delle norme a tutela dell’igiene e della sicurezza sul lavoro. Come si evince dalla tabella dei lavori, oltre all’Intereco Servizi c’è la sub appaltatrice la Our Sourcing srl, mentre il direttore dei lavori è l’architetto Francesco Lupoi.
I lavori dovevano essere chiusi a settembre
La polizia sta verificando il rispetto della legge 81/08 sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, come anche la posizione contrattuale degli operai coinvolti nell’incidente e dei loro colleghi. A cominciare proprio dal minorenne. Le condizioni del ragazzo e del 39enne sono molto gravi. Saranno decisive le prossime ore. Faro degli investigatori anche sulle opere di manutenzione straordinaria eseguite nell’immobile, per un valore di quasi 1,4 milioni di euro. I lavori erano iniziati il 15 maggio scorso e, almeno a leggere la tabella, sarebbero dovuti finire il 12 settembre. Sentiti già ieri altri lavoratori che si trovavano nel cantiere e che sono subito intervenuti dopo aver udito lo schianto nel seminterrato, così come i responsabili dei lavori. Nei prossimi giorni potrebbero essere convocati altri lavoratori.
Filca Cisl Roma: «Il tempo del cordoglio è finito»
«Ancora una volta un cantiere edile come un luogo di morte. È l’89a vittima nei cantieri edili di Roma dal 2003 – spiega Nicola Capobianco, segretario generale della Filca Cisl Roma -. Chiediamo da subito l’apertura di un tavolo nazionale per un patto che metta al centro la salute e la sicurezza dei lavoratori. La vita dei lavoratori non è più negoziabile, servono investimenti concreti e immediati su formazione, sicurezza e più controlli. Serve agire, il tempo del cordoglio è finito. Servono risposte per un settore altamente pericoloso nel quale i lavoratori continuano a morire».
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