Ore 18,43. La nave Mare Jonio della ong Mediterranea Saving Humans , che ieri dopo insistenze è riuscita ad ottenere il porto sicuro di Porto Empedocle e non quello di Napoli, è stata sottoposta a fermo amministrativo dalla Capitaneria di porto che ha elevato anche una sanzione amministrativa di 4mila euro. L’imbarcazione, che a Porto Empedocle ha sbarcato i 58 migranti soccorsi in acque internazionali, è risultata essere priva di autorizzazioni dello Stato di bandiera, che è l’Italia, ed avrebbe violare il decreto Piantedosi.
Ore 14. I militari della Capitaneria di Porto Empedocle, dopo lo sbarco dei 58 migranti salvati dall’equipaggio della ong Mare Jonio in acque internazionali, hanno controllato l’imbarcazione di Mediterranea Saving Humans ed è in fase di valutazione il fermo amministrativo e una sanzione da circa 4mila euro. L’imbarcazione sarebbe risultata essere priva di autorizzazioni dello Stato di bandiera, che è l’Italia per la Mare Jonio, oltre a violare il decreto Piantedosi che regola la gestione dei soccorsi in mare.
L’ Ong Mediterranea Saving Humans ieri aveva ottenuto l’ordine di fare sbarcare i naufraghi a Napoli ma, dopo aver contestato la legittimità della decisione, specificando che la rotta sarebbe stata troppo distante dalla posizione esatta in cui si trovava la nave, l’Ong ha chiesto uno sbarco in un porto più vicino, così le è stato assegnato quello di Porto Empedocle.
“Abbiamo semplicemente fatto quello che abbiamo sempre detto – spiega Alessandro Metz, armatore sociale di Mediterranea – quella dei porti lontani è una decisione ingiusta, in primis nei confronti delle persone soccorse e che non devono essere sottoposte a ulteriori traumi e sofferenze. Ci hanno assegnato Napoli, a oltre 400 miglia dal punto dove eravamo, e noi abbiamo risposto ‘Signornò’. Lo abbiamo fatto motivando concretamente il nostro rifiuto, sia in termini di leggi, che di opportunità”. “Lo abbiamo fatto umilmente, e consapevoli che tutto è fatto per coloro che abbiamo a bordo i più indifesi e vulnerabili tra noi – prosegue la capo missione a bordo della Mare Jonio, Sheila Melosu – abbiamo indicato come alternativa un porto della costa sud della Sicilia, scegliendo volutamente di non appesantire Lampedusa, anche se ci trovavamo in quel momento a 12 miglia dal
suo porto. E alla fine ci hanno riassegnato il porto di sbarco: Porto Empedocle. Dove abbiamo potuto portare a termine il soccorso di 58 persone. Che adesso sono vive e al sicuro. Questa è la cosa più importante”.
Ore 9. È in fase d’attracco alla banchina di Porto Empedocle la ong Mare Jonio a cui la direzione centrale dell’Immigrazione, ieri sera, ha assegnato il porto sicuro della città agrigentina. A bordo della “Mare Jonio” ci sono 58 migranti che, nelle scorse ore, erano stati salvati nel canale di Sicilia. Il gruppo, una volta sbarcato, verrà accolto e sottoposto all’iter per l’identificazione all’hotspot di contrada Caos.
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Sono 316 i migranti, al momento, presenti all’hotspot di contrada Caos a Porto Empedocle. Si tratta del gruppo che, su disposizione della prefettura di Agrigento, è stato trasferito ieri sera da Lampedusa con il traghetto di linea giunto all’alba a Porto Empedocle. I 316 stanno per essere spostati, a scaglioni, in altre strutture d’accoglienza della Sicilia e della penisola. Le quote di sistemazione sono state già definite e ripartite.
Nella struttura di Porto Empedocle arriveranno adesso i 58 che sono in fase di sbarco dalla nave ong Mare Jonio. Anche loro stazioneranno il minor tempo possibile, solo per essere rifocillati e dar corso alle procedure di identificazione, fra le casette di contrada Caos.
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