Originario della provincia di Torino, attivo nel settore delle auto di lusso, prendeva anche il reddito di cittadinanza. Aveva avuto accesso ai finanziamenti pubblico presentando documenti falsi.
A fargli da prestanome c’era anche un uomo senza fissa dimora, impiegato come giardiniere nella sua villa sul Garda. Non era l’unico: gli investigatori ne hanno rintracciati diversi altri. Oltre a una serie di società-schermo, coinvolte per accedere a fondi di finanziamento di alto livello. Sulla carta i finanziamenti servivano per l’attività imprenditoriale nel settore delle auto di lusso. In realtà. secondo quanto ricostruito dagli investigatori, erano destinati a mantenere uno stile di vita ampiamente al di sopra delle proprie possibilità. Le sue passioni comprendevano auto di grossa cilindrata, ristoranti rinomati, locali alla moda e ville sul lago di Garda. Tutto a spese di singoli cittadini truffati. E dello Stato. Perché le risorse le prendeva (anche) dai fondi del Pnrr. Imprenditore 45enne attivo nel settore della compravendita e noleggio di automobili di grossa cilindrata, originario della provincia di Torino ma da alcuni anni di base tra Desenzano e Sirmione, formalmente era nullatenente. Invece, secondo quanto emerso dalle indagini condotte dalla Guardia di Finanza e coordinate dai pm Benedetta Callea e Carlo Pappalardo, disponeva di svariate centinaia di migliaia di euro. Ottenuti illecitamente.
Quando nei suoi confronti è stata emessa l’ordinanza di custodia cautelare lui in carcere c’era già: sta scontando diverse condanne per truffa, sostituzione di persona e appropriazione indebita. Gli ulteriori reati di cui dovrà rispondere sono truffa aggravata ai danni dello Stato, malversazione di erogazioni pubbliche, riciclaggio, indebita percezione del reddito di cittadinanza e reati contro il patrimonio. All’uomo sono stati sequestrati complessivamente 1,7 milioni di euro. Le indagini partite nel 2022 dalla querela del titolare di una concessionaria hanno portato alla luce un complesso sistema che comprendeva una truffa da oltre 700 mila euro nell’ambito dei fondi Pnrr: l’uomo avrebbe avuto accesso ai finanziamenti pubblici presentando credenziali, bilanci e documenti falsi. Gli accertamenti delle Fiamme gialle hanno consentito di bloccare l’erogazione di ulteriori 440 mila euro di fondi pubblici.
L’imprenditore avrebbe movimentato le somme tra i conti personali e quelli dei prestanome riciclandoli con l’acquisto e il leasing di automobili di lusso. Alcune auto sono state recuperate, per un valore di 350 mila euro. Un ulteriore filone investigativo ha poi consentito di scoprire casi di bancarotta, nonché l’emissione di fatture false. L’uomo avrebbe truffato lo Stato non solo per cifre sostanziose ma anche per accaparrarsi importi più ridotti: avrebbe infatti percepito (indebitamente) anche il reddito di cittadinanza per circa quattromila euro.
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