Sassari Uomini e donne della Brigata Sassari si sono esercitati duramente prima di ereditare il comando del contingente italiano in Libano, lo scorso agosto.
Pattugliamenti, posti di blocco, scorte di convogli e posti di osservazione, distribuzione di aiuti umanitari e negoziazioni con abitanti dei villaggi, ma anche ricerca e neutralizzazione di ordigni esplosivi improvvisati, difesa da rischi di natura chimica, biologica, radiologica e nucleare, contro la minaccia di mini e micro droni, interventi di primo soccorso e sgombero di feriti: queste alcune delle attività che i militari sardi hanno simulato durante un’esercitazione continuativa che si è svolta a maggio nell’isola, nel poligono di Capo Teulada.
I soldati della Brigata Sassari possono vantare una notevole esperienza in missioni di mantenimento di pace, in gergo internazionale peacekeeping, volute dalle Nazioni Unite e operate da militari internazionali. Tra gli interventi più rilevanti, quelli nell’ambito dell’operazione “Isaf” della Nato, autorizzata dall’Onu, che ha portato i sardi in Afghanistan tre volte dal 2007 al 2012 per attività di supporto nell’ambito della ricostruzione di Herat.
Più indietro nel tempo, la partecipazione all’operazione “Antica Babilonia” in Iraq nel 2003-2004 e poi 2005-2006, anche qui intervento di peacekeeping nella forza multinazionale Usa. Dall’ottobre 1999 al marzo 2000, la Brigata Sassari è stata poi al comando della Brigata multinazionale nord a Sarajevo nell’operazione “Constant forge”. Tra le forze dell’Esercito, i “Tattarini” a più riprese sono stati presenti negli scenari di Balcani e Medio Oriente. In questi anni alcuni presidi sono stati inviati anche in Albania, Kosovo, Macedonia, Iraq e lo stesso Libano. (paolo ardovino)
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