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«Qui a Napoli la nostra ispirazione» – #finsubito prestito personale immediato – Richiedi informazioni


La sagoma dello Stivale e la scritta Marchio Storico. Per un’azienda è il riconoscimento più prestigioso perché ne riconosce non solo la durata, ma anche passione, impegno e lungimiranza. A riceverlo, proprio poche settimane fa, è Camomilla Italia, brand napoletano che da oltre 50 anni è un riferimento nel panorama della moda italiana che è entrato così nel Registro Speciale dei Marchi Storici di Interesse Nazionale, istituito dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Con il Ceo Annamaria Pierro ripercorriamo la storia e il futuro di un brand che ha saputo coniugare tradizione e innovazione, partendo dal sogno di Luigi Fierro, fondatore e visionario imprenditore.

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La storia di Camomilla Italia è fortemente radicata nella tradizione familiare?
«È davvero la classica storia dell’azienda di famiglia. Tutto è iniziato con mio padre, Luigi Fierro, che nel 1974 ebbe l’intuizione e il coraggio di fondare Camomilla Italia, partendo da un piccolo negozio in Via Tarsia, a Napoli. La sua intraprendenza e la capacità di anticipare il futuro sono state determinanti per l’evolversi dell’azienda. Infatti, ha creato qualcosa di unico per quel periodo: un total look per la donna, un prodotto di qualità accessibile a tutte».

Suo padre ha quindi democratizzato la moda?
«Esattamente. Negli anni ’70, la moda era riservata a chi poteva permettersela. La sua intuizione fu proprio quella di volere che ogni donna potesse indossare il tailleur, il nostro caposaldo».

Come è cresciuto il marchio da quel momento in poi?
«Dopo Via Tarsia, aprì una boutique più grande in Via Pessina, il nostro punto vendita storico, dove abbiamo anche installato una targa in memoria di quei primi passi. Da lì, l’espansione fu graduale ma continua, prima in tutta Napoli, poi in Campania e infine in tutta Italia. Un momento cruciale fu nel 1997, quando decise di introdurre il franchising, un concetto ancora poco diffuso all’epoca. L’idea era di far gestire dei punti vendita a insegna Camomilla con il prodotto monomarca, in maniera tale che fossero imprenditori della loro attività ma con il supporto e il know-how della nostra azienda, fu un’idea semplice e brillante che ci ha permesso di espanderci in modo sostenibile, mantenendo però un alto standard di qualità».

Oggi alla guida di Camomilla Italia chi c’è?
«La seconda generazione dei Pierro. Ci sono io, amministratore dell’azienda, poi mia sorella Giorgia che si occupa del prodotto, e mio fratello Mario che si occupa invece dell’apertura dei punti vendita e dell’espansione. Abbiamo cominciato a lavorare in azienda da giovanissimi, per poi guidarla quando nostro padre ci ha lasciati, nel 2015. È stato il nostro leader e mentore».

Come avete mantenuto la fidelizzazione con la clientela in un mercato così competitivo?
«La fidelizzazione è uno dei nostri punti di forza. Abbiamo clienti che ci seguono da anni e ci raccontano con entusiasmo di capi acquistati tempo fa, che continuano a utilizzare. Abbiamo investito molto su una piattaforma di CRM avanzata, Salesforce, per rimanere in contatto costante con loro e offrire un servizio sempre più personalizzato. Parliamo di oltre un milione e mezzo di persone. Rispetto ad altre aziende, il nostro approccio è diverso: non puntiamo sull’immagine distante delle influencer, preferiamo mostrare donne normali, vere, che indossano i nostri abiti. Vogliamo che le nostre clienti si riconoscano nel nostro brand e che ritornino nei negozi con un capo comprato magari anni fa, sentendosi coccolate e valorizzate. Altro punto di forza, è la consulenza grazie alle nostre assistenti alla vendita preparate a offrire consigli personalizzati alle clienti, in base alla loro fisicità o per un’occasione speciale, e farle sentire valorizzate e sicure nelle loro scelte».

Pur diventando una grande azienda nazionale, siete rimasti a Napoli.
«Napoli ci ha dato la forza per credere in noi stessi, non abbiamo mai pensato di andare altrove anche perché qui c’è il nostro Dna, fatto di valori e visione. Napoli è anche ispirazione, abbiamo sempre puntato su eleganza e femminilità, pregi delle donne napoletane, a cui abbiamo aggiunto la sensualità che trasmettiamo con la nostra shopper maculata, iconica e riconosciuta ovunque».

Oggi siete Marchio Storico, cosa rappresenta per voi?
«È un riconoscimento che ci riempie di orgoglio. Viene assegnato a poche aziende e certifica non solo la continuità di 50 anni di attività, ma anche l’importanza nazionale del brand. È un segno di eccellenza che porteremo con noi su tutte le nostre insegne e packaging. La comunicazione ufficiale, poi, è arrivata il 19 settembre: proprio il giorno di San Gennaro, una coincidenza che ci ha riempiti di orgoglio, come un segno di riconoscenza per il nostro amore per Napoli».

Quali sono i vostri obiettivi futuri?
«Nonostante le difficoltà che vive il mercato della moda, siamo determinati a crescere, soprattutto all’estero. Il Made in Italy, unito al riconoscimento di Marchio Storico, rappresenta un vantaggio competitivo fondamentale. Vogliamo continuare a essere protagonisti, mantenendo il nostro legame con la tradizione ma guardando sempre al futuro». 

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