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Affitti brevi e Cin, la scadenza del 2 novembre: cosa fare per evitare la multa fino a 8 mila euro #finsubito prestito immediato


I proprietari di immobili utilizzati per affitti brevi devono ottenere due codici: a quello regionale va aggiunto il Codice identificativo nazionale da esporre su immobili e annunci. Solo uno su 3 ce l’ha. Le sanzioni scatteranno da gennaio

Con il mese di settembre è entrato in vigore in Codice identificativo nazionale (Cin) per gli immobili destinati al mercato degli affitti brevi, ma non senza difficoltà. Secondo i dati del ministero del Turismo, a fine settembre, su 508.100 strutture registrate in Italia a questo scopo, solo 193.526 sono i codici rilasciati, pari al 38,08% del totale. Un ritmo alquanto lento, ma positivo per il Mitur, dal momento che l’adesione alle nuove regole è partita solo da alcune settimane e le sanzioni ancora non sono a pieno regime. La regione più virtuosa è la Basilicata con ben il 59,92% di richieste, seguita da Lombardia (43,78%), Molise (40,09%) e Calabria (36,98%).

I codici richiesti regione per regione

Infondo alla classifica, il fanalino di cosa è il Friuli-Venezia Giulia con solo il 13,10% di Cin, preceduta da Valle d’Aosta (25,54%), Marche e Liguria (28,87%) e Trentino-Alto Adige (31,34%). Nei piani alti e quindi più Cin richiesti e rilasciati invece si trovano Sardegna (36,90%), Lazio (36,38%) e Campania (35,95%). È sulla base di questi numeri che trova il suo contesto l’appello di Giambattista Scivoletto, fondatore di Bed-and-Breakfast.it, operatore italiano nel settore delle piattaforme di viaggio: «È fondamentale che tutte le strutture ricettive siano informate dell’obbligo di richiedere il Cin e lo facciano quanto prima».




















































Le modalità di richiesta

Secondo Scivoletto, «i rischi di non conformità sono altissimi e la mancanza del codice potrebbe comportare gravi perdite economiche e la sospensione dalle piattaforme di prenotazione online. Invitiamo tutti a non aspettare l’ultimo momento per adeguarsi a questa normativa fondamentale». Alla partenza delle sanzioni molti potrebbero trovarsi scoperti. Sanzioni che, si ricorda, saranno pienamente operative dal 2025, precisamente dal 2 gennaio. Proprio il Mitur ha spiegato che prima di ottenere il nuovo codice identificativo nazionale (Cin) per gli affitti brevi è necessario richiedere quello regionale o provinciale. Una volta avuto, il proprietario avrà a disposizione ulteriori 60 giorni per avere il Cin, per un complessivo di 120 giorni dalla pubblicazione dell’avviso di entrata in funzione della piattaforma del ministero, datata a lunedì 2 settembre.

Rischi e sanzioni

Le nuove regole del mercato della locazione turistica a breve termine (non oltre i 30 giorni) prevedono, infatti, che ogni immobile adibito ad esso sia fornito entro il prossimo 2 novembre del Cin, il quale dovrà essere esposto sia all’esterno della struttura che in tutti gli annunci sulle piattaforme web. Il rischio, altrimenti, è di incorrere in una multa dal valore compreso da 800 e 8 mila euro. Il problema è, però, che la normativa nazionale non sostituisce ma si aggiunge a quelle locali già vigenti e la conseguenza è un aumento degli adempimenti da parte dei proprietari: innanzitutto, come anticipato, chi non lo ha è costretto e fare richiesta del codice del territorio di appartenenza per poterla presentare in un secondo momento per il Cin.

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La Banca dati delle strutture ricettive

La stessa Banca dati delle strutture ricettive, pretesa dal ministero del Turismo ed entrata in funzione lo scorso 3 settembre su tutto il territorio nazionale, si basa proprio sulla procedura autorizzativa prima locale, che trasporta tutte le sue informazioni su una piattaforma più grande e operativa in tutta Italia, ricodificando le unità presenti. È comunque richiesto di compilare un modulo online che contenga i dati catastali dell’unità abitativa e dichiari il rispetto di alcuni requisiti introdotti a livello nazionale. Il decreto appena entrato in vigore, infatti, prevede che le strutture entro il 2 novembre siano in regola rispetto l’installazione di estintori e rilevatori anti-incendio, dispositivi per la rilevazione di gas combustibili e monossido di carbonio (la cui assenza o mancata funzione è punita con una sanzione pecuniaria tra 600 e 6 mila euro).

Il rapporto con il Fisco

Lo scopo principale di tutte queste nuove regole per il ministero del Turismo è creare sinergia con il Fisco, contrastando la forte evasione da cui è caratterizzato il settore. Le attività di controllo saranno affidate alle autorità locali, ai Comuni in particolar modo, che incasseranno anche gli introiti provenienti dal pagamento delle multe. Il supporto dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di finanza, però, sarà sempre garantito. Anche le piattaforme web come Airbnb e Booking.com – probabilmente in considerazione dell’obbligo di invio di dati sulle transazioni online al Fisco secondo la direttiva europea Dac7 – hanno promesso il loro impegno, da gennaio 2025, nell’individuare, segnalare e in caso rimuovere gli annunci privi di Cin.


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6 ottobre 2024

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