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Prestito per merito studenti universitari: come funziona? #finsubito prestito immediato


Linea di credito a tassi agevolati con garanzia statale CONSAP: requisiti e condizioni per ottenere il finanziamento; cosa succede in caso di mancata restituzione delle somme ricevute.

Un lettore ci scrive preoccupato perché ha ottenuto un prestito per merito destinato agli studenti universitari, per un importo di 10.000 euro, ma non è in grado di restituirli in quanto non percepisce alcun reddito e risulta nullatenente. Forse non ha capito come funziona il meccanismo di restituzione della somma ricevuta e adesso vorrebbe sapere cosa gli può succedere se non paga.

La sua è una situazione, purtroppo, molto comune: si ottiene un finanziamento senza comprendere bene le condizioni – che nei prestiti per merito sono molto vantaggiose – e poi sorgono queste serie conseguenze, perché ovviamente l’istituto di credito che ha erogato il prestito rivuole indietro la somma, più gli interessi concordati ed entro i termini pattuiti, altrimenti scattano le conseguenze legali che ti illustriamo.

Prestito per merito: cos’è e come si ottiene

Il prestito per merito – detto anche prestito d’onore – è un finanziamento agevolato legato al Fondo statale per lo studio, istituito nel 2010, dedicato ai giovani dai 18 ai 40 anni che risultano iscritti (non importa da quanto tempo, purché attualmente in regola col piano di studi) a corsi di laurea, master, dottorati o altre scuole di specializzazione universitaria riconosciute dalla legge. Si tratta di una misura attuativa della previsione costituzionale sul diritto allo studio per i più «capaci e meritevoli» che, anche se privi di mezzi economici, hanno «diritto di raggiungere i più altri gradi degli studi» (articolo 34 della Costituzione).

Lo scopo del fondo è quello di agevolare l’accesso al credito bancario per coloro che hanno conseguito buoni risultati nello studio: per ottenere questo prestito agevolato sono richiesti alti voti di profitto ad esempio, una votazione di almeno 100/110 per il corso di laurea magistrale o il master. Ecco perché si chiama prestito per merito, anche se, come vedremo adesso, la capacità dello studente non costituisce l’unico requisito necessario.

Il prestito per merito viene garantito dallo Stato tramite la CONSAP, una società pubblica controllata dal MEF (Ministero Economia e Finanze) ma i soggetti erogatori sono le normali banche private aderenti all’iniziativa (tra cui sono compresi i maggiori istituti nazionali, come Intesa San Paolo, Unicredit, Montepaschi Siena, Banca Popolare di Milano e BPER). Esse effettuano anche la valutazione del merito creditizio del richiedente, che considera la situazione patrimoniale e reddituale del soggetto per verificare la sua capacità di rimborso. Tuttavia alcune banche concedono il finanziamento anche senza la prestazione di alcuna garanzia (non è necessaria, ad esempio, la fideiussione dei genitori dello studente).

La concessione del finanziamento, quindi, è discrezionale, non si tratta di un vero e proprio diritto ad ottenere il prestito di merito per chi ha voti alti e punteggi elevati. E il prestito di merito non è neanche un sussidio pubblico, pur essendo praticamente considerato come tale, perché l’erogazione avviene sempre da parte di banche private, seppur parzialmente coperte dalla garanzia statale (attualmente al 70%) in caso di mancato rimborso.

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La maggior parte delle banche richiede allo studente il possesso della residenza in Italia, quindi per gli studenti stranieri non è sufficiente il permesso di soggiorno.

Prestito per merito: come si rimborsa

È importante dire che il finanziamento non viene erogato in unica soluzione, bensì a rate annuali, per ogni anno di corso di studio, comprese tra 3.000 e 5.000 euro ciascuna (di solito gli studenti fuori sede ottengono di più rispetto a quelli in sede). Si tratta, in sostanza, di una linea di credito messa a disposizione sul conto del richiedente, piuttosto che un singolo prestito – così si paga solo la somma che si preleva ed utilizza dal plafond annuale concesso – e l’ottenimento delle rate successive è subordinato alla regolarità di iscrizione e prosecuzione annuale degli studi universitari.

Di regola l’importo massimo concedibile a ciascuno studente è di 25.000 euro, quindi ad esempio chi lo richiede all’inizio del percorso di una laurea quinquennale otterrà 5.000 euro all’anno. Alcune banche aderenti all’iniziativa concedono somme maggiori, arrivando anche a 75.000 euro per i percorsi di studio più lunghi e complessi.

Prestito per merito: come si rimborsa

Le somme ricevute devono essere restituite ratealmente in un arco di tempo prestabilito nel contratto e compreso tra 3 e 15 anni. Alcune banche consentono periodi di restituzione maggiori, anche fino a 30 anni.

Il rimborso inizia a partire dal 25° o dal 30° mese successivo all’erogazione dell’ultima rata: questo “congelamento” fino a due anni e mezzo (durante il quale non maturano interessi) è un periodo ponte che serve per consentire allo studente di orientarsi ed iniziare a lavorare – e quindi a guadagnare – dopo aver conseguito il titolo universitario.

Come per i finanziamenti ordinari, viene stabilito un piano di ammortamento, nel quale sono indicati gli importi delle rate (con la distinzione, per ciascuna, tra quota capitale e quota interessi) e delle rispettive scadenze di pagamento. I tassi di interesse sono fissi e agevolati, quindi molto più bassi rispetto a quelli dei prestiti ordinari.

Cosa succede se non restituisco il prestito?

Chi non riesce a restituire il prestito di merito ricevuto compie un inadempimento contrattuale che può comportare queste conseguenze:

  • l’applicazione di interessi moratori da parte della banca per il ritardo nei pagamenti, secondo le condizioni stabilite (i tassi degli interessi di mora devono essere indicati nel contratto o comunque devono essere predeterminati i criteri per la loro applicazione, ad esempio il 2% in più rispetto al tasso ordinario convenuto);
  • segnalazione alla Crif: la Centrale dei Rischi Finanziari è un archivio centralizzato che raccoglie i dati dei “cattivi pagatori”: le banche lo consultano prima di concedere qualsiasi tipo di mutuo e finanziamento, quindi chi è inserito in questa lista rischia di non ottenere ulteriori crediti in quanto la sua affidabilità è compromessa;
  • azioni legali e giudiziarie da parte della banca per recuperare le somme dovute. Solitamente si inizia con una lettera di diffida e messa in mora che segnala le inadempienze, e a partire dalla sua ricezione decorrono gli interessi moratori convenuti; poi, se l’inadempimento perdura, l’istituto di credito erogante (o l’eventuale società cessionaria del credito) può citare in giudizio civile il beneficiario del prestito per recuperare il dovuto, anche attraverso le azioni esecutive, come il pignoramento di immobili, conti correnti e stipendi. In tali casi all’importo iniziale del prestito non restituito (maggiorato degli interessi) si aggiungono le spese legali e di procedura.

Cosa fare se non si riesce a rimborsare il prestito

Tornando al quesito di partenza posto dal lettore, tieni presente che tra le condizioni agevolate dei prestiti di merito agli studenti universitari è prevista anche la possibilità di sospendere i pagamenti delle rate in caso di difficoltà economiche o altri motivi personali. Quindi se non sei in grado di rimborsare puntualmente le somme ricevute dovresti contattare la banca erogatrice rappresentando le tue difficoltà in modo negoziare soluzioni alternative, come la concessione di un periodo di grazia aggiuntivo rispetto ai due anni e mezzo ordinari, durante il quale potresti trovare lavoro ottenendo una fonte di reddito sufficiente per restituire il prestito. Per altre informazioni leggi il nostro tutorial “Difficoltà a pagare finanziamenti“.

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