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era il tempio della musica nel cuore della città – #finsubito prestito personale immediato – Richiedi informazioni


Un «negozio di dischi d’essai», così lo definisce Enzo Pone. Un luogo che da 41 anni è un punto di riferimento per la vendita dei vinili a Napoli. È Tattoo Records, che dopo più di quattro decenni è costretto a chiudere. Sono poche le persone che camminando per Spaccanapoli non si siano fermate lì, in quella «cellula di cultura» in piazzetta Nilo. Le sue porte rosse, i bancali pieni di CD, la musica selezionata che arriva fin fuori l’ingresso hanno fatto la storia musicale della città. Un negozio che dal prossimo 15 ottobre chiuderà per sempre le sue porte. I clienti ci sono, ma non sono abbastanza. E non è difficile immaginare cosa possa trovare casa in quel luogo una volta tolta l’insegna “Tattoo Records”.

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«Il 15 ottobre qui diventerà l’ennesima pizzeria, il popolo lo vuole e va bene così», dice sicuro Enzo. «Ho lottato per questo negozio, per tenerlo aperto. Ora non ho più i muscoli per farlo, è diventato molto più difficile. Sui dischi si guadagnava poco, vendendo tantissimi dischi in qualche modo riuscivamo ad andare avanti. Adesso si vende sempre meno e il ricarico è sempre del 30%. È diventato impossibile». Il mercato del vinile negli ultimi anni ha visto nuovo interesse ma i guadagni non bastano e Internet non aiuta. Le persone, a caccia del prezzo migliore, preferiscono comprare online.

Così si cancella la storia. Una storia che inizia alla fine del 1982.

«Io ho rilevato il negozio a ottobre, novembre del 1982», ricorda Pone. «Un pungo di operai dell’Italsider, anzianotti e sulla soglia della pensione, insieme a mio padre lo hanno ristrutturato e l’11 marzo 1983 abbiamo aperto al pubblico. Ho trovato a chi proporre questo tipo di lavoro che portavo a Napoli. Lo avevo imparato a Milano, a New York, dove ero fruitore, compravo i dischi. Nelle mie visite napoletane, io vivevo a Milano, avevo notato che non c’era un negozio di dischi import che lavorava con le etichette indipendenti, che lavorava con musicisti non distribuiti dalle major. Avevo trovato a Napoli un terreno dove fare questa attività». 

Un terreno che nel corso del tempo è cambiato, che ha mutato i propri interessi. «In questi 41 anni sono cambiate molte cose», dice il titolare. «Innanzitutto, i bisogni della gente. Non c’è più un tessuto come allora sensibile alla cultura, all’arte, alla musica, alla letteratura. Negli anni Ottanta la mamma napoletana progressista regalava alla figlia, per il diploma, l’abbonamento per il teatro o faceva un buono per i vinili. Così era per gli altri esami, così era per la laurea. Oggi questo è sparito, si regala un cellulare, i ragazzi spendono soldi per lo spritz, per la pizza». Il colpo di grazia a un’attività storica ma dall’equilibrio precario è stato dato dalla turistificazione selvaggia. In questi anni il volto di Napoli è cambiato, sta ancora cambiando e spesso è quasi irriconoscibile.

«Oggi il turista a Napoli cerca la pizza, il murales di Maradona, il Cristo velato, il “cuoppo”, Pino Daniele. Che, per l’amor di Dio, almeno è cultura», continua Enzo. «Le istituzioni qui non vengono a dare una mano, a vedere cosa si può fare per aiutare a far sopravvivere queste realtà, queste cellule di cultura, questi avamposti. Vanno invece a dare una mano a coloro che si stanno arricchendo sul riflusso culturale, come le pizzerie. Che impegno culturale ha un operatore che vende la pizza? La discriminante è se farla col lievito madre. Io facevo la fila all’assessorato alla cultura e per proporre musicisti che venivano dall’Umbria Jazz. Trovavo la porta chiusa, una porta che però si apriva per tante altre attività. Siamo in un inferno, le istituzioni danno la mano ai locali».

Per Enzo Pone, titolare dello storico Tattoo Records, «i primi 38 anni sono stati meravigliosi, gli ultimi 3 un vero inferno. Per questo volevo ringraziare sindaco e assessori per la loro enorme disponibilità, disponibilità verso le attività che ci hanno invasi e ci stanno facendo sparire». Dal 15 ottobre, quando il negozio sarà definitivamente chiuso, Enzo cercherà di continuare la sua attività online, provando ancora, per quanto possibile, a portare cultura musicale a chiunque, ovunque. 

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