Ieri, 3 ottobre 2024, presso i Cantieri Navali Damen Galati, in Romania, ha avuto luogo il taglio simbolico della prima lastra e il tradizionale posizionamento di una moneta su una paratia, segnando l’inizio della costruzione della nuova Piattaforma Navale Multifunzionale denominata NRP Dom João II.
Questa piattaforma è realizzata grazie ai finanziamenti del Piano di Ripresa e Resilienza (PNRR) del Portogallo e rappresenta un progetto strategico per l’aggiornamento e il potenziamento della flotta della Marina portoghese.
La cerimonia ha visto la partecipazione di personalità di rilievo, tra cui il direttore commerciale di Damen, Jan-Wim Dekker, il Ministro della Difesa nazionale del Portogallo, Nuno Melo, e il capo di stato maggiore della Marina portoghese, ammiraglio Gouveia e Melo.
Lo stanziamento per la costruzione dell’unità è composto fondi del PNRR che ammontano a 94,5 milioni di euro a cui vanno sommati oltre a 37,5 milioni di investimenti statali per un totale di 132 milioni di euro.
La consegna è prevista nella seconda metà del 2026.
La nave avrà una lunghezza totale di 107,6 metri, una larghezza di 20 metri ed un dislocamento di 7.000 tonnellate.
Progettata secondo un concetto rivoluzionario ideato dalla Marina portoghese, l’unità multifunzione Dom João II avrà molteplici funzionalità, tra cui:
• Sorveglianza e Monitoraggio: la piattaforma sarà in grado di condurre operazioni di controllo e monitoraggio marittimo, garantendo la sicurezza nelle acque territoriali e internazionali.
• Sperimentazione e Ricerca Oceanografica: dotata di laboratori e strumentazioni avanzate, supporterà progetti scientifici e di ricerca nel campo dell’oceanografia.
• Supporto in Situazioni di Emergenza: con stazioni di assistenza medica e la capacità di trasportare attrezzature e personale, la nave sarà un asset fondamentale in contesti di crisi umanitarie, disastri naturali e operazioni di salvataggio.
• Utilizzo di Droni Aerei e Subacquei: la piattaforma sarà in grado di operare con droni aerei, di superficie e sottomarini per missioni di ricognizione, ispezione e monitoraggio in tempo reale.
Propulsione
L’impianto propulsivo sarà del tipo ibrido con gruppi elettrogeni diesel di ultima generazione in grado di garantire bassi consumi ed emissioni che alimentano motori elettrici in due pod Azipod.
E’ stata inoltre prevista la predisposizione per l’installazione di gruppi batteria per potere operare in modalità completamente silenziosa.
Ponte di volo e capacità ala fissa/rotante
Il ponte di volo ha una lunghezza complessiva di 94 metri di lunghezza e 11 metri di larghezza.
Sul ponte di volo troverà posto anche una “catapulta” per il lancio dei droni simile simile a quella impiegata dallo ScanEagle.
La parte del ponte di volo verso poppa è invece destinata all’atterraggio di elicotteri tipo EH-101.
Nella sovrastruttura troveranno posto un hangar per i velivoli a pilotaggio remoto verso prua ed un hangar per un elicottero classe NH90 posizionato verso poppa.
La nave potrà operare con droni di 2^ Classe (classificazione NATO) cioè con un peso massimo al decollo fino a 600 chilogrammi.
Capacità di carico
Sotto il ponte di volo è presente uno spazio di 650 metri quadrati da potere modulare in base alle esigenze di missione per trasportare fino a 18 container ISO20 oppure 18 veicoli oppure 10 imbarcazioni tipo RHIB oltre a quelle già imbarcate.
Con una capacità di 48 membri dell’equipaggio, più spazio per 42 scienziati e operatori di sistemi, la nave potrà ospitare fino a circa 100 persone con la possibilità in casi di emergenza di arrivare fino a 200.
A poppa trova posto sul lato sinistro una gru dalla portata di 30 tonnellate/14 metri e di una rampa per lo scarico in banchina con accesso diretto all’area di carico.
Ricerca
Ai fini di ricerca scientifica in ambito oceanografico diverse aree della nave saranno dedicate alle operazioni con veicoli a controllo remoto, imbarcazioni nonché modulabili in base alle esigenze.
A poppa trova posto lo scivolo per l’alaggio di RHIB oppure droni ed una gru A-Frame da 30 tonnellate.
E’ inoltre previsto l’imbarco del ROV (Remotely Operated Vehicle) Luso della EMPEC (Portuguese Task Group for the Extension of the Continental Shelf) dotato di telecamere HD e diversi gensori in grado di raggiungere una profondità massima di 6.000 metri.
Le operazioni con il ROV Luso saranno rese più facili grazie alla presenza sulla murata di sinistra dell’hangar e lui dedicato senza intralciare altre eventuali operazioni nello spazio di poppa.
Sul lato di dritta verso poppa è presente l’argano per calare i sensori CDT (Conductivity, Temperature and Depth) per effettuare misurazioni a diverse profondità mentre verso prua c’è la stazione per il rifornimento in mare (RAS).
Nella parte inferiore dello scafo, a metà, è presente una drop keel che consente agli scienziati di eseguire rilevazioni tramite diverse tipologie di sensori riducendo le interferenze generate dalla nave stessa aggiungendo inoltre stabilità.
Sensori e armamento
Al momento non risulta prevista l’installazione di armamento a bordo della nave Dom João II. Seppur l’unità nasca con una spiccata predisposizione per la ricerca scientifica ed il soccorso è altresì equipaggiata per svolgere missioni di sorveglianza. Per quest’ultima missione è difficile non considerare almeno la possibilità di installare armi leggere per la difesa ravvicinata.
Anche perché c’è da considerare che grazie alla possibilità di impiegare sistemi senza pilota in grado di raggiungere ragguardevoli profondità, questa nave si candida, almeno in ambito NATO, per essere particolarmente efficace nella sorveglianza delle infrastrutture critiche.
Oltre ai sistemi di comunicazione SATCOM dovrebbe essere installato anche un radar 2D.
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