di Daniele Bovi
Migliorare la capacità di riscossione delle entrate del Comune di Perugia. È questo l’obiettivo che ha portato la giunta comunale ad approvare, nelle scorse ore, un nuovo piano con il quale vengono adottate diverse misure. La riscossione dei crediti – in particolare la Tari ma non solo – rappresentano da tempo un bel grattacapo per le giunte di Palazzo dei Priori, di ogni colore politico.
Le cifre Stando alle tabelle allegate alla relazione del rendiconto 2023, l’ultimo approvato dalla giunta Romizi, il Comune deve incassare in tutto oltre 164 milioni di euro; per quanto riguarda Tari, recupero dell’evasione di Imu e Tosap e sanzioni per violazioni al codice della strada si parla di quasi 110 milioni, con somme la cui riscossione è affidata all’Agenzia delle entrate. A fine 2023 la Corte dei conti a proposito dei rendiconti degli anni precedenti ha preso atto della notevole riduzione del disavanzo creato dal riaccertamento straordinario dei residui, invitando però a rafforzare la riscossione delle entrate – tributarie ed extratributarie – e a svolgere una stretta vigilanza sui soggetti incaricati della riscossione coattiva.
Le misure Il documento predisposto dagli uffici finanziari di Palazzo dei Priori cerca così di operare una stretta andando a ridurre il tempo di formazione del cosiddetto ruolo coattivo, l’ultima fase del procedimento che porta al recupero di quanto non pagato. E poi si parla di sperimentare una riscossione diretta, di quella coattiva della Tari e di un «monitoraggio e sollecito» a proposito dell’operato degli uffici dell’ente. Sul tavolo anche alcune modifiche regolamentari che andranno a incidere su capitoli come la rateizzazione dei solleciti di pagamento e l’introduzione dell’accertamento con adesione. Previsto anche un controllo dell’attività svolta dall’Agenzia delle entrate e una compensazione della partite creditorie e debitorie.
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