c’è il piano di gestione Unesco #finsubitoagevolazioni

Un lavoro puntuale e certosino, redatto tenendo conto degli esiti dei quattro tavoli di coprogettazione che si sono organizzati in questi ultimi due anni e delle indicazioni raccolte con un sondaggio svolto fra gli stessi visitatori del sito. È il Piano di gestione del sito Unesco (Reggia di Caserta, Acquedotto carolino, Belvedere di San Leucio), che da ieri è pubblico, accessibile, consultabile e scaricabile dal sito istituzionale della Reggia di Caserta.

Il Sito Unesco, che, come si sa, comprende la Reggia di Caserta e il Parco, l’Acquedotto Carolino e il Belvedere di San Leucio, è inserito dal 1997 nella World Heritage List dell’Unesco poiché riveste un ruolo centrale e rappresenta uno snodo per la storia, l’identità, l’economia e la società campana. Da qui l’importanza di preservarlo e tutelarlo, ma anche di favorire, attraverso di esso, lo sviluppo del territorio che chiama in causa e all’azione le forze attive della città e non solo.

Il documento divulgativo del Piano di gestione permette, perciò, al pubblico e agli attori del territorio di avere una visione chiara dei motivi dell’Eccezionale valore universale della candidatura Unesco e li chiama ad una consultazione permanente e alla coprogettazione in base al Piano delle azioni strategiche.
Ciò significa che chiunque (associazioni, enti, agenzie educative, privati) volesse realizzare progetti nel sito, deve attenersi alle indicazioni contenute nel Piano che, come definito dalla Convenzione del Patrimonio, ratificata dall’Unesco nel 1972, «garantisce la protezione del bene per le generazioni presenti e future».

Esso, inoltre, è uno mezzo di analisi strategica e di coordinamento e indirizzo operativo per una valutazione delle criticità sulle quali intervenire con azioni mirate, per le interazioni col territorio, per le azioni e gli obiettivi del Sito. Le finalità sono, infatti, consolidare la riconoscibilità del Sito Unesco nel suo insieme e dei singoli siti che lo compongono, valorizzare il contributo dei visitatori che hanno partecipato al sondaggio e degli attori sociali, economici, politici e culturali che sono stati coinvolti nei tavoli di concertazione, chiamare alla coprogettazione gli attori del territorio. Nell’ottica della Convenzione di Faro, secondo la quale «chiunque, da solo o collettivamente, ha diritto a trarre beneficio dall’eredità culturale e a contribuire al suo arricchimento».

Le reazioni

«Il documento – spiega la direttrice della Reggia, Tiziana Maffei – nasce da una visione e da un processo partecipativo e riflette una strategia condivisa di lungo corso. In questo impegnativo lavoro di cui la Reggia si è fatta promotrice, emergono i valori del passato ma ancor più quelli vivi e presenti della contemporaneità. Nella sua articolazione e gestione chiama il pubblico a una consultazione permanente e gli attori del territorio alla coprogettazione sulla base della definizione chiara del Piano delle Azioni strategiche con obiettivi, risultati attesi e indicatori di monitoraggio».
 

Dunque, nel sito soggetti diversi possono realizzare progetti, ma tenendo sempre ben presenti e rispettando le linee guida stabilite nel Piano. «A tal fine – aggiunge Maffei – pubblicheremo con l’amministrazione comunale, bandi di valorizzazione congiunta del sito stesso».

Il documento divulgativo, che ieri e oggi è stato condiviso con il personale del Museo, verrà presentato domani, insieme al Comune di Caserta, agli attori del territorio che saranno coinvolti in tavoli di coprogettazione.
«Da tempo partecipiamo a una serie di conferenze di servizi, che hanno lo scopo di realizzare il nuovo Piano di gestione del sito Unesco della città. Caserta – sottolinea il sindaco Carlo Marino – ha un duplice ruolo: quello di proprietario di un patrimonio Unesco quale il Belvedere, nella cui riqualificazione e valorizzazione l’Amministrazione sta investendo molto, e quello di luogo su cui insistono due terzi del sito Unesco casertano (Reggia e Belvedere). Il nuovo Piano di gestione del sito Unesco prevede anche la valorizzazione delle cosiddette buffer zone, ovvero le aree attorno ai beni artistici e monumentali. Abbiamo fatto un lavoro di orientamento strategico e lo abbiamo trasferito nelle varie sedi di conferenze di servizi. Ora ascolteremo con la giusta sensibilità quello che verrà fuori da questa sessione informativa».