Rispetto ad altre città i costi raddoppiano e le biciclette potrebbero essere utilizzate molto di più, ampliando il servizio e gestendo meglio le aree di sosta. Questa la visione della minoranza durante la discussione sul bike sharing nell’ultimo Consiglio comunale.
Dallo scorso novembre la ditta Vaimoo, aggiudicataria dell’appalto di Asp, ha messo a disposizione dei potenziali ciclisti 80 bici elettriche disposte in venti stazioni sparse per la città. L’iniziativa è stata pagata dal Comune con un finanziamento regionale di 325 mila euro per il triennio 22-24, 75 mila euro sono già stati erogati come prima tranche. A sei mesi dalla partenza dell’iniziativa l’assessore all’Ambiente Luigi Giacomini, pressato dall’opposizione, ha svelato i numeri dei primi 90 giorni del servizio: «Sono stati 1.700 gli utenti che hanno usato le bici, con una media di 137 viaggi al giorno».
Come funziona
Ogni volta che un ciclista vuole utilizzare una bicicletta deve collegarsi con l’apposita app tramite cellulare. In quel momento ha inizio il “trip”, che può diventare un viaggio di pochi secondi come di molte ore. In media, ognuna delle biciclette ha registrato 1,7 collegamenti al giorno. «Sono dati parziali – ha ammesso Giacomini – ho già chiesto all’azienda che gestisce il bike sharing di convocare una conferenza stampa per fornire dati aggiornati». Secondo l’assessore l’iniziativa dovrebbe essere allargata: «Bisogna portare le bici anche nelle periferie e nelle frazioni – ha aggiunto – e ampliare le stazioni già esistenti». Giacomini ha molte richieste: «Ci sono aziende che si stanno informando per fornire ai loro dipendenti gli abbonamenti al Bike Sharing e sono tanti i residenti fuori dal centro cittadino che vorrebbero poterle utilizzare».
Le aree di sosta
Le stazioni andrebbero razionalizzate, secondo l’assessore, aumentando i posti dove servono e diminuendoli dove sono meno utili: «Alcuni medici arrivano in stazione e provano a noleggiare una bicicletta per andare al Cardinal Massaia ma non sempre la trovano – ha spiegato – e se la trovano non sanno poi dove lasciarla perché i parcheggi vicino all’ospedale sono pieni». Se le bici non vengono lasciate nell’apposito parcheggio, il noleggio non si chiude e il ciclista continua a pagare. Un sistema per prevenire gli abbandoni selvaggi. In attesa che la Vaimoo fornisca dati completi la minoranza consiliare fornisce i suoi: «I servizi di bike sharing costano il 100% in più di quelli praticati dal gestore Vaimoo in altre città», ha detto Mario Malandrone, di Ambiente Asti.
«Se ad Asti l’abbonamento BikePass annuale costa 50 euro – ha aggiunto Malandrone – a Bari ne costa 24,50, cioè meno della metà». Il consigliere ha proseguito: «L’abbonamento mensile a Bari costa 8,80 e ad Asti 20 euro; il settimanale 4,80 mentre ad Asti 10 euro». Anche il pass giornaliero costa di più in Piemonte rispetto a quello pugliese: 2 euro contro 1,80 euro a Bari. Una volta fatto il pass però l’esborso non è finito e si deve pagare l’utilizzo: «In città ogni mezz’ora costa un euro, a Bari la metà». «Se non si è in possesso di abbonamenti del trasporto pubblico che danno diritto ad agevolazioni – ha concluso Malandrone – la cifra che si spende non è certo competitiva con l’utilizzo di un’auto privata. Simulando l’utilizzo casa lavoro una persona potrebbe spendere dai 3 ai 5 euro o più al giorno». In città si era già tentato un esperimento simile con biciclette condivise che fu soppresso nel 2012 dopo un flop in termini di utilizzo e parecchi atti vandalici ai danni dei mezzi.
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